Nel
1955 il giovane paletnologo e
antropologo Fabrizio Morì scoprì, più o
meno casualmente, sulle pareti rocciose
dell’Acacus libico splendidi affreschi e
incisioni risalenti al periodo
preistorico, quando il Sahara era ancora
verde. Già dal 1800 si avevano
sporadiche notizie sull’esistenza di
manifestazioni d’arte sahariana, ma non
si conosceva ancora la loro datazione né
chi ne fossero gli autori. Le successive
indagini ci hanno rivelato l’esistenza
di una vera e propria galleria a cielo
aperto di arte rupestre, dove sono
rappresentati migliaia di anni di storia
dell’uomo, da cacciatore a pastore
nomade e a coltivatore, dalla diffusione
della ruota e fino ai prodromi
dell’alfabeto. Oggi è possibile visitare
e ammirare questo enorme patrimonio
storico e culturale in tutta la sua
interezza, grazie alla fine dell’embargo
che per parecchio tempo aveva reso quasi
impossibile l’accesso a questa
bellissima nazione.
Chi lo ha provato può testimoniare che
un viaggio nel deserto regala una somma
incredibile di sensazioni e di emozioni,
come pochi altri ambienti sanno offrire.
Purtroppo il prezzo da pagare per poter
vivere una simile entusiasmante e
indimenticabile esperienza è
rappresentato da una serie di difficoltà
logistiche, dai rischi e dai disagi
connessi ad ogni viaggio-avventura, come
la rinuncia ai più elementari comfort,
cose che finiscono inevitabilmente per
limitare il numero dei potenziali
possibili fruitori. Ora non più. Da
alcuni anni infatti in una delle regioni
più interessanti e spettacolari del
Sahara, il Fezzan libico situato
nell’estremo sud-ovest al confine con
l’Algeria, dove la natura ha concentrato
un insieme di peculiarità naturali e
storiche probabilmente uniche, si
trovano un albergo di standard europeo
(unico in tutta la regione) situato di
fronte al museo di Germa e dotato di 27
confortevoli camere con bagno, acqua
calda, ventilatore, telefono e
televisione, e un campo tendato fisso
(il primo di tutto il Sahara) ubicato
nella regione dell’Auis, tra i picchi
erosi del parco dell’Acacus e le dune di
Uan Kaza, con 30 ampie tende a due posti
dotate di ogni possibile comfort
(pavimento, mobili, luce elettrica,
lavandino, letti con materassi e
piumoni, salottino esterno, bagno e
doccia individuali con 50 litri di acqua
al giorno, morning tea al risveglio,
ristorante con frigo, tenda beduina per
i falò serali), entrambi a gestione
italiana, tali da poter rendere questo
tratto di deserto davvero accessibile
per chiunque, bambini e anziani
compresi, senza dover subire alcun
genere di disagi o privazioni. Potendo
dedicare tutto il tempo a disposizione
per godere delle innumerevoli attrattive
offerte dall’ambiente, con i suoi
molteplici colori, le luci mutevoli, le
ombre intense, le mille forme di vita,
le tracce del passato, le sue immensità
spaziali e temporali, le incomparabili
notti stellate con il naso all’insù, per
un viaggio interiore nel profondo del
proprio animo.
Facendo base in queste due strutture
sarà possibile visitare, con escursioni
giornaliere in fuoristrada, luoghi di
notevole bellezza e interesse come il
museo sahariano di Germa, i resti della
città di Garama, la capitale dei
bellicosi Garamanti antichi signori del
deserto citati da Erodoto e Sallustio,
le testimonianze della penetrazione
romana più meridionale in Africa,
l’enorme distesa delle possenti dune
dell’erg di Ubari, che verranno in parte
attraversate con saliscendi mozzafiato,
i laghi della ramla dei Dauada nascosti
tra le dune (una delle visioni di
maggior suggestione che il Sahara possa
offrire) con la loro incredibile
ricchezza cromatica, le dune del piccolo
erg di Uan Kaza con le creste affilate e
le tracce di antichi paleolaghi, e poi
il parco nazionale del Tadrart Acacus,
protetto dall’Unesco come patrimonio
dell’umanità per le sue peculiarità
geologiche e storiche, con i suoi fiumi
fossili, le piatte distese che spaziano
all’infinito, le rocce dalle curiose e
fantasiose erosioni, le dune
policromatiche dalle creste sinuose e
sensuali, le mirabili pitture
preistoriche celate in grotte e ripari,
le molteplici tracce dell’antica
presenza umana nell’altipiano pietroso
del Messak Settafet, con le stupende
incisioni degli uadi Mathendush e In
Galghein. Inoltre, per evitare il lungo
e faticoso trasferimento via terra da
Tripoli, distante mille chilometri, i
percorsi di andata e ritorno verranno
compiuti con voli di linea su Sebha, il
capoluogo del Fezzan.
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