Arrivando
dalla terraferma bisogna attraversare il
ponte girevole Belvedere costruito nel
1936 per arrivare finalmente a Grado,
l’isola tra Trieste e Venezia racchiusa
tra Mare Adriatico e l’omonima laguna.
Considerata fin dall’Ottocento la più
ambita spiaggia dell’impero
Austro-Ungarico, l’antico borgo di
pescatori vanta una storia che risale
alla Gradus romana del II sec d.C. e una
fama legata alle sue spiagge, ai
servizi balneari e alle proprietà
terapeutiche della sua sabbia e della
sua aria che le sono valse l’appellativo
di “Isola del Sole”.
Nel centro storico, un piccolo
labirinto di calli, campi e campielli
una volta racchiuso nelle mura del
castrum gradense (V sec. d.C.), basta
alzare lo sguardo per scoprire le
origini millenarie e la vera anima di
Grado tra dettagli architettonici,
iscrizioni latine, frammenti scultorei e
belle case medioevali. Al centro
dell’antico castrum, nel Campo dei
Patriarchi, sorge la triade dei mirabili
edifici paleocristiani: la Basilica di
S. Eufemia, il Battistero e la Basilica
di Santa Maria delle Grazie in cui
brillano le tessere di preziosi mosaici,
risalenti al periodo in cui l’isola fu
sede del Patriarca dal 571.
Alle spalle del centro storico si
sviluppa il porto, ideale
collegamento tra il passato e il
presente di una comunità che ha sempre
trovato nella pesca la sua principale
fonte di sopravvivenza. Costruito a
forma di Y rovesciata, è una delle più
importanti opere pubbliche degli
Austriaci, arrivati a Grado nel 1815. È
qui che si svolge la frenetica attività
dei pescatori in partenza e in arrivo
dalla laguna ed è da qui che
partono le imbarcazioni che portano alla
scoperta dell’affascinante paesaggio
lagunare tra canali, isolotti e i tipici
“casoni” con il tetto ricoperto di
paglia, le case dei pescatori divenuti
l’emblema della laguna.
Laguna di Grado: tra
natura e storia
Numerosi isole e isolotti rigogliosi di
vegetazione, valli da pesca, canali e
rii disegnano intorno a Grado il
paesaggio unico dove la natura
regna incontrastata: uno specchio
d’acqua di circa 12 mila ettari
suddiviso in laguna di Ponente e laguna
di Levante e punteggiato di “casoni”, le
tipiche abitazioni dei pescatori. Ai
visitatori che, a bordo di battelli,
canoe, batele (le tipiche imbarcazioni
lagunari a remi dal fondo piatto), o
semplicemente taxi-boat, si avventurano
tra i canali e le terre emerse si apre
un paesaggio terraqueo di suggestiva
bellezza con l’incantevole spiaggia
naturale di Banco d’Orio. Per gli
appassionati di bird-watching e per
tutti gli amanti della natura la Riserva
naturale regionale della Valle Cavanata
è una meta da non perdere. Ex valle da
pesca nella laguna di Levante, si
estende per 327 ettari divenuti habitat
naturale per 263 specie di uccelli tra
migratorie, svernanti e nidificanti.
Questo paesaggio terraqueo fuori del
tempo, che forse rappresenta la vera
essenza di Grado, non solo racchiude
tesori naturalistici ma racconta anche
una storia millenaria che parte
da una fede profonda rappresentata tutt’oggi
dall’isola di Barbana, tra i più antichi
e frequentati santuari mariani d’Italia,
passando per tracce di antiche vie e
approdi, fino alla dura e laboriosa vita
dei pescatori.
Andar per spiagge e terme
Nel 1892 l'imperatore Francesco Giuseppe
elesse Grado come Stazione di Cura
ufficiale. I motivi sono chiari ancora
oggi: la favorevole posizione
geografica, il microclima sempre dolce e
gradevole, l'aria ionizzata del mare e
la sabbia ricca di minerali benefici.
