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I colori del Marocco nella Medina di Meknés

di Enrico Dario Caltabiano

Il Marocco è terra di grandi suggestioni. Dal paesaggio, che spazia dalla sabbia rossa del Sahara al lungo fiume verde delle oasi di Er-Rachidia, dal bianco di Essaouira, la città della foschia e dei bastioni affacciata sull’atlantico, alle gole del Todra e del Dadés, profonde ferite scavate nella roccia ai piedi dell’Alto Atlante, dai sapori forti della sua cucina al richiamo notturno dei muezzin, il turista occidentale rimane affascinato sostanzialmente da un concetto: la varietà.
Noi abbiamo voluto attraversare il Paese da Tangeri fino a Marrakech con lo spirito dei liberi viaggiatori: armati solo di un paio di guide (Lonely Planet e Routard) e dei consigli di viaggio dell’associazione degli inter-railers italiani “viaggi e libertà” (www.inter-rail.it ). E ci sentiamo di poter confermare che un’ esperienza di questo genere, se ben progettata, è forse l’occasione più straordinaria e avvincente per venire a contatto con una terra e una cultura molto distanti dalle nostre, e per questo di grande fascino per tutti gli amanti del “viaggio” in senso stretto.
Di sicuro interesse storico è la città imperiale di Meknés che, protetta da una cinta muraria lunga ben 25 km, fu elevata a capitale durante il regno del sultano Moulay Isma’il (1672-1727), e offre a tutt’oggi al visitatore, lo spettacolo vivente di una medina berbera particolarmente dinamica e relativamente sicura (la cosa migliore è comunque ingaggiare sempre una guida in loco). Ecco qui di seguito il racconto della visita alla Medina di Meknés, settima tappa del nostro viaggio.

Place el-Hedim
Ci facciamo portare con i petit taxi fino a place el-Hedim, l’enorme piazza di fronte alla medina, circondata da alte mura del colore della sabbia e da curiose guardiole sormontate da archi e decorazioni arabe. Questo vasto spazio, occupato da bancarelle sparute, venditori di acqua in costume tipico, eleganti carrozze e procacciatori di turisti, merita molte foto. Ma nessuna certamente potrà rendere l'idea dei suoni, degli odori e della vita stessa che si respira già qui, alle porte della Medina, da secoli cuore pulsante della città. Mentre si attraversa la piazza, si rimane letteralmente incantati dalla vastità degli spazi che l’occhio riesce ad abbracciare. Quello che è successo a noi, è stato di percepire forse per la prima volta in maniera così compiuta, durante il nostro viaggio, di trovarci in un posto lontano, molto lontano da tutto ciò che conoscevamo.

La medina berbera
Veniamo “ingaggiati” da una guida, che ci si offre per 80 Dh, l’equivalente suppergiù di 8 euro, per un giro completo nella città vecchia. Entriamo nel mellah, il quartiere ebraico, per passare poi alla medina berbera, un dedalo di vie strette e affollatissime dove artigiani, venditori e turisti, ma soprattutto clienti potenziali di ogni genere di prodotto camminano, si incrociano, si incontrano e contrattano.
La nostra guida ci spiega che “Mek-nés” significa “gente berbera”, e che questa, che è una delle quattro città imperiali assieme a Rabat, Fés e Marrakech, è famosa per la lavorazione del legno di cedro, di cui sono ricche le sue valli. Ci mostra le porte giganti delle maderse, la scuola di musica andalusa, le moschee, il punto di arrivo delle carovane provenienti dal deserto, e balza subito agli occhi come molti degli elementi architettonici siano costituiti interamente da legno di cedro lavoratissimo e profumato.
Uscire da questi edifici, ricchi di fregi, archi, scritte, fontane e decorazioni arabe, e imbattersi nel caos delle vie polverose della Medina, imprime nella memoria del turista il senso forte di un contrasto. Lo sfarzo di questi antichi edifici si contrappone nettamente al mondo difficile e dinamico della Medina che, oggi come all'epoca, si suddivide tra l’antico e il moderno, tra chi lavora nelle botteghe artigiane, respirando trucioli e polvere di pietra o inalando solventi chimici, e l'ipermodernità di qualche negozio di musicassette e cd di Shakira.
Il giro prevede anche una visita ai negozi, ai laboratori artigiani e alle ampie botteghe di tappeti, dove quasi sempre viene offerto un ottimo the verde. È interessante scoprire che per fabbricare un solo metro quadrato di tappeto, occorrono ben 25 giorni, come pure è interessante assistere alla lavorazione dei metalli o delle pelli. Ma il turista accorto deve tenere conto del fatto che quasi sempre la guida riceve un compenso dai proprietari di queste botteghe, e che le visite, anche se debitamente camuffate sotto forma di “dimostrazioni” di ogni sorta, sono tutte esclusivamente finalizzate alla vendita dei prodotti. Il rischio, quindi, per il turista “troppo” curioso e interessato, è quello di cadere vittima di un pressing estenuante ogni qualvolta si avvicini a una mano di Fatima, degno sostituto del cornetto siciliano in tutto il mondo islamico, un ciondolo, un tappeto o un narghilé. Guardando l’altro lato della medaglia, invece, per tutti coloro che possiedono grinta e determinazione, il souq maghrebino è una favolosa opportunità di fare affari. Secondo la cultura marocchina infatti, per tutto esiste “il prezzo giusto per te”, e la cifra finale è il risultato di lunghe contrattazioni nelle quali, se il cliente si mostra convinto e deciso, alla fine è quasi sempre il venditore a cedere.

