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Nei Paesi Baschi: tra vigne e titanio

di Franca Dell’Arciprete Scotti

 


Orgoglio e senso di ospitalità, vino e arte, bar di “pintxos” e chef stellatissimi: i Paesi Baschi sono una scoperta intrigante. Anche contro uno stereotipo diffuso che li vede come un paese difficile, chiuso e diffidente. Certamente il loro isolamento tra le montagne li ha preservati a lungo in una sorta di autenticità gelosa. Ne è testimonianza la lingua Euskara, di cui tuttora si ignorano le origini, preindoeuropea, differente da tutte quelle conosciute, forse collegata a qualche toponimo europeo con le radici di “fiume” e di “pietra”. Comunque l'isolamento, così evidente nella lingua, ha determinato una cultura tutta particolare, dove si fondono stili artistici, leggende e tradizioni sovrapposte. Il risultato è davvero originale. Se c'è una dimensione dove oggi si evidenzia questa originalità con maggior forza è paradossalmente la gastronomia. Tra Bilbao e San Sebastian, giorno e notte si consuma il rito dei “pintxos”, che accomuna le vecchie e le giovani generazioni. I banconi dei bar traboccano di vassoi ripieni di piccole tartine composte da spesse fette di pane, coperte di una varietà incredibile di ingredienti, tutti infilzati dallo stecchino o “pintxo”: salsicce, olive, acciughe, gamberetti, peperoni, melanzane fritte, tonno, sanguinaccio mescolato al riso, dalle tartine più semplici a quelle così sofisticate da sembrare piattini in miniatura. Il rito dei “pintxos” si svolge con una passeggiata itinerante da un bar all'altro, rigorosamente in compagnia, fermandosi ad assaggiare due o tre “pintxos” in ogni bar, in piedi, con un buon bicchiere di tinto o di txacoli, il vinello bianco giovane, o talvolta di sidro, spillato direttamente dalle botti con mossa scenografica. Il tutto ha come coreografia le piazze e le strade animate fino a tarda notte, dove rimangono aperti i negozi che vendono “artesania” locale, terracotte dipinte e palle in cuoio per il gioco della pelota, tovaglie a righe (sempre sette righe sovrapposte, come sette sono i paesi della comunità basca) e gli immancabili baschi neri, che ormai indossano solo orgogliosamente gli uomini meno giovani. I “pintxos” sono diffusissimi, rito popolare della convivialità, in tutti i paesi baschi, che però conoscono oggi anche una realtà gastronomica del tutto differente, di altissimo livello. Probabile sviluppo di una ricerca iniziata quando la costa cominciò ad attrarre per villeggiatura e cure termali il re, la corte e l'alta borghesia all'inizio del 900. Tanto che Donostia- San Sebastian si vanta oggi di essere la città al mondo che ha il maggior numero di “stelle Michelin” in rapporto al numero degli abitanti. Nomi come Arzak o Martin Berasategui sono capaci di attrarre qui VIP e ospiti altisonanti da tutta Europa, con la loro cucina creativa che rielabora i sapori della tradizione, ingredienti poveri, ma di primissima qualità, introducendo nuovi aromi, strutturazioni e procedimenti innovativi. Josean Martinez Elija, tra i giovani chef emergenti, è titolare del ristorante Guggenheim di Bilbao. Ventisettenne, educato all'arte della cucina prima dalla mamma e poi dal maestro Martin Berasategui, il giovane Josean delizia gli appassionati di arte moderna: un uovo paradisiaco su un letto di patate e crema di cipolle, pomodori ripieni di gamberetti su riso al nero di seppia e panna, kefir naturale ricoperto da una crema di tè fermentato e croccante di zucchero e latte. Inizio o fine per l'esperienza incomparabile di una visita al museo Guggenheim. Anche questo capolavoro sorprendente testimonia l'originale vitalità dei Paesi Baschi, proiettati da un passato di difficoltà economiche verso un'improvvisa ribalta di fama mondiale. Merito, in questo caso, di scelte lungimiranti da parte dell'amministrazione regionale che, di fronte ad una durissima crisi economica, ha avuto l'audacia di imprimere una svolta alla città. Così Bilbao, da città operaia, dove i cantieri navali e le aziende siderurgiche stavano progressivamente chiudendo una dopo l'altra, é diventata un faro dell'arte moderna, esempio studiato in tutto il mondo, polo di attrazione per tutti gli appassionati di architettura. Quando la fondazione Guggenheim presentò un progetto per la realizzazione di un nuovo museo, dopo il rifiuto di Venezia, Madrid e Barcellona, proprio Bilbao lo accolse, scegliendo così la propria fortuna. Risultato: dopo 180 milioni di Euri spesi, 4 anni di lavoro e la reinvenzione totale di tutto il quartiere del porto, oggi il museo Guggenheim di Bilbao, inaugurato nel 1997, attira visitatori da tutto il mondo e ha creato un’enorme spinta progressiva al rinnovamento dell'area urbana. Frank O. Gehry ha creato un capolavoro geniale di architettura “organica”: animale mostruoso o navicella spaziale, elemento umano o creatura leggendaria, il Guggenheim è affascinante e animato ad ogni ora del giorno e della notte, sia nelle strutture interne, che nelle lucenti superfici esterne. Il titanio gli dà una brillante specchiatura che si modella nelle potenti, fantasiose linee curve, al limite dell'immaginabile. I fasci di colonne in granito si alternano a pareti a tutta altezza in vetro, dove si specchia la Ria formata dal fiume Nervion. E il museo stesso che, al di là di ogni collezione permanente o estemporanea, è la prima opera d'arte da guardare, è una enorme nave ormeggiata dai volumi scomposti, per ricordare il porto e il passato della città. www.guggenheim-bilbao.es  Davanti all'ingresso, icona ironica e tenera, fa la guardia l’enorme Puppy di Koons, un cagnolone fatto di piantine di fiori e variato nei colori secondo le stagioni.
La creatività sembra una vocazione di questa terra che ha dato i natali a Cristobal Balenciaga, figura fondamentale della haute couture o al contemporaneo Chillida, protagonista di un magnifico parco di sculture nel piccolo centro di Hernani. Mentre la creatività popolare si manifesta nei buffi personaggi che animano le feste: il Celadon, per esempio, che con il tipico costume da contadino e l'ombrello, scende dal campanile nella piazza della Virgen Blanca a Vitoria il 4 agosto, per dare inizio alle feste in onore della Madonna.
Grandi sperimentazioni nel frattempo hanno preso il via a Bilbao, sull'onda del fenomeno Guggenheim: la metropolitana di Norman Foster, il ponte e l'aeroporto di Santiago di Calatrava, l'Auditorium, riconosciuto nel 2003 come il miglior centro congressi del mondo. E tutta la rivisitazione della zona industriale, dove il ricordo del passato rivive nell'uso fortemente simbolico dell'acciaio color rosso o ruggine. www.bilbao.net/bilbaoturismo , informacion@bilbaoturismo.bilbao.net .
Creatività tra le vigne
Gehry stesso è diventato uno dei “numi” del territorio, dove ha appena terminato, colla sua inconfondibile genialità, l’albergo del Marqués de Riscal a forma di fantastico albero, nella zona vinicola di Laguardia. Così la potenza visionaria dell'arte moderna brilla in mezzo ai filari rilassanti dei vigneti che producono un ottimo Rioja, accanto alle “bodegas” storiche, costruite nei cunicoli sotterranei dei villaggi.
Laguardia è al centro di un territorio, Alava-Araba, famoso per la prestigiosa denominazione di origine Rioja, che dà vini apprezzati in tutto il mondo. L'uva della varietà Tempranillo e le condizioni geologiche e climatiche della zona sono gli elementi che determinano l'eccellente qualità del vino, la cui cultura pervade tutta la vita della zona. Rossi in maggiore quantità, possono essere consumati come vini novelli, oppure come vini importanti, elaborati, secondo la permanenza nelle botti di rovere, in crianza, reserva e gran reserva. Il Centro Tematico Villa Lucia, che ricrea bene l'architettura popolare delle tipiche botteghe del vino, racconta piacevolmente, attraverso la sua mascotte, un grappolo d'uva, i rituali legati alla viticoltura. www.villa-lucia.com  E un giro gaudente per bodegas con degustazioni abbondanti non potrà dimenticare una sosta meno epicurea: davanti all’incantevole portale gotico di Santa Maria de los Reyes, l'unico in tutta la Spagna ad avere conservato perfettamente la policromia, grazie alla protezione della facciata aggiunta nel sedicesimo secolo. www.laguardia-alava.com  turismo@laguardia-alava.com