L’attività balneare di Grado si svolge
sull’ampia fascia di sabbia dorata
completamente rivolta a sud e per questo
esposta ai raggi solari per tutta la
giornata. Qui si alternano le spiagge di
Grado tra il blu del mare, il verde
rilassante della vegetazione e il giallo
oro della sabbia dalle uniche proprietà
benefiche e curative. Nel cuore di
Grado, dove l’elegante e ombreggiato
viale Europa si unisce alla “Diga”, il
lungomare che porta fino alla spiaggia
di ponente detta “Costa Azzurra”,
comincia la Spiaggia Principale,
gestita da Grado Impianti Turistici spa
(GIT). Ad accogliere l’ospite è
l’allegro alternarsi di cabine e
ombrelloni dai vivaci colori e la
sensazione di grande ordine, qualità e
sicurezza dell’intera struttura
balneare. Il biglietto d’ingresso
comprende l’accesso all’arenile, parchi
giochi per bambini, aree verdi, come il
“Parco delle Rose”, campi da gioco per
bambini e adulti, spogliatoi, docce e
numerosi altri servizi, come le lezioni
di fitness in acqua o gli originali
appuntamenti estivi. Nell’area della
Spiaggia Principale si trovano, inoltre,
le Terme Marine (Centro
talassoterapico), che tutto l’anno
offrono una gamma completa di
prestazioni per tutte le esigenze: dalla
riabilitazione, alle cure estetiche del
corpo, ai trattamenti wellness più
all'avanguardia, gli stabilimenti
psammatoterapico (sabbiature) ed
elioterapico (solarium) e il recente
Parco Termale Acquatico con acqua di
mare.
Autunno, tempo di
enogastronomia
Tra le tante sfaccettature del turismo,
l’enograstronomia è sicuramente il modo
più piacevole per avvicinarsi alle
antiche tradizioni legate a un
territorio. Il discorso vale più che mai
per Grado e per la sua cucina fatta dei
piatti legati alle usanze dei pescatori,
che trova la sua maggiore espressione
nel “Boreto a la graisana”.
Va subito detto che il “Boreto” non è né
un brodetto, né una zuppa ma una
pietanza, unica per semplicità di
ingredienti e preparazione e
inventata dai pescatori della laguna.
Fino a una quarantina di anni fa,
infatti, molti gradesi vivevano ancora
stabilmente nei “casoni”, le tipiche
abitazioni coperte di paglia e canne
sugli isolotti lagunari. I cosiddetti
“casoneri” si mantenevano soprattutto di
pesca e l’alimento costante della loro
alimentazione era, appunto, il pesce.
Quello che non poteva essere venduto al
mercato rimaneva a disposizione delle
massaie che dovevano ingegnarsi per
cucinarlo con gli altri ingredienti a
disposizione. La preparazione del
“Boreto” è tanto semplice quanto
ingegnosa. All’olio insaporito con
l’aglio vanno aggiunti pesce misto, un
po’ di sale, pepe nero in abbondanza, un
bicchiere di aceto e un po’ di sapienza
nel mescolare fino a ottenere quell’intingolo
denso che ben si sposa con la polenta
bianca, altro immancabile ingrediente
del vero Boreto.
Oggi il famoso piatto compare nei menu
dei migliori ristoranti dell’Isola del
Sole ed è il protagonista dell’omonima
rassegna gastronomica, uno degli
eventi più amati dell’anno.
Come ormai da tradizione, anche
l’edizione 2006 del “Boreto a la
Graisana” si svolge nei ristoranti
aderenti all'associazione “Ristoranti
del Castrum”. Ogni venerdì dal 30
settembre al 20 novembre è prevista
una serata con un menù speciale a prezzo
fisso interamente dedicato alla
degustazione del Boreto che viene
innaffiata da vino rosso (merlot,
refosco e raramente cabernet) e
allietata da performance teatrali e
musicali.
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