Un’esperienza
che ti resta impressa nella memoria; una
vacanza che non è solo un momento di
svago, ma che può essere vissuta come
l’interessante scoperta di un popolo che
ha molto da raccontare. Un paese caldo,
avvolgente, disposto a mostrare la sua
anima a chiunque sia pronto a immergersi
nei suoi ritmi. Musica musica
musica... se dovessi esprimere in una
parola ciò che più rappresenta questa
famosa isola d’oltreoceano, non avrei
dubbi. Musica! La senti ovunque: nei
tipici locali dedicati ai tradizionali
balli caraibici, nei bar, ma anche nelle
dogane dell’aereoporto, nelle strade,
nelle case dove la gente non perde
occasione per festeggiare ballando. Non
è inusuale percorrere i vicoli dell’Havana
e ricevere l’invito a visitare una
semplice, ma curata abitazione locale,
tra un passo di salsa e uno di baciata.
Indescrivibile la cordialità dei cubani:
certo passeggiando sul Malecon – il
famoso lungomare dell’Havana – non
mancano gli ‘abbordaggi’ di giovani, in
cerca di una mancia, in cambio delle
loro prestazioni come guida
improvvisata, servizio di traduzione,
eventuale banca a prezzi
convenientissimi – fin troppo...
attenzione alle monete false! –. Ma sono
comunque gentili e educati nei modi di
fare e, per chi non ama i tour operator
o la consultazione di cartine e guide
turistiche, è una soluzione ottimale per
visitare la capitale cubana: La Havana.
Per molti si presenta come una città
avvolta in una inviolabile malinconia,
con mura decadenti, Chevrolet rumorose,
fredde costruzioni di stampo comunista.
Ma è proprio questa atmosfera irreale a
renderla unica: e poi bisogna
differenziare i vari quartieri.
Principalmente si distingue La Havana
Vieja, il Centro e il Vedado. La parte
vecchia – dichiarato Patrimonio
dell’Umanità - è ormai diventato il
centro turistico della città, con case,
locali, negozi, tutti perfettamente
ristrutturati, mantenendo il
tradizionale stile coloniale, ad hoc per
i turisti. Non si può negare, però, una
visita al Castillo de San Carlos de la
Cabana, alla Plaza de Armas , alla
Cattedrale, magari con una sosta
rinfrescante alla Bodeguida del Medio,
dove Hemingway bevve il primo mojito
della storia. La parte più autentica
della città è Havana Centro, che ruota
attorno al Capitolio Nacional, copia
perfetta del Campidoglio di Washington.
Qui, a parte la ricca zona dei teatri
distribuiti attorno al Paseo del Prado,
si sviluppano infinite stradine non
asfaltate, dove la maggior parte della
popolazione trascorre le sue giornate
fumando sigari o ascoltando le ultime
hit musicali. Una vera sorpresa è girare
l’angolo e piombare nel ‘mini’ quartiere
cinese, con tanto di arco raffigurante
un dragone, in perfetto stile
hollywoodiano. Attorno si muovono
goffamente la famose automobili cubane,
che paiono uscire da un fumetto anni
‘50: ancora mi chiedo come facciano ad
andare avanti, ma forse è meglio non
indagare. Divertenti i camellos, gli
autobus tipici che, con le loro ‘forme
sinuose’ a due gobbe ricordano i padroni
del deserto... se poi si equivalessero
anche nella resistenza... Esperienza del
tutto nuova: i ‘coco taxi’, simpatici
taxi a forma di uovo, gialli, che
ospitano due passeggeri alla volta (il
terzo è benvenuto, ma illegale). Questo
è un ottimo mezzo per chiacchierare con
i giovani abitanti della città – che
preferiscono guidare il taxi per un
fisso al mese, nonostante il governo
imponga tariffe al chilometro, piuttosto
che fare gli insegnanti – e per
spostarsi tra i quartieri. Il Vedado è
la parte nuova, cuore economico e
sociale, con grandi palazzi adibiti a
uffici, hotel di lusso – tra cui lo
storico Hotel National – università. E
nel mezzo si impone maestosa Plaza de la
Revolución, dominata dell’obelisco, il
cui belvedere, a 142 metri di altezza,
rappresenta il punto più alto della
città. Fu questo lo scenario di
importanti avvenimenti storici e delle
grandi adunanze politiche degli anni
‘60.
