Madrid
è aperta ed estroversa, chiassosa e
popolare, il suo centro storico
costituisce un telaio labirintico di
armoniosa semplicità, intorno alla quale
si ergono bei palazzi, parchi e corsi
che sono i segni connotativi della città
moderna.
Emblematica dal punto di vista artistico
per i suoi musei, gode meritatamente
della fama di città aperta nella quale
tutti trovano una propria collocazione:
vi convivono le tendenze e gli
atteggiamenti più svariati.
La capitale spagnola non è come le altre
capitali europee che posseggono un
enorme patrimonio storico, ma è una
città moderna che offre oltre ad aspetti
culturali importanti, si pensi ai vari
Musei tra cui per eccellenza il Prado,
ma anche ad espressioni artistiche in
letteratura, oppure musicali quali il
flamenco, antico ballo gitano, oppure
teatrali come la zarzuela, genere
musicale più rappresentativo della
Spagna, simile all´operetta, oppure
scenografico- teatrale come la corrida
nella famosa plaza de Toros de las
Ventas, spettacolo contestato ma sempre
seguito in quanto è una tradizione
antica e radicata nella cultura
spagnola.
Il Prado
Ultimato nel 1785 fu progettato, in
origine, come 'casa della scienza' e
avrebbe dovuto includere un museo di
storia naturale e vari laboratori.
Fu re Ferdinando VII a decidere di
creare un museo per esporre al pubblico
una parte ampia e rappresentativa del
patrimonio artistico del paese. Oggi
sono più di 7000 le opere conservate nel
museo. Uno dei pregi più interessanti
della collezione del Prado è che
consente di conoscere alcuni dei grandi
artisti attraverso un ampio repertorio
delle loro opere. Molte sale sono
dedicate a tre dei maggiori pittori
spagnoli: El Greco, Velàzquez e Goya, il
fiore all'occhiello del museo.
Si può essere anche colpiti dalla
sindrome di Stendhal ammirando i più
celebri capolavori di altrettanti
celebri artisti: dal Beato Angelico a
Tiziano e Raffaello, dal Tintoretto a
Tiepolo, dal Botticelli ad Antonello da
Messina, da Rubens al Caravaggio.
Orari d'apertura: da martedì a domenica
dalle 9 alle 19; chiuso il lunedì.
Sabato dalle 14.30 alle 19 ingresso
gratuito. www.museoprado.mcu.es
Cattedrale di Nuestra
Senora de la Almudena
Adiacente al Palazzo Reale si erge la
grande e lineare cattedrale di Madrid,
che fu consacrata a metà del 1992, dopo
oltre 110 anni di lavoro.
Nel sito sorgeva un luogo di culto fin
dall'inizio della storia della città.
Quando giunsero i cristiani, nell'XI
secolo, l'imponente moschea preesistente
fu trasformata in una chiesa consacrata
a Santa Maria, che ben presto divenne
Santa Maria de la Almudena, in
riferimento al nome mussulmano di questa
parte della metropoli.
In seguito fu demolita e rimpiazzata da
una nuova chiesa, che rimase in piedi
fino al XVIII, quando venne rasa al
suolo per ampliare Calle Mayor.
Nel 1851 si iniziò la costruzione
dell'attuale cattedrale, che è in stile
neogotico ed ha l'interni bianchi e
luminosi.
La Chiesa, nella quale vengono
conservate le reliquie di San Isidro, è
stata scelta dall'erede alla corona
spagnola per il suo "matrimonio evento"
del 2004.
Museo
Thyssen-Bornemisza
Messa insieme nell'arco di due
generazioni dalla famiglia di magnati di
origine tedesco-ungherese
Thyssen-Bornemisza, questa è una tra le
collezioni d'arte private più ricche ed
articolate del mondo.
Sono quasi 800 le opere esposte in
questa struttura dall'ottobre del 1992
tra cui quadri e sculture, intagli,
arazzi e oggetti d'oro e d'argento.
I punti forti di questa raccolta sono: i
Primitivi Italiani e Olandesi,
Rinascimento Tedesco, Pittura Olandese
del XVII secolo, Pittura Americana del
secolo XIX, Impressionismo,
Espressionismo Tedesco, Costruttivismo
Russo ed infine l'Astrazione Geometrica
e il Pop.
Nella pittura europea, Goya unisce
meglio d'ogni altro il cammino che va
dall'illuminismo al secolo XX.
Altri aspetti interessanti del Museo
sono i ritratti, fra i quali si trovano
opere eccezionali come Giovanna
Tornabuoni del Ghirlandaio.
Orario di apertura: Tutti i giorni dalle
ore 10 alle ore 19, chiuso il lunedì.
www.museothyssen.org
Palacio Real
Fu fatto costruire da Filippo V di
Borbone dopo la distruzione in un
incendio del vecchio é Palazzo Reale,
Alcazar.
Il Palazzo, che Filippo morì senza poter
vedere, è un complesso barocco in stile
italiano (costruito dall'architetto
Sacchetti, dopo la morte di Juvarra) con
ben 2800 sale, una cinquantina delle
quali sono aperte al pubblico.
Le stanze più suggestive sono:
L'Armeria Real nella quale si
trova una collezione di armi e armature
risalenti perlopiù ai secoli XVI e XVII.
Le corazze complete, come quella
appartenuta a Filippo III, sono tra i
cimeli più affascinanti.
