Di fronte alle coste della Tanzania,
vicina al Kenya e in prossimità
dell’Equatore, Zanzibar è comunemente
nota come l’isola delle spezie. Basta
andare per i vicoli di Stone Town o per
i mercati per capirne il motivo: si
rimane avvolti in una impercettibile
nube fatta dei profumi delle spezie più
varie: dallo zenzero alla cannella,
dallo zafferano alla citronella, dalla
vaniglia al tamarindo. Non a caso, i
sultani omaniti, nella prima metà
dell’Ottocento, fecero di quest’isola il
maggior produttore mondiale di chiodi di
garofano e di spezie in genere,
trasformandola nel “Paese delle Mille e
una Notte” che ha qui attirato per
secoli marinai e commercianti da mezzo
mondo. Oggi, attratti certamente non
solo dalle spezie, giungono i turisti
che qui trovano ben altri e diversi
motivi di attrazione. Basti pensare che
l’isola, orlata da estesissime candide
spiagge ombreggiate da palme, interrotte
qua e là da pittoreschi villaggi di
pescatori, dove il tempo non è segnato
dalle lancette dell’orologio, è immersa
in uno specchio azzurrissimo di Oceano
Indiano protetto da una spessa e intatta
barriera corallina, paradiso per i
subacquei. Ma Zanzibar, non bisogna
dimenticarlo, è una propaggine d’Africa
e ne conserva, oltre che le tradizioni,
anche le caratteristiche naturali:
all’interno vi si trovano piantagioni di
frutta tropicale ma anche una
straordinaria riserva naturalistica, la
foresta di Jozani, dove, tra le numerose
specie di animali, vive anche il Colobo
Rosso, una rarissima scimmietta
autoctona.
La “Cittadella di
Pietra”
Cuore dell’isola è la sua capitale Stone
Town, la “Cittadella di Pietra”, tra i
luoghi più esotici e seducenti
dell’intera Africa, tanto che il suo
centro storico è stato dichiarato
“Patrimonio dell’Umanità”. Qui tutto
rivela il passato leggendario dovuto al
Sultanato arabo dell’Oman: in un
labirinto di vicoli, accanto alle
caratteristiche abitazioni arabe,
infatti, sorgono artistiche moschee,
colonnati, minareti ed antichi palazzi
di sultani, prevalentemente in pietra
corallina, dominati dalla torre quadrata
del Palazzo delle Meraviglie. Sulle
piazzette, coloratissime e luminose, si
affacciano sontuosi edifici dai portoni
scolpiti e con balconi intagliati, ma
anche pittoresche botteghe e tipici
mercati dove naturalmente dominano le
spezie, ma anche un artigianato
caratteristico che si ispira alle etnie
arabe, indiane e swahili che qui
convivono pacificamente.
Ma Zanzibar è anche un punto di partenza
per incantevoli escursioni ricche di
fascino. A 20 minuti di navigazione, si
può visitare Prison Island, dove sorge
la vecchia prigione nella quale i
sultani omaniti rinchiudevano gli
schiavi pigri, che deve la sua fama alle
tartarughe giganti qui importate nei
secoli scorsi dalle Seychelles.
Nell’estremo nord dell’isola, a qualche
centinaio di metri dalla costa,
raggiungibile in barca, si trova Mnemba,
un isolotto a forma di cuore dalla
vegetazione lussureggiante, che vanta la
sabbia più bianca e più fine che
contrasta con il verde smeraldo
dell’acqua del mare e il nero delle
rocce vulcaniche. In questo piccolo Eden
sorge, nel bel mezzo di un profumato
giardino tropicale, l’Ocean Paradise
Resort, di gestione italiana, fatto di
ville in stile arabo-omanita e eleganti
bungalow in stile makuti. Di gestione
italiana anche l’esclusivo Sultan Palace
di Zanzibar, un angolo d’Oriente in
Africa, che mette a disposizione degli
ospiti 15 grandi e raffinati cottage che
ricordano l’architettura omanita.
In Tanzania, tra parchi e riserve
Proprio di fronte all’isola, ad un’ora
appena di aereo, la costa africana si
affaccia sull’Oceano Indiano con l’ex
Tanganica che, assieme a Zanzibar,
costituisce l’attuale stato della
Tanzania, tappa naturale per chi va in
vacanza nell’isola. E’ un Paese ricco di
vasti altipiani limitati dalla fossa
tettonica della Rift Valley occidentale,
dove si apre il Lago Tanganica, e
sovrastato dall’immensa mole del
Kilimangiaro. La Tanzania, con i suoi
verdi parchi, le riserve e la savana
vergine, è popolato da una ricca fauna
che richiama i flussi turistici
orientati al safari. A nord il Parco di
Seregenti, immenso santuario della fauna
selvatica, ecosistema che si prolunga in
Kenya dove prende il nome di Masai Mara,
è il palcoscenico per enormi mandrie di
gnu, zebre, gazzelle, impala, bufali e
giraffe che migrano alla ricerca di
nuovi pascoli e acqua. A Sud, il più
grande e vecchio parco del Continente
nero, il Selous, dichiarato “Patrimonio
dell’Umanità”, che vanta la maggiore
concentrazione di elefanti di tutta
l’Africa, è attraversato dal più
imponente bacino fluviale dell’Africa
orientale, il Rufiji, che ospita
ippopotami e coccodrilli mentre il cielo
è attraversato da aquile pescatrici,
cicogne ed ibis. Chi si avventura nel
parco di Selous, può trovare ospitalità
nell’accampamento del Rufiji River
animato dalla presenza di famiglie di
ippopotami. Una serie di itinerari, che
si sviluppano per oltre 2.000
chilometri, percorribili in fuoristrada,
permettono interessanti escursioni
attraverso parchi e riserve, nei luoghi
che hanno visto i primi albori
dell’uomo.
Un’esperienza unica, che vale certamente
la pena abbinare ad un soggiorno mare
nell’incantevole “Isola della Spezie”.
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