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Toscana ed Elba: terre di metalli

di Gio’ Scotti

 

Se uno gnomo si affaccia da un cunicolo abbandonato, niente paura. Siamo in fondo alla miniera del Temperino. nel Parco Archeominerario di San Silvestro. a Campiglia Marittima (Info tel. 0565/838680, www.parchivaldicornia.it  - parcoss@parchivaldicornia.it  ). Una scoperta davvero intrigante per grandi e piccoli che in Italia è forse un unicum. I genitori saranno interessati ad un’area che conserva stratificazioni del lavoro minerario nell’arco di 26 secoli, i bimbi saranno affascinati dal racconto dello gnomo che spiega le fasi del lavoro, la vita sotterranea, i sistemi di estrazione, i segreti dei metalli. Nell’area che dista pochi chilometri da Piombino e dal mare, nel versante occidentale delle Colline Metallifere toscane, nel VI secolo a. C. gli Etruschi estraevano dai blocchi di roccia scura rame, argento, ferro, piombo, diventando in breve i più famosi costruttori di armi del Mediterraneo. La miniera del Temperino, che presenta un percorso visitabile lungo 360 metri, conserva testimonianza di filoni scavati nel VI secolo a.C. fino a 100 metri di profondità, accanto alle gallerie scavate con l’esplosivo e ai cunicoli percorsi da rotaie in attività fino al 1976. Un mondo stratificato appare in tutta la sua lunghissima storia. Nei primi anni del XIX secolo l’attività fu regolata da concessioni minerarie a favore di società straniere, prima francesi e poi inglesi tra le quali la famosa Etruscan Copper Estate Mines costituita a Londra nel 1900. Intorno all’ingresso in miniera si vedono ancora le tracce del lavoro: una ferrovia a scartamento ridotto per il trasporto del minerale, le laverie inclinate, forni di arrostimento e riduzione. Il parco dunque si sviluppa sotto e sopra la terra. Uno dei punti più suggestivi è la Rocca di San Silvestro, un villaggio di minatori e fonditori sorto fra il X e l’XI secolo per iniziativa dei Conti della Gherardesca e poi dei Della Rocca. La vita era impostata secondo un sistema strettamente feudale che legava i minatori al signore: a lui spettava il diritto di fusione con il prelievo obbligatorio di una quota del minerale, venduto poi come materiale coniabile a re ed imperatori. Naturalmente l’isola d’Elba, a pochi chilometri dalla costa toscana, non poteva avere un territorio e un sottosuolo tanto diversi. Anche questa splendida isola, famosa per panorami mozzafiato dall’alto del monte Capanne e per le sue baie con spiagge incontaminate, nasconde intriganti possibilità di escursioni alternative. Percorsi studiati appositamente conducono alla scoperta di scorci spettacolari esaltati dal contrasto tra i colori sanguigni delle terra, il verde rigoglioso della macchia mediterranea e l’azzurro del mare. In questo caso ci si sposta dalla costa più nota e forse fin troppo affollata, verso l’entroterra. Qui una natura intatta e paesaggi diversissimi tra loro, alcuni persino lunari, soprattutto nel versante orientale, si dispongono tra le località di Capoliveri, Rio Marina e Rio nell’Elba. In questa parte dell’isola si può visitare un patrimonio mineralogico di eccezionale valore storico ed archeologico – oggi salvaguardato dal Parco Minerario - tanto che l’Unesco ha inserito l’isola nella lista dei siti geologici d’interesse mondiale. Le miniere dalle quali, per più di due millenni, si è estratto il ferro per costruire armi, utensili e navi, oggi sono diventate un museo a cielo aperto, visitabile a piedi, a cavallo e in mountain bike in compagnia delle guide del Parco Minerario. Come sulla costa toscana posta esattamente di fronte all’Elba, anche nell’isola anticamente il lavoro in miniera veniva svolto in galleria, ma a partire dall'800 le estrazioni sono state condotte a cielo aperto, tramite l'abbattimento di grandi fette orizzontali di montagna che hanno dato vita a un panorama suggestivo, fatto di grandi e concentrici gradoni. Percorrendo gli itinerari studiati per conoscere questo aspetto così suggestivo e insolito dell’isola, si incontrano canyon color ocra, inaspettati laghetti color sangue dalle tonalità cangianti, insediamenti preistorici e forni di epoca etrusca, binari che scompaiono all’improvviso come inghiottiti nella roccia e vecchie stazioni di ricovero. Tra i percorsi che consentono di scoprire le meraviglie del Parco Minerario, c’è l’itinerario “Nel cuore della Terra”, che conduce nella galleria del Ginevro di Capoliveri dove un tempo si estraeva la magnetite, l’itinerario “Cercando i minerali” che porta nel Cantiere Bacino di Rio nell’Elba, il comune più antico dell’isola e il percorso “Minatori e Contadini”, che conduce dalla miniera di Rio all’affascinante Valle dei Mulini. Durante il tragitto, le guide del Parco non mancano di raccontare storie e aneddoti che rendono ogni escursione un’esperienza interessante e da ricordare. Oltre alle escursioni guidate, può essere divertente, soprattutto per un pubblico giovane e giovanissimo, seguire il laboratorio di Educazione Ambientale che si svolge nel Cantiere Bacino di Rio Marina. A seconda del programma, si potrà imparare a preparare i campioni raccolti in miniera, osservare al microscopio i minerali e allestire una piccola collezione mineralogica. Per completare il viaggio nella “terra del ferro”, da non perdere la visita al Museo dei minerali e dell’arte mineraria nel Palazzo del Burò di Rio Marina, che ospita una delle più importanti collezioni di minerali elbani e la ricostruzione di un’officina di fabbri ferrai insieme a quelle di un riparo dei minatori e di una piccola galleria. Ed ancora, da vedere la collezione di minerali Alfeo Ricci di Capoliveri e il Museo Archeologico del distretto minerario di Rio nell’Elba.
Il Parco minerario (www.parcominelba.it) è aperto fino a ottobre e poi, nei mesi invernali, è visitabile da gruppi organizzati su prenotazione.

 

 

 

NOTIZIE UTILI

Info soggiorno: Consorzio Elba Promotion/Agenzia Ilva Viaggi, tel. 0565.915555, email: agenziailva@elbalink.it .
Per rimanere qualche giorno di più e godere paesaggi, fioriture, passeggiate e una buona cucina, il Boutique Hotel Ilio di Capo Sant’Andrea offre deliziosi menu tipici e visite guidate nelle aziende vinicole della zona. A trecento passi dal mare, immerso nel verde, l’Hotel Ilio dispone di 19 camere in tutto, di sette tipologie diverse. A caratterizzarle sono nomi di fiori, “limone”, “oleandro”, la nuovissima “bouganvillea”, che prendono spunto da piante che si possono ammirare dalla finestra, o ancora “verde”, “blu”, “toscana”, “giardino”, collocate verso il giardino o verso il mare. Sito web: www.ilio.it  e-mail info@ilio.it 
Per maggiori informazioni: www.turismo.toscana.it 
 

 

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