Il Salon del Trono, al quale si
arriva attraverso la scalinata
principale. Questa stanza risulta
eccessivamente sfarzosa, con le sue
pareti rivestite di velluto rosso vivace
e il soffitto decorato con stucchi e
muri adorni di sete ricamate.
La Sala de Porcelana nelle cui
pareti sono incastonati migliaia di
pezzi di porcellana provenienti
dall'antica fabbrica del Retiro.
Orari di apertura:
9-18 da lunedì a sabato, 9-15 domenica e
festivi da aprile a settembre.
9.30-17 da lunedì a sabato, 9-14
domenica e festivi da ottobre a marzo.
L'orso di Madrid
Ogni città ha i suoi simboli e la
capitale spagnola non fa eccezione.
All'inizio era uno slogan, poi prese
forma un nuovo simbolo destinato a
diventare l'odierno emblema della
metropoli: un'orsa che fruga un mandrono,
ossia un corbezzolo. Intorno c'è una
cornice che porta sette stelle a cinque
punte, sormontata da una corona.
La storia dell'orsa e del corbezzolo è
molto complessa, comunque…
Quando Alfonso VI prese Madrid nel 1805,
per alcuni questa città sarebbe stata la
prima di una lunga serie di conquiste,
quindi la capitale spagnola era un
esempio da seguire, o una stella polare.
La presenza delle stelle viene da molti
spiegata dal fatto che Madrid, come
Roma, fu costruita su sette colli. Un
gruppo di sette stelle intorno alla
stella polare.
Così l'orsa e le sette stelle divennero
il simbolo della metropoli. Il fatto che
in epoca medioevale la zona intorno a El
Prado, poco più a nord di Madrid,
ospitasse molti orsi offre
un'interpretazione più probabile alle
origini dello stemma.
Sopra la cornice di stelle campeggia una
corona. Si dice che Carlo I abbia
consentito a Madrid di fregiarsi del
simbolo della corona imperiale nello
stemma dopo essere guarito da una
pericolosa febbre grazie alle foglie di
corbezzolo, il cui potere miracoloso era
tenuto in gran conto dai medici
dell'epoca.
Le cinque punte delle stelle
rappresentano le cinque province che
circondano la Comunità di Madrid:
Segovia, Avila, Toledo, Cuenca e
Guadalajara.
La corrida
E' un rito di origine antica, e unisce
l'eccitante eleganza della contesa tra
il torero e l'animale a un misterioso e
primordiale senso di violenza collettiva
che si sublima nel sanguinoso sacrificio
del toro. Per gli spagnoli è sbagliato
vedere nella corrida un evento di
violenza gratuita. Non si tratta di uno
sport, ma di un combattimento alla pari
tra l'uomo e la forza bruta
dell'animale.
La corrida classica è infatti un
dramma teatrale in tre atti:
Nel primo il toro, tenuto chiuso
in una stalla buia fino a quel momento,
viene liberato nell'arena. Abbagliato
dalla luce, l'animale vede
improvvisamente tre toreri nel mezzo
dell'anello di sabbia, che agitano
grandi cappe per attirare la sua
attenzione e per indurlo ad attaccare.
Quando il toro carica i toreri corrono a
ripararsi dietro alti steccati di legno
posti ai margini dell'arena, contro i
quali il toro si scaglia con inaudita
violenza. Poi i picadores a cavallo
infilzano lunghe lance sulla groppa del
toro, pratica che serve sia a far
infuriare l'animale che a stancarlo nel
rincorrere i cavalli, dotati di
paraocchi e di protezioni imbottite.
Nel secondo atto i banderilleros
entrano nell'arena e rincorrono il toro
con delle picche corte e munite di
bandiere. Evitando con grande agilità il
toro, questi piantano le banderillas nei
quarti posteriori dell'animale, finché
la groppa non luccica di sangue. Le
punte delle banderillas conficcate fanno
aumentare ulteriormente la furia del
toro.
L'atto finale si chiama faena:
il matador affronta il toro da solo,
armato di una piccola cappa rossa e di
una spada con cui deve ucciderlo. In
teoria dovrebbe farlo con un singolo
colpo vibrato tra le scapole del toro
raggiungendo il cuore dell'animale.
Se il matador non è abbastanza elegante,
abile o coraggioso, o se il pubblico
avverte che il matador ha fatto in modo
di combattere con un animale piccolo e
docile, lo canzonano dagli spalti. Se
invece la corrida è interpretata con
sufficiente sangue freddo, il giudice di
gara permette al torero di tagliare
l'orecchio del toro o addirittura, se lo
spettacolo è stato di altissimo livello,
la coda.
Molti stranieri pensano che la
competizione tra uomo e toro abbia un
esito scontato e non riescono ad
apprezzare il pericolo corso dall'uomo
che combatte contro un toro da corrida,
un gigante nero che pesa quasi mezza
tonnellata, che ha un'agilità e una
forza straordinarie e che possiede corna
lunghe e affilate come daghe. In questa
danza all'ultimo sangue, il tempo
rallenta, movimenti che durano al
massimo un paio di secondi. A volte
succede anche che un matador riporti
ferite serie o che venga ucciso
nell'arena dal toro.
La corrida è famosa in tutta la Spagna,
ma in particolare a Madrid dove si trova
l'arena più grande e importante al
mondo, Plaza de Toros Monumental de Las
Ventas.
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