Il mercato alimentare e la gastronomia
È ora di pranzo e dal quartiere alimentare si levano fumi densi e odori di carne e pesce alla brace. La visita al mercato delle spezie è l'ultima tappa del nostro giro della Medina: i venditori ci mettono in mano camaleonti e iguana, e ci spiegano che con pochi dirham li puoi portare a casa. Poi ci subissano di informazioni sullo zenzero, il cardamomo, il curry, fino al potentissimo “40 spezie”. In effetti è impossibile non imbattersi continuamente nei sapori forti, della cucina marocchina: tutto è colorato, piccante, saporito e condito all'ennesima potenza.
Ma non è difficile orientarsi nella varietà dei suoi piatti. Non considerando le diffuse ma non originali brochettes con patatine, in Marocco potrai sempre scegliere tra: cous-cous, a base di semola e quasi sempre servito assieme a una grande varietà di verdure bollite e a volte anche di carne; tajine, una terrina di carne al sugo speziata e servita con patate bollite, sormontata da un tipico cono di terracotta per mantenere la pietanza al caldo; keftà, l'equivalente delle nostre polpette, ma molto più saporite e condite con ottimo sugo piccante; pastella, una torta piccantissima a base di carne o di pesce. Frutta, dolci e focaccette non lievitate poi, abbondano ovunque.
Accanto alle spezie del mercato alimentare, vi sono profumi, pout-pourry ed henné, la polvere colorata che usano tutte le donne e le bambine berbere per tatuarsi le mani e i piedi. Alcune anziane signore la utilizzano per disegnarsi una specie di mosca sul mento, il cui colore indica l'origine, cioè la provenienza da una delle quattro tribù berbere... ma non è sempre così semplice capire. L'impressione generale quando si visita il Marocco è che dietro ogni oggetto, ogni usanza, ci siano significati più profondi di quello che le apparenze non lascino intendere. Forse, per il turista occidentale, comprendere questa cultura è un po' come pensare di entrare fino al cuore di una grande medina senza perdere del tutto l'orientamento: quanto meno pretenzioso.
Poco più avanti ci sono le bancarelle di dolciumi: sono tutti impilati in perfetto equilibrio, e ci sarebbe da consumare interi rullini per fotografare le impossibili geometrie di queste pietanze coloratissime. Questa parte della Medina sembra essere dominata insomma da un unico concetto: la quantità. Sì perché le piramidi di frutta, di dolci, così come i sacchi delle spezie, sono sempre perfettamente pingui... purtroppo anche di mosche e moscerini, anche se nel complesso l'aspetto della merce in esposizione sembra sano.
Usciamo dal mercato con una scatola di dolci buonissimi alla pasta di mandorla e adesso, sotto il sole di mezzogiorno, nella piazza di fronte alla Medina ci sono venditori d'acqua e pochi turisti che si aggirano come noi, guide alla mano. Scattiamo ancora qualche foto, poi andiamo alla ricerca di un ingresso alla città imperiale. Ma abbiamo sete ed è l'ora giusta per fermarci sulla terrazza di un bar dove, oltre ai succhi di frutta e alle bibite, servono frutta fresca.
La vista dei tetti di Meknés e degli spalti delle mura è parecchio suggestiva, e sappiamo che, quando dovremo abbandonare la nostra postazione, all'ombra di un grande ombrellone, lo faremo a malincuore.
Per maggiori informazioni gastronomiche, andate su www.cookaround.com  alla sezione “cucina del Marocco”.

Per leggere il reportage completo, con gli aneddoti e le curiosità del nostro viaggio tra Spagna e Marocco, vi invitiamo a visitare il sito www.ilventodelsahara.it .





 

 

NOTIZIE UTILI

Come arrivare in Marocco
I principali aeroporti del Marocco sono quelli di Casablanca, Tangeri, Rabat, Agadir e Marrakech.
La compagnia nazionale Royal Air Maroc ( www.royalairmaroc.com  ) offre voli diretti per Casablanca da Roma, Milano, Bologna e Torino. Milano, Tel: 02 72002654/2465/4257.
Noi siamo arrivati in Marocco con un traghetto da Algeciras per Tangeri, e da lì abbiamo utilizzato prevalentemente pullman e grand taxi, mentre la compagnia Ryanair offre voli per Marrakech da Girona e dall’aeroporto di Londra Luton.
Per informazioni consultate il sito www.ryanair.com .

Come arrivare a Meknés: treno e pullman
Essendo Meknés una grande città, è ben servita dai pullman, e in particolare dalla compagnia CTM, che è l’autolinea più affidabile del Paese e garantisce un servizio continuativo da e per le principali città come Casablanca, Fés, Tangeri e Rabat (gare routière di Meknés: 055 522585; il sito internet invece è attualmente in ristrutturazione), mentre la linea ferroviaria offre treni per Meknés da Casablanca, Tangeri, Fés e Marrakech (sito ufficiale del servizio ferroviario marocchino: www.oncf.ma ).

Come muoversi all’interno di Meknés
Per tutti gli spostamenti all’interno della città, il taxi è sicuramente il mezzo più rapido ed economico.

Pernottamento
Per il pernottamento consigliamo gli alberghi economici della Ville nouvelle.
Hotel Majestic (tel 055 522035), 19 av Mohammed V.
Hotel Palace (tel. 055 400468), 11 rue Ghana.
Ostello della gioventù (tel. 055 524698), a nord-ovest della stazione ferroviaria, raggiungibile in petit-taxi.

Per maggiori informazioni turistiche su Meknés vi invitiamo a contattare la Délégation Régionale du Tourisme (055 524426; fax 055 516046; place de l’Istiqlal).
Per le informazioni generali sul Marocco www.tourism-in-morocco.com  - www.carreblu.com .




 

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