Un museo per giocare
Vittoria Gasteiz nasce su un piccolo poggio dove nel 1181 il re di Navarra Sancho sesto il Saggio decise di fondare la città di Nuova Victoria, come avamposto difensivo del suo regno. Dal nucleo della città medievale nasce un originale tracciato a forma di mandorla, che comprende edifici signorili, botteghe artigiane, magnifici palazzi, soprattutto di epoca rinascimentale. In uno di questi, il palazzo di Bendana, si apre uno dei musei più originali della Spagna: il museo Fournier delle carte da gioco, nato dalla collezione privata del nipote di Fournier, che aveva fondato a Burgos una stamperia di carte da gioco. Oltre 20.000 carte di tutti tempi e dai soggetti più vari sono presentate nelle vetrine in cui spiccano il mazzo di carte più grande del mondo, quello più antico del quattordicesimo secolo, le carte napoletane dipinte a mano con il dito oppure con gli stampini, le carte in oro dei Visconti di Milano. Si comprende qui come le carte da gioco siano state nei secoli un mezzo per diffondere cultura, legate ad esempio ai ruoli fissi del re e della regina, ai luoghi geografici, alla musica, agli scontri internazionali tra potenze. www.vitoria-gasteiz.org , turismo@vitoria-gasteiz.org



 

 

 

NOTIZIE UTILI

 

La compagnia aerea Iberia collega Milano a Bilbao con volo indiretto, attraverso Barcellona o Madrid. Squirrel Viaggi, TO specializzato nella destinazione Spagna propone la programmazione “Mucho Mas Que Volar” in collaborazione con Iberia con "pacchetti" (aereo + albergo) nelle principali città della penisola iberica, tra cui Bilbao, a condizioni speciali nella bassa stagione. www.squirrelviaggi.it  Turisanda propone un soggiorno a Bilbao anche per il ponte delle festività di inizio dicembre: partenza da Malpensa con voli di linea Alitalia e soggiorno in hotel tre stelle per 5 giorni con un’ottima tariffa. www.turisanda.it
  

 

 

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