Ci sono mille motivi per i quali la
città partenopea è meta di turisti
italiani e stranieri: la bella posizione
in cui si trova, il clima mite in ogni
stagione dell'anno, la sua cucina e
l'ospitalità, la genuinità e la simpatia
della gente del posto.
Oltre alla pizza, di cui i napoletani
sono dei veri e propri maestri, la
cucina tradizionale è ricca di
moltissimi altri piatti, dalla
parmigiana di melanzane ai peperoni
verdi fritti, dal sartù di riso alla
minestra maritata, per non parlare dei
dolci tipici di cui ogni festività è
ricca: a Natale si trovano gli strufoli
e il roccocò, a Carnevale il
sanguinaccio con le chiacchiere e a
Pasqua la famosissima pastiera.
Napoli è nota al mondo per i suoi tesori
artistici e per le testimonianze del suo
lungo passato. Tra le moltissime opere
architettoniche da visitare, ci sono dei
monumenti che non si possono perdere:
MASCHIO ANGIOINO O CASTEL NUOVO
Sorge nel mezzo dell'ampia Piazza
Municipio, al lato dei giardini del
Palazzo Reale, ed a pochi passi dal
porto di Napoli .
Il castello, caratterizzato da cinque
possenti torri cilindriche, fu eretto
tra il 1279 e il 1282. La seconda
denominazione, quella di Castel Nuovo,
gli fu attribuita in seguito agli
integrali lavori di rifacimento
commissionati da Alfonso d'Aragona dopo
la sconfitta dei francesi, e il
passaggio della città in mano spagnola.
Di particolare rilevanza è l'arco
marmoreo di accesso al castello (Arco di
Trionfo), ideato per celebrare il
successo e la potenza della dinastia
aragonese, con un richiamo
rinascimentale agli archi di trionfo
romani.
CASTEL DELL'OVO
E' il castello più antico della città e
sorge sull'Isolotto di Megaride (su cui
la leggenda vuole che fosse approdata,
sfinita, la sirena Partenope, che
avrebbe dato il nome alla città), poi
collegato alla terraferma. Intorno alla
fine del V secolo, l'area divenne sede
di un monastero di monaci basiliani, di
cui rimane l'antica chiesa. Quindi, in
periodo ducale, vi fu costruito un
fortilizio. Un ulteriore rafforzamento
fu realizzato dagli Svevi. Nel XIV
secolo, si diffuse l'attuale
denominazione, per la quale vi sono due
teorie: l'una si riferisce alla pianta
particolare del castello, l'altra, più
accreditata, fa risalire il nome al
poeta Virgilio, che vi avrebbe nascosto
un uovo, alla sopravvivenza del quale
sarebbe stata legata la sopravvivenza
del bastione. L'aspetto attuale del
Castel dell'Ovo è quello determinato
dalla ristrutturazione operata
nell'epoca vicereale, dopo i danni
subiti nell'assedio del 1503. Alla fine
del 1800, al di fuori della cinta
muraria, venne realizzato un piccolo
borgo di pescatori, l'attuale Borgo
Marinari.
PIAZZA DEL PLEBISCITO
E' diventata il simbolo del recente
rinnovamento di Napoli da quando è stata
recuperata alla sua funzione
rappresentativa in occasione del G7
tenutosi nel 1994. Da allora questa area
è un'isola pedonale. Viene di tanto in
tanto utilizzata per concerti e
manifestazioni oppure per esporre
installazioni di arte contemporanea.
La piazza prende il suo nome dal
plebiscito del 1860 con cui Napoli e il
Meridione ratificarono la propria
annessione al Regno dei Savoia. Fino a
quel momento la piazza veniva chiamata
"Largo di Palazzo" perché si trovava
davanti al Palazzo Reale.
E’ un luogo che abbaglia per bellezza e
che suscita silenzi contemplativi,
circondato dalla simmetrica e solenne
perfezione degli edifici.
Quattro autorevoli poli la osservano:
Palazzo Reale e la Chiesa di S.
Francesco; Palazzo della Prefettura e
Palazzo Salerno. Al suo centro si ergono
le due statue equestri di Carlo III di
Borbone, opera di Antonio Canova, e di
Fernando I, opera di Antonio Calì.
Da Piazza Plebiscito, nel cuore della
città storica antica, si sviluppa il
centro della zona commerciale e
amministrativa di Napoli.
NAPOLI SOTTERRANEA
Di Napoli tutti conoscono le eccezionali
bellezze, la cultura e l'arte, ma pochi
sanno la storia del suo sottosuolo,
infatti a 40 metri di profondità sotto
le vocianti e caratteristiche vie del
centro storico, si trova un mondo a
parte, per molto ancora inesplorato,
isolato nella sua quiete millenaria
eppure strettamente collegato con la
città.
E' il grembo di Napoli. Visitarlo
significa compiere un viaggio nel tempo
lungo 2400 anni.
Ogni epoca, dalla fondazione della
Neapolis alle bombe della seconda guerra
mondiale, ha lasciato traccia sulle mura
di tufo giallo, pietra con cui la città
è costruita. .
Il collegamento di tutte queste cavità,
con un reticolo di canali, ha
costituito, fino al secolo scorso, il
sistema di acqua corrente, che forniva,
l'acqua alla città.
La parte più affascinante della città
sotterranea è indubbiamente la
stratificazione di insediamenti di epoca
greca e di epoca romana, esistente sotto
la Basilica di S. Lorenzo Maggiore.
