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Nel regno dei faraoni neri

di A. M. Arnesano foto di G.Badini

 

Il Sudan, la più estesa nazione africana, occupa l’estrema propaggine orientale del deserto del Sahara a sud dell’Egitto, che si conclude sulle disabitate rive occidentali del Mar Rosso. Un ambiente che presenta tutte le caratteristiche paesaggistiche tipiche del Sahara, con ampie distese di dune, montagne riarse solcate da una rete di paleofiumi, pianure sassose disperse a perdita d’occhio, percorse da rari pastori nomadi con le loro mandrie e da carovane di dromedari, sparute oasi di palme e, in mezzo, il corso maestoso del Nilo. Proprio lungo le sponde del grande fiume, che in questo tratto ha costituito da sempre un punto di transito e di contatto tra il Mediterraneo e l’Africa nera equatoriale, a partire da 5 mila anni fa si sono sviluppate alcune civiltà che hanno avuto stretti contatti con l’Egitto dei faraoni, fino a dominarlo per un secolo in un unico impero, continuando poi a rifulgere anche quando la civiltà egizia classica era già tramontata.

Tra le nazioni dell’Africa sahariana il Sudan rappresenta uno dei meno conosciuti e frequentati, e non si può certo dire che goda di buona fama. Colpa di passate simpatie fondamentaliste, di una guerra civile nell’estremo sud per ragioni etniche e religiose, ora conclusa ma che per mezzo secolo ha impedito ad un paese povero ed arretrato di sfruttare le sue ingenti ricchezze di petrolio, gas e oro e, soprattutto, della concorrenza esercitata da una primaria meta turistica quale è il confinante Egitto. Un vero peccato perché il Sudan, in particolare nell’estrema fascia settentrionale che va dalla capitale Khartoum fino all’egiziano lago Nasser (quindi distante 1.500 km dall’ex area di conflitto), nota fin dall’antichità con il nome di Nubia, è una terra di notevole fascino ed interesse, capace di offrire la suggestione del paesaggio sahariano con i suoi nomadi, l’atavica vita nei villaggi contadini lungo le sponde del Nilo, abitati da un popolazione cordiale e assai ospitale, ed infine gli imponenti e misconosciuti resti di antiche civiltà che si sono susseguite in quest’area per 4 mila anni, spesso in stretta connessione con quella egizia. Gli archeologi considerano infatti la Nubia come una delle zone più ricche e interessanti del continente, dove le ricerche sono però ancora agli albori. Ma quanto affiora dalla sabbia, siano le minuscole e aguzze piramidi di Meroe o i raffinati gioielli delle antiche regine, confermano la fama di questa terra che per un secolo dominò anche sull’Egitto con la XXV° dinastia, passata alla storia come il regno dei faraoni neri, e che continuò prospera per secoli anche quando la civiltà egizia era già tramontata. Quindi un viaggio in Nubia si differenzia da tutti gli altri itinerari sahariani perché alle tradizionali valenze del deserto aggiunge i molteplici contatti con popolazioni diverse, gli scorci sul Nilo e un patrimonio archeologico di prim’ordine.

Da Berenice al Nilo
Diverse fonti storiche, tra le quali l’autorevole Plinio il Vecchio, ci informano che gli antichi egiziani si procuravano gran parte dell’oro necessario alla loro opulenta civiltà nel Wawat, imprecisata località o regione nel deserto montuoso della Nubia sudanese situata genericamente tra il Nilo e il Mar Rosso. Peraltro la parola Nubia, che da sempre indica l’estrema regione settentrionale del Sudan, nella lingua degli antichi egizi significava oro (nbw). Gli Annali del faraone Thutmosi III, appartenente alla XVIII° dinastia del Nuovo Regno, confermano che in quel tempo – 1400 a.C. – dalle miniere di quarzo aurifero del Wawat venivano estratti fino a 776 chilogrammi all’anno del prezioso metallo. Di Berenice Pancrisia, la città tutta d’oro dei Tolomei, si favoleggiò per secoli, fino a farla entrare nella leggenda ed a dubitare della sua reale esistenza, anche perché si diceva che gli afrite, gli spiritelli dispettosi suoi gelosi custodi, l’avrebbero fatta sparire dagli occhi di quanti fossero mai riusciti a vederla. Una leggenda? Sicuramente si, ma come tutte le leggende forse con un fondo di verità. Probabilmente il riflesso prodotto da un’intera montagna di cristalli di quarzo riusciva ad abbagliare chi vi fosse arrivato, impedendone la visuale. Berenice è stata infatti localizzata soltanto nel 1989 da una spedizione italiana guidata dai fratelli varesini e esploratori sahariani Castiglioni, basandosi sulla mappa di un geografo arabo del IX° secolo: si trova nell’alveo del wadi Allaqi, una vallata a 500 chilometri ad est del Nilo poco sotto alla latitudine di Abu Simbel e appena a sud del confine sudanese, popolata da rari pastori nomadi bisharin, gente diffidente e scontrosa che spesso non ha mai incontrato uomini bianchi. Si tratta di un vasto insediamento capace di ospitare diecimila abitanti, dominato e difeso da due imponenti roccaforti, con edifici costruiti con blocchi di granito. Le macine, i muri crollati, gli strumenti, i cocci sembrano essere stati abbandonati appena ieri; invece … Saranno gli scavi archeologici in corso a raccontarci la storia di Berenice, la città mineraria dell’oro dei faraoni.


 

 

 

NOTIZIE UTILI

Tra i pochissimi a proporre viaggi in Sudan c’è l’operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel. 02 34 93 45 28, www.deserti-viaggilevi.it  ), che nel cuore della Nubia ha realizzato e gestisce le uniche due strutture ricettive di charme esistenti in tutto il paese, al di fuori della capitale. Si tratta del campo tendato fisso di Meroe, dominato dalla visione delle snelle piramidi della necropoli reale dell’antica capitale, e del Nubian Rest House di Karima, a due passi dai templi del Jebel Barkal, la montagna sacra e l’Olimpo dei Nubiani. Nel proprio catalogo “Deserti” propone, assieme ad altri, un facile e comodo itinerario di 9 giorni in fuoristrada che, facendo base su queste due strutture, tocca tutte le località più salienti della Nubia comprese tra la 4° e la 6° cateratta, come l’imprescindibile museo di Khartoum, il deserto del Bayuda, i templi di Naga e di Musawwarat, le necropoli e la città reale di Meroe, le tombe sotterranee affrescate a El Kurru, il tempio egizio di Amon nel Jebel Barkal e i villaggi contadini sul Nilo, con la suggestione di essere spesso gli unici visitatori. Due partenze mensili di gruppo con voli di linea Lufthansa da Milano e Roma da ottobre 2005 ad aprile 2006 compresi, alloggio con pensione completa nelle due strutture a gestione italiana e guida italiana.
Inoltre questo T.O., è l’unico a proporre una spedizione esplorativa di 16 giorni in fuoristrada nel deserto nubiano durante il quale verranno visitate Berenice e altri siti archeologici poco noti della Nubia. Partenze di gruppo con voli di linea Lufthansa da Milano e Roma, alloggio in tenda, campo tendato, rest house e albergo, guida italiana.

 

 

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