Ma Cuba non è solo La Havana. In dieci
giorni di vacanza non si può pretendere
di visitare tutta l’Isla Grande – dalle
dimensioni simili alla nostra penisola –
ma le opportunità di scelta sono
molteplici. Chi decide di recarsi a
Varadero, la spiaggia più famosa dove
trascorrere vere vacanze di relax, in
compagnia di centinaia di connazionali;
o Trinidad, per unire mare e cultura,
oppure scoprire le bellezze naturali del
paese come la regione del Nord. Vinales,
per la precisione, da cui proviene il
miglior tabaco de Cuba. A proposito:
molti sono i laboratori per la
produzione di sigari diffusi su tutto il
territorio, ma la domenica, nonostante
le richieste dei turisti, sono chiusi.
Non resta che degustare il sigaro seduti
ad un tavolino, magari accompagnandolo
con dell’ottimo Ron. Ma torniamo a
Vinales, con le sue dolci montagne, le
sue vallate verdi, le cavalcate tra le
coltivazioni di cavolo e i percorsi in
bicicletta per visitare i murales
preistorici (che di preistorico hanno
solo la parete su cui sono dipinti!) e
le grotte attraversate da fiumi
sotterranei. Questa zona mantiene ancora
il fascino autentico, non essendo una
zona sviluppata turisticamente, sebbene
alcune spiagge dei dintorni siano state
recitante con ingresso a pagamento. A
Vinales si può quindi passeggiare
tranquillamente, incontrandosi – in
maniera molto ravvicinata, se si sceglie
di buttarsi in un coinvolgente ballo
nella Casa della Musica – e
confrontandosi con gli abitanti della
zona. Soprattutto se si dorme nelle
casas particulares, che rappresentano
l’equivalente dei nostri bed&breakfast:
famiglie private che mettono a
disposizione stanze a prezzi modici,
fornite di biancheria e bagno privato.
Su richiesta, i proprietari sono
disponibili per preparare la cena e
aiutarti a trovare tute le informazioni
che desideri. E’ una vera full immersion
nella loro cultura, nel loro modo di
vivere. Alcune case si sono organizzate
a gestire fino a sette camere, ma a
ciascun ospite dedicano un attenzione
particolare. Pare proprio di essere a
casa.
Chi, invece, preferisce le bianche
spiagge tropicali, può scegliere di
comprare un pacchetto per Cayo Largo.
Direttamente presso le agenzie di
viaggio de La Havana, si possono
acquistare il volo e le notti in uno dei
villaggi di questo piccolo paradiso.
L’isoletta non possiede un vero centro
abitato, ma solo una marina fatta di
strutture prefabbricate e moli
attrezzati per accogliere lussuose
imbarcazioni; in compenso, si ha
l’imbarazzo della scelta per le
strutture alberghiere, tutte affacciate
su una straordinaria lingua di sabbia.
La barriera corallina è lontana e le
onde impediscono di fare snorkelling
dalla riva, ma crogiolandosi al sole di
Cayo Paraiso, si capirà immediatamente
perché merita dimenticare la paura di
volare su un ex cargo a 20 posti! Che
emozione planare su i mille blu del mare
che giocano scintillando al tramonto.
Ma è difficile riassumere le sensazioni
che tutta l’atmosfera cubana sa donarti,
che la gente riesce a comunicarti,
quando ti sorride affacciandosi alle
porte indaco verniciate di fresco, o
quando ti offre un passaggio su di
un’azzurra Chevrolet traballante, con la
radio che trasmette a volume assordante
“Me gusta la gasolina”. E’ l’anima
cubana ciò che ti resta nel cuore: la
disponibilità, l’ospitalità, la forza di
volontà e l’arte di arrangiarsi. In un
paese dove, anche se dieci giorni
passano in un batter d’occhio, il tempo
pare essersi fermato.
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