I lavori di recupero e restauro dello
scavo archeologico, quasi completamente
ultimati, hanno reso agibile una delle
terrazze inferiori che caratterizzavano
il naturale pendio dell'area.
TEATRO SAN CARLO
Maggiore teatro lirico di Napoli, fu
intitolato in omaggio a Carlo di Borbone,
il quale ordinò la sua realizzazione nel
1737. Completato in pochi mesi, venne
inaugurato il 4 novembre; in quell'occasione
venne messa in atto l'opera di Domenico
Sarro. Nel 1816 un violento incendio
danneggiò il "Real Teatro", ma anche in
questo caso i lavori, furono completati
in tempi record. La monumentale facciata
è bellissima con un primo livello in
bugnato grigio ed un secondo scandito da
colonne ioniche, sovrastato da un
grandioso timpano e da altorilievi.
L'interno è suggestivo, la platea e i
palchi, sono dominati dal Palco Reale,
con l'insegna del Regno delle Due
Sicilie. Fra i suoi direttori il San
Carlo ebbe Donizetti e Rossini.
CATACOMBE DI SAN GENNARO
Queste catacombe sono considerate le più
importanti di tutta la zona napoletana.
Esse divennero luoghi privilegiati
quando, tra il 413 e il 431, furono
sepolte le reliquie di San Gennaro dalla
sua prima tomba, ubicata nell’agro
Marciano. Le catacombe contano due piani
non sovrapposti: il piano inferiore, più
antico risale al III - IV secolo; esso
ha preso origine dall’ampliamento di una
tomba gentilizia pagana ed ha una
struttura uniforme regolare.
Nel III secolo, in un ambiente attiguo,
fu deposto il santo vescovo Agrippino,
ove attualmente è possibile vedere una
basilichetta . Nel V secolo si decise di
collocare in un ipogeo di questo
vestibolo inferiore le spoglie di san
Gennaro.
POSILLIPO
La città partenopea è formata da
moltissimi quartieri, ognuno dei quali
ricco della propria storia, abitudini e
tradizioni, ma il più affascinante è
Posillipo.Un promontorio di rara
bellezza che chiude ad ovest il
territorio della città di Napoli e si
prolunga verso il mare dividendo la baia
di Napoli da quella di Pozzuoli. Le sue
gialle pareti di tufo si innalzano
ripide sul mare, offrendo una
affascinante e multiforme combinazione
di scorci panoramici sulla costa che ha
sempre attirato grandi personalità della
nobiltà e dell'arte, che qui sono venute
a costruire le proprie ville rifugio o
ad ispirarsi.
Il termine deriva da "Pausylipon" che in
greco significa "Pausa dal dolore" e che
era il nome della sontuosa villa romana
che sorgeva proprio su Capo Posillipo e
di cui restano oggi visibili i resti del
teatro, dell'Odeon, delle terme e di un
ninfeo.
Il punto panoramico più spettacolare di
Posillipo è sicuramente il Parco
Vergiliano sulla sommità della collina
dove, tra alberi e strutture sportive, è
possibile spaziare con lo sguardo su
tutto il Golfo di Napoli e sui Campi
Flegrei. La magnificenza di questo
panorama era tale che influenzò la
produzione artistica di un'intera
generazione di pittori paesaggisti
dell'Ottocento, conosciuti proprio con
l'etichetta di "Scuola di Posillipo" .
Alle spalle della collina di Posillipo
si trova infine il litorale di Bagnoli,
estremo lembo occidentale della città di
Napoli.
EVENTI
La Campania in generale, e Napoli in
particolare, manifestano uno
straordinario connubio tra religiosità
popolare, festa, colore, musica,
superstizione. Si può dire che ogni
manifestazione popolare porti in sé
tutti questi elementi, e molto altro
ancora.
Un evento molto particolare e
significativo dal punto di vista
religioso è "la festa di San Gennaro"
durante la quale nel primo sabato di
maggio e il 19 settembre (festa del
santo) avviene il miracolo della
liquefazione del sangue, conservato in
due ampolle di vetro, a loro volta
racchiuse in una teca di cristallo. Il
miracolo, quando avviene, si ripete per
gli otto giorni consecutivi. Sono noti
gli scongiuri e le invocazioni al santo,
da parte di vecchiette per incitarlo al
miracolo, il quale a seconda del grado
di liquefazione annuncia al popolo lieti
o tristi eventi futuri.
Indipendentemente dalle origini, la
festa che si celebra oggi è legata
all'eruzione del Vesuvio dell'aprile
1906. Quest'ultima fu un fenomeno
vulcanico d'eccezionale potenza,
caratterizzato dall'apertura di molte
bocche eruttive da cui si generarono
diversi bracci di colata. Uno dei
principali si diresse verso Trecase e
solo l'intervento del Santo Patrono,
portato in processione sino al sito in
cui oggi una statua rimembra l'evento,
ne evitò la distruzione.
Secondo la tradizione, il sangue del
martire fu raccolto da un devoto,con
l'aiuto di un fuscello, in due ampolle:
in una egli mise il sangue più limpido,
nell'altra quello sporco di pagliuzze e
fili d'erba (che si possono ancora
scorgere). Oggi il cranio del Santo e le
due ampolle del suo sangue si conservano
dentro un busto d'argento nella cappella
di San Gennaro nel Duomo di Napoli; le
ampolle sono tenute normalmente separate
dal cranio, perchè è la vicinanza
reciproca che sembra dare avvio alla
misteriosa liquefazione. Per ulteriori
informazioni:
www.sangennaro.org
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