Andiamo
a Roma ?
- A Roma? Ma ci siamo già stati!
- E allora?
Già! E allora? Forse nessuna città più
di Roma può essere visitata un infinito
numero di volte e riservare sempre nuove
sorprese. Per tre motivi. Primo: perchè
è grande, è viva, è ricca di iniziative,
mostre ed avvenimenti. Secondo: perchè
cambia in continuazione, seguendo le
mode e le stagioni. Terzo: perchè ci
sono sempre nuovi modi di scoprirla,
percorsi inediti che invitano a
rileggere il già noto e ad aggiungere
ogni volta un particolare in più. Certo,
l’ideale, visto il tempo sempre
ristretto a disposizione, sarebbe
potersi affidare a qualcuno che la
conosce bene e che ti guidi con passo
sicuro attraverso vicoli, strade,
piazze, ponti, chiese, ruderi, parchi e
fontane senza ritrovarsi ogni due ore
nella calca di via Condotti o a
riprender fiato su una panchina di
Piazza Navona. Qualcuno che ti faccia
evitare di pranzare da McDonald perchè
“qui intorno, sennò, per mangiare ci
spennano”. Qualcuno che magari ti porti
anche in qualche negozietto carino, tra
un monumento e l’altro, ché altrimenti
la giornata si fa pesante e monotona, e
il week end successivo lo passi in un
centro commerciale per compensare.
Già! Ma chi?
- Non conosciamo nessuno a Roma?
- Ma sì, quel tuo commilitone, quello
che è venuto da noi a pranzo con la
fidanzata...
- Cara, saranno passati dieci anni, non
posso chiamarlo adesso... Piuttosto la
sorella della tua collega?
- Ma quella abita a Latina, non è
proprio la stessa cosa...
Da quest’anno tutti possono avere un
amico a Roma, anche se non lo sanno.
“A friend in Rome” è un’iniziativa
che si ripropone proprio di accompagnare
i turisti più curiosi e socievoli a
scoprire la città in un modo nuovo,
originale e personalizzato. Basta
scrivere una e-mail o fare una
telefonata dando alcune indicazioni di
massima sul periodo del proprio
soggiorno a Roma, la presenza o meno di
bambini, i propri interessi (insomma, se
andate a Roma per lo shopping a via del
Corso, il concerto degli U2 o la mostra
alle Scuderie del Quirinale...) e viene
stilato, insieme a voi, un programma
delle giornate. Se vi serve un
consiglio, una mano per le prenotazioni
anticipate a mostre e musei, un’idea per
festeggiare il compleanno di vostra
moglie...qualsiasi richiesta volta a
conoscere e vivere la città viene
studiata e resa possibile. Una volta
definito un programma potete scegliere
se essere “soli o ben accompagnati”.
E allora andiamo!
Abbiamo provato...abbiamo preferito
farci accompagnare e Romina, una giovane
romana allegra e preparata, ci ha
condotti passo passo. Ci interessava
conoscere meglio la zona del Ghetto e
dell’isola Tiberina, un’area che abbiamo
sempre lasciato per ultima nei programmi
delle precedenti visite e che poi finiva
per essere trascurata perché “il treno
non aspetta mica noi”...
“A friend in Rome” studia per noi
“l’itinerario dei 4 ponti”, a cavallo
del Tevere. Una gradevole passeggiata ci
conduce da Trastevere fino a Castel
S.Angelo, ma tra questi due “must” del
turismo tradizionale conosciamo l’oscura
vicenda di Beatrice Cenci, la triste
storia degli ebrei romani in secoli di
segregazione, l’eccitazione di sentirci
un po’ Audrey Hepburn e Gregory Peck in
“Vacanze Romane”, il romanticismo di
un’antica via papale al tramonto... ma
andiamo con ordine!
Iniziamo il tragitto da Ponte Palatino,
un ponte moderno, da cui però si può
ammirare il suggestivo rudere del “ponte
rotto”, l’antico ponte Emilio, il più
antico costruito in pietra, ma molto
sfortunato perchè per due volte crollò e
fu riscostruito. Quando crollò
nuovamente nel XVI secolo qualcuno capì
che in quel punto e con quell’inclinazione
un ponte non avrebbe mai retto a lungo
la furia della corrente e così
rinunciarono!
