A volte, quando passiamo per periodi
stressanti abbiamo bisogno di
rilassarci, di calmare il
corpo e la mente, e chiudendo gli occhi
cerchiamo di rievocare un momento
speciale o un paesaggio meraviglioso.
Ebbene, con un viaggio a Fuerteventura
si potranno memorizzare immagini,
profumi, suoni e sapori che ci
aiuteranno a ritrovare quella pace tanto
desiderata in certe occasioni.
Dopo Tenerife, Fuerteventura è la più
grande delle isole Canarie, con
un’estensione di 1.731 chilometri
quadrati; è anche la più vicina
all’Africa dato che la distanza fra le
due è di soli 100 chilometri. Dal punto
di vista geologico si tratta di una
delle isole più antiche dell’Arcipelago
Canario, sorta dopo vari periodi
vulcanici, e dopo aver subito un’intensa
erosione, oggi presenta un aspetto
brullo, con montagne ondulate e numerosi
crateri vulcanici, rocce, colate di lava
nera e scogliere.
Il clima di Fuerteventura è mite e
gradevole, con la brezza prodotta dai
venti alisei che convertono le spiagge
nel paradiso del windsurf. La direzione
dei venti fa in modo che le coste si
dividano in due, quelle di Barlovento
(controvento, che viene dal mare) e
Sotavento (che lo riceve di spalle,
ossia da terra), per questi motivi le
spiagge di Barlovento hanno acque sempre
agitate.
La flora dell’isola non è molto
abbondante in comparazione con il resto
dell’Arcipelago Canario, estensioni di
cespugli spinosi occupano la maggior
parte della sua superficie, si possono
trovare inoltre alcune piante grasse
autoctone. Palme e tarajales sono
praticamente gli unici alberi autoctoni
che appaiono in precipizi e valli. Tra
la fauna dell’isola emergono uccelli
come la pardela (gabbianello).
La figura della capra ha protagonizzato
una tappa secolare assai produttiva e
che ancora persiste nell’economia
dell’isola dove si trovano greggi di
capre che campano a loro piacimento per
le vaste pianure; inoltre la capra di
Fuerteventura è assai quotata nei paesi
in cui viene esportata per la sua alta
produttività di latte. Altro elemento
fondamentale dell’isola è costituito dai
mulini, che sono stati mantenuti in
funzione fino a pochi anni fa, esistono
due diversi tipi di mulini secondo la
loro struttura: il molino Macho di
pianta circolare, e la Molina più
moderno e di pianta quadrangolare.
Appunti di storia
Gli aborigeni chiamavano quest’isola “Erbaina”.
A quanto pare gli antichi abitanti di
Fuerteventura erano alti (misuravano
intorno a 1,70 m) e abitavano in
villaggi relativamente grandi. Gli
indigeni vivevano fondamentalmente delle
capre e di alcune sementi che
macinavano, e dovevano stare
permanentemente allerta a causa degli
attacchi dei pirati che giungevano
sull’isola in cerca di schiavi. Vi erano
due regni separati da una muraglia che
tagliava l’isola in due: Maxorata al
nord, e Jandia al sud. Fu un’isola
dimenticata e nascosta fino alla sua
conquista nel XV° secolo in nome del re
Enrico III di Castiglia. In seguito
l’isola si convertì in una signoria o
latifondo così il potere si concentrò
nelle mani di poche famiglie.
L’organizzazione feudale venne mantenuta
fino al XIX° secolo, quando fu abrogata
dalla Costituzione de las Cortes (Camere
parlamentari) di Cadice e con la
creazione di otto municipi in
Fuerteventura.
Attualmente l’isola fa parte della
Comunità Autonoma delle Canarie e
appartiene alla provincia di Las Palmas.
Apparizione e sviluppo del turismo
Fino a non molti anni fa i greggi di
capre erano quasi l’unica ricchezza di
Fuerteventura, ma oggi il turismo è
passato in primo piano anche se
l’attività edilizia (che non ha mai
smesso di crescere dal 1966) resta
concentrata solo in alcune zone della
costa orientale, come Corralejo, Morro
Jable, Costa Calma o Caleta de Fuste.
Fuori da queste zone, il resto
dell’isola conserva intatta la sua
purezza, i campi di lava e le colate
basaltiche, spiagge interminabili e
centinaia di piccole calette.
A Fuerteventura esiste una gran
tradizione naturista. Corralejo fu una
delle località pioniere del nudismo,
anche se adesso si pratica solo nelle
spiagge di Sotavento o in decine di
calette appartate.
Il litorale occidentale dell’isola è un
paradiso per gli appassionati di vela,
di surf, windsurf e kitesurf! In questa
zona si celebrano molti campionati
professionali di windsurf inoltre sono
sorte numerose scuole di surf e club per
noleggiare il materiale o ricevere
classi a Corralejo, Cotillo, Caleta de
Fuste. L’isola attrae anche gli amanti
della canna da pesca e i sommozzatori,
dato che i fondi sabbiosi, piatti e poco
profondi, sono cosparsi di cornici,
tunnel e gallerie memorabili.
Anche
il turismo rurale ha molto da offrire.
All’interno l’isola cambia aspetto, i
villaggi di La Oliva, Bentacuria e
Pàjara formano la colonna vertebrale
dell’isola, parlano di storia e sono la
testimonianza dei tempi in cui i
militari e le famiglie nobiliari
comandavano l’isola.
Gastronomia e tradizioni
La cucina si caratterizza per la gran
varietà di pesce e in particolare vieja
(dentice), cherne (cernia), cabrilla (sciarrano),
pesce spada e merluzzo. Per degustare
del pesce fresco a buon prezzo si
consiglia di andare direttamente alle
confraternite di pescatori di Corralejo,
Morro Jable, oppure nei ristorantini di
El Cotillo e Punta Jandìa. Fuerteventura
è famosa anche per la carne di capretto
nel forno a legna, fritta o marinata,
come pure i formaggi locali, bianchi o
impepati, e di produzione autoctona; un
capitolo a parte meritano i formaggi,
elaborati con latte di capra e da sempre
un elemento fondamentale della
tradizione gastronomica canaria. Quest’ultimo
è protetto fin dal 1996 con
denominazione d’origine ed è il primo
formaggio canario ad ottenerla.
Ogni località dell’isola ha la sua festa
per onorare il Santo Patrono e in tali
occasioni si organizzano processioni,
pellegrinaggi e sagre popolari che
durano vari giorni. Gli originari
dell’isola assistono in massa a queste
feste, tra le quali spicca quella
celebrata alla fine della terza
settimana di settembre nell’eremo della
Virgen de la Peňa, patrona dell’isola.
Si celebra anche il carnevale,
soprattutto a Puerto del Rosario.
Infine, per quanto riguarda
l’artigianato tipico, questo è composto
principalmente da ricami e merletti che
vengono realizzati in differenti
località, con stili e tecniche
particolari. Si fabbricano anche
articoli di cesteria, cappelli, stuoie e
ceramiche.
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