Un insolito itinerario artistico a
Conversano, sulle tracce del “Guercio di
Puglia”, alla scoperta di antichi
conventi, chiese, monasteri, dimore
storiche e casini di caccia. Ma tra le
numerose storie e leggende che popolano
le vie di Conversano, si può assaporare
il fascino di questa terra anche
attraverso la sua ricca cultura
gastronomica.
Si chiamava Norba l’antico centro
abitato che si sviluppò su una collina a
pochi chilometri dal mare e che diventò,
secoli dopo, l’attuale Conversano, una
splendida città d’arte in provincia di
Bari: dai suoi 220 metri d’altezza si
poteva controllare la campagna
circostante e la costa; una posizione
ottimale per dare vita ad una città di
tale importanza da divenire nei secoli
un punto di riferimento per gran parte
del territorio circostante.
E’ proprio grazie al mecenatismo della
famiglia Acquaviva d’Aragona (metà del
XVII secolo), e in particolare a
Giangirolamo II, meglio noto come il
“Guercio di Puglia” che, oltre alla
crudeltà (gli si attribuisce addirittura
l’iniqua pratica dello jus primae noctis),
coltivava anche la passione per l’arte,
che Conversano può ora vantare splendidi
gioielli architettonici e opere d’arte
di grande valore: il castello, l’austera
basilica romanica, le fastose chiese
seicentesche, le semplici chiese
campestri, i palazzi nobiliari, alcuni
dei quali trasformati in relais di
lusso, monasteri, chiostri e antiche
ville. L’edilizia religiosa di epoca
medievale fu coinvolta in un fervido
programma di rinnovamento: prima il
Rinascimento e poi il Barocco vestirono
gli antichi edifici di nuove forme e
colori, rendendo Conversano un autentico
gioiello architettonico. Il ciclo
pittorico della Gerusalemme Liberata,
eseguito da Paolo Finoglio, grande
maestro del ‘600, e perfettamente
conservata nelle 10 maestose tele della
Pinacoteca, rende Conversano una tappa
obbligata agli amanti dell’arte;
l’atmosfera raccolta delle chiese,
chiostri e monasteri ammalia i turisti
che si lasciano abbagliare stupefatti
dall’oro degli stucchi barocchi, dagli
affreschi di Paolo Finoglio della Chiesa
dei Santi Medici Cosma e Damiano oppure
dall’austero grigiore delle pietre della
Cattedrale dell’Assunta, andata
parzialmente distrutta nel 1911 a causa
di un incendio e in seguito restaurata.
Da non perdere è il complesso monastico
di Santa Maria dell’Isola risalente al
XV secolo, che serba un’affascinante
leggenda legata ad una grotta, aperta al
pubblico, nella quale furono rinvenuti,
grazie ad un sogno premonitore di una
fanciulla, affreschi risalenti al XIII
secolo, infine, la chiesa rurale di
Santa Caterina con la rara ed originale
pianta a quadrifoglio, rimasta chiusa
misteriosamente fino al 1910: quando
aprirono i battenti, sigillati alla
perfezione, scoprirono dai numerosi
resti ossei, che venne usata per la
raccolta dei defunti durante la peste
del 1690.
Ma a Conversano si può vivere la storia
dell’antica Contea anche ascoltando gli
aneddoti curiosi raccontati dai
proprietari di antichi casini di caccia,
dimore d’epoca e masserie, molte delle
quali sono diventate eleganti strutture
ricettive per ammaliare i turisti in
cerca di atmosfere davvero particolari;
angoli di un mondo carico di storia e
tradizioni, come l’antico casino di
caccia degli Acquaviva d’Aragona, ora
conosciuto come Castello Marchione,
trasformato nel 1993 in un elegante
ristorante per ricevimenti di prestigio
e matrimoni che somigliano a fiabe
d’altri tempi: fu proprio l’ultimo
discendente diretto della famiglia
Acquaviva d’Aragona, Fabio Tomacelli
Filomarino Principe di Boiano, che
decise di aprire l’attività di
ristorazione. E lo fece all’età di 72
anni, con la classe innata che solo un
Principe poteva avere. Anche
l’agriturismo Montepaolo era un antico
casino di caccia risalente al XVI
secolo, utilizzato dalla famiglia
Acquaviva d’Aragona per le battute di
caccia. Ninì Bassi, l’attuale
proprietaria, passava tra queste antiche
mura le sue vacanze estive; fu proprio
lei, pulendo l’intonaco della chiesa
annessa al casino di caccia, che trovò
un affresco del 1600. Ma la storia più
affascinante è racchiusa tra le mura del
relais Corte Altavilla, in pieno centro
storico: davanti alla Cattedrale di
Conversano parte la stretta via,
lastricata con le chianche bianche, che
conduce al suggestivo ingresso del
relais, una sorta di tappeto di pietra,
reso lucido dal tempo, che conduce gli
ospiti a scoprire l’atmosfera medievale
dell’antica dimora dei principi
Altavilla d’Aragona, ora ristrutturata e
trasformata in relais di charme. Le
stanze sono dislocate per i vicoli del
centro di Conversano e sono collegate al
corpo centrale da passaggi che si
inerpicano tra i tetti del centro
storico, offrendo splendidi scorci sui
vicoli della cittadina. Uno scenario
impregnato di arte e di storia, pervaso
anche da lusinghe gastronomiche, per
vivere la Puglia con tutti i 5 sensi:
vicino alla Corte Altavilla, si trova
uno dei migliori ristoranti della
Puglia: il Pashà. Diviso in più locali
caldi ed accoglienti, con una splendida
veranda in legno per i pranzi e le cene
più intime, Pashà propone deliziosi
piatti pugliesi, che cambiano a seconda
della stagione: ogni 40 giorni, la
signora Maria, chef del Pashà, (e mamma
del titolare, Antonello Magistà,
soprannominato dagli amici “Pashà”)
cambia menù, giocando con inediti sapori
e creando un mix accattivante di
ricette, riproposte in chiave creativa.
Dei piatti di mamma Maria hanno parlato
già in parecchi: dal Gambero Rosso a
Veronelli, dalla Dolce Guida a quella
del Touring Club. Nelle campagne di
Conversano, la masseria Alberotanza
propone, tra le sue antiche mura,
specialità grigliate e piatti tipici
pugliesi: oltre al profumo delle
orecchiette e delle burrate, offre agli
ospiti l’accoglienza e l’atmosfera di un
ambiente rurale, a conduzione
esclusivamente famigliare, conservando
le caratteristiche delle masserie:
piccole isole felici, angoli di mondo
racchiusi da timide mura, che
punteggiano la campagna pugliese.
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