Sull’altra sponda ci troviamo di fronte
a uno scampolo di “Antica Roma” con due
templi, tra cui il caratteristico tempio
tondo “di Vesta”. Ma poco più avanti
ecco Santa Maria in Cosmedin, una
magnifica chiesa medievale che conserva
nel suo portico l’inquietante faccione
della “Bocca della Verità”. E lì è
d’obbligo la foto insieme a code di
giapponesi sognando di avere accanto
Gregory Peck che ci fa lo scherzo della
mano monca...ma al di là delle fantasie
holliwoodiane scopriamo anche che stiamo
infilando la mano in un tombino della
Cloaca Massima!
Ritorniamo verso il Tevere e ci
inoltriamo nel Ghetto. Per quanto
semidistrutto nel 1885, il quartiere
degli ebrei romani mantiene il suo
aspetto di “piccola comunità”
all’interno della metropoli. E’ il più
antico in Europa e conserva poche, ma
significative, tracce di secoli di
discriminazione. L’atmosfera è quella di
una Roma che non c’è più da trent’anni
con negozi polverosi e trattorie
frequentate da habitués. Qua e là
giovani ebrei con la caratteristica
kippah sul capo. Una breve sosta alla
“Dolceroma” ci ricarica di zuccheri per
proseguire il tragitto: ottima la
cheesecake...per non parlare della
sacher!
Nei dintorni del ghetto si trova poi il
nefando Monte de’ Cenci dove permane la
fortezza della omonima famiglia al cui
interno si consumò una delle tragedie
familiari più tragiche della storia...l’ambiente
è effettivamente sinistro...sarà la
suggestione! Meglio tornare verso il
fiume e attraversarlo di nuovo nel punto
in cui anche gli antichi usavano
oltrepassarlo per uscire dalla città. Il
Ponte Fabricio collega la terraferma
all’isola Tiberina, un’isola “sacra” la
cui storia è legata ad epidemie e
guarigioni, disperazione e speranza...
la lasciamo satolli dopo una sosta in
uno dei più noti ristoranti di Roma, “la
Sora Lella”, proprio la sorella di Aldo
Fabrizi, la cui famiglia ancora oggi
porta in tavola la vera cucina
romanesca.
Attraversato il Ponte Cestio ci
inabissiamo! No, niente sport subacquei
nelle acque del Tevere, ma una piccola
passeggiata lungo gli argini, per
“vivere” un po’ il fiume da vicino, quel
fiume che per secoli, quando gli argini
piemontesi non c’erano, era a un passo
dalle case e rappresentava una strada
per spostarsi in città, un punto di
incontro per le lavandaie, un’oasi di
frescura per intrepidi bagnanti...
Risaliamo all’altezza di Ponte Sisto,
forse il più elegante ed uno dei più
antichi: risale al Quattrocento, ma ha
incorporato i resti del ponte romano, ed
è stato recentemente valorizzato dal
restauro e dalla chiusura alle auto.
Scende la sera, attraversare il fiume
tra l’aria rarefatta e rosa del tramonto
è davvero romantico... Per non parlare
poi dell’atmosfera d’altri tempi che si
assapora lungo Via Giulia, il lungo
rettifilo fatto costruire da Papa Giulio
II per collegare il centro città al
Vaticano. La via è solenne, poetica,
silenziosa (anche se non pedonale,
purtroppo!), quasi magica...da
percorrere mano nella mano
all’imbrunire...
Ma uno sguardo alle vetrine non sfugge
all’occhio attento di una donna! Dopo
aver ammirato con una sorta di
venerazione i bellissimi mobili
dell’”Antiquariato Valligiano”,
acquistiamo una preziosa bottiglia
d’olio presso “Apicius”, una vera e
propria boutique del gusto.
Ed eccoci alla meta, Ponte Sant’Angelo.
Manca solo il sipario per completare la
perfetta scenografia ben orchestrata dal
Bernini che, sfruttando il maestoso
sfondo di Castel Sant’Angelo, ha
arricchito quello che era uno dei pochi
ponti della città con una serie di dieci
angeli che ci accolgono solennemente. Ci
sentiamo come due di quelle migliaia di
pellegrini che per secoli hanno
attraversato questo ponte durante i
Giubilei o nel loro personale viaggio di
fede. Sentiamo su di noi quel mistico
richiamo verso San Pietro mentre
camminiamo attorniati dalle schiere
celesti!
Non avremmo davvero creduto possibile
ritrovarci con gli occhi sognanti e a
bocca aperta di fronte a immagini anche
molto note della città eterna, ma ci
sembrava proprio di vederle per la prima
volta, di sentirle più vere, più vive,
più “nostre”, e non solo sfondi celebri
per qualche foto di rito da far vedere
agli amici. L’anno prossimo torneremo
ancora, abbiamo già dato appuntamento a
Romina!
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