Si
può fare una passeggiata fuori città
anche in cerca di echi letterari. E
allora scegliamo Agliè nelle
colline del Canavese, terra dei
vini Passito ed Erbaluce. Questo
territorio torinese meno esplorato
invita a giardini nascosti, soste in
trattorie di campagna, gestite anche da
grandi chef, sogni di atmosfere perdute.
E’ quanto si può sperimentare a Villa
Meleto, la residenza di campagna e
luogo di ispirazione del poeta Guido
Gozzano, che dietro il portoncino
anonimo nasconde glicini, alberi da
frutta, mattoni rossi. Qui tutto parla
di lui, il giovane poeta malinconico e
crepuscolare morto precocemente di tisi.
I proprietari attuali hanno voluto
rispettare e conservare l’atmosfera
della casa che fu il “buen retiro”
campestre di Gozzano: stile "liberty"
nei lampadari, nelle bellissime vetrate,
nei salottini dalle morbide linee in
stile floreale, un piccolo museo con i
ricordi di viaggio, il salotto di nonna
Speranza. Sembra di rileggere negli
arredi "le buone cose di pessimo gusto,
… gli scrigni fatti di valve, … il cucù
dell’ora che canta, … le sedie parate a
damasco chermisi …". Info: tel. 0124
330150.
Nel centro di Aglié invece domina la
mole imponente del Castello,
approdato all’improvviso agli onori del
turismo di massa da quando é stato set
televisivo per “Elisa di Rivombrosa”.
Nato come rocca difensiva nel XII
secolo, é diventato residenza dei Savoia
dal 1764, per poi passare allo Stato
Italiano. Ai Savoia si deve la
ristrutturazione affidata al regio
architetto Ignazio Birago di Borgaro: il
grande salone di ricevimento “della
Caccia”, fastosamente decorato da
stucchi e affreschi di battute di
caccia, un piazzale di raccordo tra il
palazzo e il paese. Di grande fascino il
teatrino presso la Galleria dei Marmi,
la Galleria Verde, le ricche collezioni
di mobili d’epoca, sculture e reperti di
archeologia etrusca. E un tocco di
mistero sarà quello di una bacheca nella
Sala della Musica dove é collocato il
busto in cera di Madame de Saisson, che,
secondo la fantasia popolare, dovrebbe
essere il fantasma del castello di Agliè.
Il suo spirito vaga nelle notti senza
luna con fruscii e macabri sospiri.
Segreteria del Castello di Agliè - Tel.0124/330102,
Info turistiche - Tel.0125/618131
Le Residenze Reali del
Piemonte
Il Castello di Agliè, insieme a quello
di Racconigi, entrambi immersi nel verde
di rigogliosi e suggestivi parchi e
giardini, con il Castello di Rivoli,
particolarmente imponente ed oggi sede
del prestigioso Museo di arte
contemporanea, la famosa Palazzina di
Stupinigi, capolavoro barocco
dell’architetto Filippo Juvara ed il
Palazzo Reale di Torino, sfarzosa e
sontuosa residenza ufficiale per oltre
due secoli, fa parte dell’ampio circuito
delle Residenze Reali del Piemonte,
progettato dall’Assessorato al Turismo,
Sport e Parchi della Regione Piemonte e
realizzato da Turismo Torino.
Questi sontuosi palazzi, tesori di
grande interesse storico ed
architettonico che costellano tutta la
regione Piemonte, sono stati dichiarati
dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità”.
Racconigi
Di particolare interesse é una tipica
“Casa di Re” che documenta lo stile di
vita di una corte ottocentesca e le
abitudini quasi borghesi della famiglia
reale nei primi decenni del Novecento.
Era in origine, nel sec. XII, una
fortezza dei Marchesi di Saluzzo, poi
oggetto di vari passaggi di proprietà e
successive trasformazioni fino a
diventare, dal sec. XVII, residenza
principesca dei Savoia, raggiungendo il
maggior splendore sotto il regno di
Carlo Alberto. Dopo l’intervento del
Guarini sulla facciata Nord, vero
gioiello dell’architettura del ‘600,
ammirevole per equilibrio, proporzioni
ed eleganza, il sopralluogo di Pelagio
Palagi e l’intervento del bolognese
Ernesto Melano, la costruzione acquistò
una fisionomia neoclassica con torri,
capitelli corinzi, una lunga cancellata
di accesso all’ampio piazzale centrale.
Intanto Pelagio Palagi arredava
l’interno del Castello con artisti ed
artigiani: a suo ricordo, nel vetro
dipinto di una finestra a destra del
camino, c’è ancora il suo ritratto.
Molti gli ospiti illustri di Racconigi:
lo zar di Russia Nicola II, Nicola e
Milena, reali d’Albania e genitori della
Regina Elena. Nel 1925 la principessa
Mafalda, morta tragicamente nel campo di
sterminio di Buchenwald, sposò qui il
principe Filippo d’Assia e fu questo
l’ultimo atto di grande solennità
per il
Castello.
Una visita particolare merita il parco,
carico di suggestioni per la grandiosità
della sua composizione, la maestosità e
la straordinaria estensione, le luci, i
suoni, i profumi che si susseguono nel
ciclo ritmato della natura. L’arte della
disposizione si deve al disegno di
Xavier Kurten, il giardiniere tedesco
cui Carlo Alberto affidò nel 1821 la
direzione dei lavori di rimodernamento.
Una impronta romantica all’inglese
domina nel parco, disegnando un percorso
ricco di emozioni e coinvolgente in una
natura apparentemente selvaggia, ma in
realtà sapientemente progettata.
Sentieri tortuosi tra le grandi distese
di prati e boschetti, un lago dai
contorni sinuosi con l’isoletta,
ponticelli, rovine, una grotta, edifici
pittoreschi e prospettive sempre diverse
evocano l’atmosfera romantica, tipica
dell’arte dei giardini del XIX secolo.
Su 170 ettari si trovano un lago di 18
ettari, viali e sentieri per una
lunghezza di 25 chilometri, canali e
costruzioni. Le costruzioni minori
all’interno del parco risalgono ai
secoli XVIII e XIX: l’eremitaggio, che
contiene la ghiacciaia del castello, la
scuderia dei cavallini, la casa russa,
la fagianaia per colombi e fagiani, la
darsena con le barche per le gite sui
canali e sul lago, la casa del gufo
reale, la stele commemorativa a Verter
cagnolino della principessa Giuseppina
di Lorena, il tempio dorico, la grotta
del mago Merlino. Insomma un vera
cittadella che spiega il legame dei
reali verso questa struttura così
imponente e grandiosa.
E la cosa più sorprendente, mentre si
passeggia tra boschi e sentieri, é la
scoperta di animali che proprio qui
hanno trovato il loro habitat:
scoiattoli, volpi, tassi, lepri nane,
colonie di aironi cinerini, cicogne,
anatre e soprattutto le famose cicogne
che nidificano sui torrioni del
Castello. Info tel. 0172/83457
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