Grande
invenzione il caicco. Questa
affermazione farà forse storcere il naso
a quanti praticano la vela, ma sta di
fatto che queste barche panciute tutte
di legno, dove gli alberi ben di raro
dispiegano le vele perché si naviga
quasi sempre al lento incedere del
motore diesel, costituiscono un mezzo
ideale per fare turismo nautico. E
infatti dalle coste turche, dove sono
nati, si stanno pian piano estendendo a
quelle greche e a tutto il Mediterraneo
orientale, ovunque ci sia una costa che
merita di essere esplorata dal mare,
miscelando vita balneare e visite a
terra. Sono barche lunghe dai 20 ai 30
metri, larghe in proporzione, con in
genere 6-9 cabine doppie a disposizione
degli ospiti. Le cabine non sono
sicuramente suite, ma non hanno nemmeno
nulla da spartire con gli spazi angusti
di una barca sportiva, offrendo tutti i
comfort minimi, aria condizionata,
doccia e bagno individuale compresi, e
gli ospiti possono dedicare il tempo ad
ammirare la costa, a fare bagni in posti
stupendi, a prendere il sole sui
capienti ponti, a compiere escursioni a
terra, perchè di tutto – dalla
navigazione ai pasti – se ne occupa il
personale di bordo. Mediamente si naviga
dalle 3 alle 5 ore al giorno, mentre di
sera si attracca in porto e si cena in
qualche ristorantino, delizia sicura per
quanti amano il pesce, senza dover fare
lacrimare il portafogli. E, nonostante
ci si trovi in un paese islamico, senza
nemmeno dover rinunciare ad un buon
bicchiere di vino o ad una birra fresca,
disponibili comunque anche durante il
giorno. Quindi notti tranquille in
porto, con possibilità di rientrare a
bordo quando si vuole. Unico
inconveniente, se non si riesce a
riempire tutta la barca con parenti e
amici, il dover convivere per tutta la
durata della vacanza in spazi comunque
limitati con estranei, attenendosi
democraticamente per ogni cosa alle
decisioni della maggioranza.
Il caicco, da noi anche chiamato
goletta, rappresenta il mezzo ideale per
esplorare la costa turca egea e
mediterranea, come dimostra l’elevato
affollamento estivo di barche,
consentendo di accedere ad un numero
infinito di località – isole,
promontori, baie, lagune, grotte,
spiagge, borghi di pescatori, rovine –
diversamente non raggiungibili. Stiamo
parlando di uno dei tratti più belli e
interessanti - sia a terra che in mare –
di tutto il Mediterraneo, capace di
offrire acque incontaminate, enormi
spiagge sabbiose e minuscole baie
rocciose, resti eloquenti di importanti
insediamenti greci, ellenistici, romani,
bizantini, selciuchidi, cristiani,
ottomani e medievali, ruderi sommersi,
una vegetazione esuberante che va
dall’abete alla palma, borghi di
pescatori senza luce né strade. E sullo
sfondo le cime innevate del Tauro,
nonostante la calura a mare. Da Bodrum,
l’antica Alicarnasso patria dello
storico Erodoto, ad Antalya, 300 miglia
di mare offrono ad ogni angolo una
sorpresa, che non basterebbe un libro ad
elencare e descrivere: ovunque si
navighi, non si resterà comunque mai
delusi.
Partendo ad esempio dal vivace porto di
Bodrum, il più a nord, si attraversa il
golfo del Kerme, uno dei più belli, dei
più profondi e dei meno abitati della
costa, si tocca Knidos, una delle
colonie greche più ricche dell’Asia
Minore (meritano una visita le rovine
dell’anfiteatro e del tempio di
Afrodite), per approdare a Datça, ieri
piccola località di pescatori e oggi una
Saint Tropez in miniatura; l’indomani si
naviga fino a Bozburun, un luogo
idilliaco con acque cristalline, centro
di pescatori e di cercatori di spugne
nonché sede di cantieri dove si
costruiscono caicchi di tutte le stazze,
e il giorno successivo si approda a
Marmaris, un fiordo mediterraneo immerso
nel verde diventato la più nota e
frequentata località balneare dell’Egeo
meridionale, dove la mondanità abbonda
ma il fascino naturale è scemato a causa
del cemento. Il quinto giorno si punta
verso Caunos, per esplorare su piccole
imbarcazioni lungo un fiume di canneti
le famose e monumentali tombe licie a
tempio scavate nella roccia, con
possibilità di fare fanghi termali;
l’indomani si naviga invece su antiche
rovine parzialmente sommerse in una baia
con
pinete che arrivano fino al mare, mentre
l’ultimo giorno assiste ad un vero
tripudio di bagni attorno all’isola di
Tersane, dove già ai tempi di Solimano
il Magnifico sorgevano cantieri navali,
per approdare infine a Gocek, dove ha
termine la crociera. Esiste anche un
itinerario analogo che prevede l’approdo
a Rodi, l’isola maggiore del Dodecanneso
greco, con la visita ai monumenti del
capoluogo e di poter godere della sua
vivace vita notturna.
Un altro possibile itinerario parte da
Gocek e si sviluppa lungo la costa
mediterranea fino ad Antalia,
percorrendo uno dei tratti più
suggestivi e incontaminati del mare
turco, disseminato ovunque di rilevanti
testimonianze archeologiche. Dopo un
bagno nelle splendide acque della baia
di Olu Deniz, interdetta alla
navigazione per ragioni
protezionistiche, si pernotta sull’isola
di Gemiler, disseminati di ruderi
nascosti tra ulivi e carrubi; il giorno
dopo visita delle rovine di Xanthos
(tombe nella roccia, monastero bizantino
e arco romano) e quello successivo
approdo alla graziosa località di Kekova,
non prima di aver compiuto una
emozionante visita in barca alle rovine
sommerse per un fenomeno di bradisismo
locale, con sarcofagi lici, strade e
abitazioni sommerse che sfilano
incredibilmente sotto la chiglia. Il
quinto giorno è la volta dell’antica
Myra, con la visita delle tombe
rupestri, il teatro e la chiesa
bizantina di San Nicola, il quale prima
di essere protettore di Bari fu vescovo
di questa antica città (curioso
osservare come San Nicola sia stato
l’ispiratore della figura e della
funzione di Babbo Natale), mentre in
quello successivo tocca alle imponenti
rovine di Phaselis, importante città
fenicia, romana e bizantina con ben tre
diversi porti nelle sue varie baie, in
una ammirevole sintesi tra l’ambiente
marino ancora intatto, la vegetazione
mediterranea e i resti archeologici. La
conclusione nella città portuale di
Antalya consente svariati itinerari a
terra e soggiorni mare in attrezzate
località della costa mediterranea.
Ovviamente tutti gli itinerari possono
essere compiuti nei due versi, oppure
anche compiuti in successione.
|