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Alla scoperta dei gioielli d’Abruzzo
di Franca Dell’Arciprete Scotti
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ha visto il grande quadro di Francesco
Paolo Michetti “La figlia di Iorio”,
esposto nella sala della Prefettura di
Pescara, è rimasto sicuramente colpito
dai colori forti e dagli ori vistosi dei
vestiti femminili. Proprio l’autore de
“La figlia di Iorio”, Gabriele
D’Annunzio, aveva creato un bel nome per
il gioiello che gli uomini usavano
donare alle fidanzate prima del
matrimonio, “la Presentosa”, dalla
classica forma a stella, con le rondelle
in filigrana e al centro due cuori
intrecciati. I gioielli d’Abruzzo hanno
una lunga storia che risale al Medioevo
e al Rinascimento, quando la “Via degli
Abruzzi”, che andava dal Napoli a
Firenze, aveva portato nella regione il
commercio, gli scambi culturali e
soprattutto il benessere. Nel 1500, il
maestro più famoso era stato Nicola da
Guardiagrele, al quale la città di
origine ha dedicato di recente un
importante convegno: suo il bellissimo
paliotto d’argento realizzato per il
Duomo di Teramo. Ma alla committenza
pubblica e religiosa si affianco’ presto
quella privata e popolare. I centri di
produzione orafa divennero allora
Pescocostanzo e Scanno, entrambi in
provincia di L’Aquila, dai quali
conviene partire per un giro alla
scoperta degli ori d’Abruzzo.
Pescocostanzo, a 1400 metri di
altezza, vicinissimo alle stazioni di
villeggiatura di Roccaraso e Rivisondoli,
è una deliziosa cittadina di impronta
medievale, con le strade lastricate di
pietre, palazzotti aristocratici,
balconi di ferro battuto e un’imponente
Collegiata. Qui le botteghe orafe ancora
attive, che hanno ereditato nomi famosi
da più di un secolo, lavorano per
clienti di tutta Italia, quasi sempre su
commissione. Non sempre disponibili a
dare spiegazioni, gli orafi più anziani
accettano pero’ di fare assistere alla
lavorazione. Caratteristica di
Pescocostanzo è la lavorazione a
filigrana, nata inizialmente per le
famiglie più povere, perche’ impiega
meno oro, che ha fatto pensare ad un
raccordo con i punti del merletto a
tombolo, altro tipico esempio di
artigianato locale. E il merletto, sia
in filo che in oro, rimanda agli
influssi veneziani, che si fecero
sentire nei mercati più vicini al mare.
Oltre alla Presentosa, tipici gioielli
pescolani, sempre in lega di oro basso a
14 karati, sono gli orecchini “cecquajje”,
realizzati saldando insieme due lamine
fuse e traforate, abbelliti poi da
pendentini di perle scaramazze o da
spirali in oro. Nei gioielli d’epoca è
possibile trovare anche l’abbinamento
dell’oro con cammei, pietre dure,
smalti, che indicano forti influssi
napoletani, sia per la presenza della
materia prima, sia per le tecniche di
lavorazione.
La “cannatora” al
collo e i “circejje” alle orecchie
A pochi chilometri da Pescocostanzo,
quasi all’ingresso del Parco nazionale
d’Abruzzo, Scanno è affacciata
sul suo lago pittoresco e punteggiata da
massicce fontane in pietra. Qui è
possibile vedere ancora le vecchie donne
vestite di nero con la pettorina
strettissima, la gonna pesante a larghe
pieghe sovrapposte fino a terra e l’alto
cercine colorato sui capelli per
sostenere la conca di rame. Intorno al
collo, in più fili, la famosa collana “cannatora”,
a vaghi ovali, e alle orecchie gli
orecchini tipici di Scanno, detti
“circejje” perchè a cestello o a
navicella, lavorati secondo chiari
influssi orientali. Anche l’anello
nuziale di Scanno è
caratteristico: a forma di due manine
unite su un cuore centrale, simile alla
fede bizantina, oppure a nastro d’oro,
con una fascia centrale e un filo che lo
avvolge a spirale.
E’ possibile trovare questi gioielli e
vedere tutti gli antichi stampi
originali presso la bottega del mestro
più famoso di Scanno, Armando Di Rienzo,
che rappresenta la tredicesima
generazione di una famiglia nata nel
1500. La loro fortuna nacque dall’aver
intuito che i bottoni d’oro che
decoravano i costumi femminili potevano
diventare veri e propri gioielli. Di
Rienzo ha creato la spilla dell’Amorino,
in argento dorato, realizzata a traforo
e decorata con turchesi, lapislazzuli,
perle o coralli che hanno un forte
valore apotropaico. La spilla era in
origine agganciata al corpetto e un
anello pendente serviva a far passare il
filo per lavorare la lana.
Accanto a Pescocostanzo e Scanno, che
sono i centri più ricchi e attivi, i
paesi che ancora conservano una
tradizione di lavorazione dell’oro sono
Guardiagrele e Orsogna, in
provincia di Chieti, culla anticamente
delle maestranze più famose, che hanno
perso tuttavia gran parte delle loro
botteghe. Anche la bellissima Sulmona,
in provincia di L’Aquila, merita una
visita per la produzione di gioielli a
soggetto archeologico, dovuti ai maestri
di un’ottima scuola di artigianato
orafo. Il giro delle botteghe orafe può
essere completato da un’accurata visita
ai musei locali, anche nei centri
minori, e, se si sceglie bene
l’occasione del viaggio, da qualche
festa pittoresca. Soprattutto le feste
più legate alla vita dei campi e al
ciclo agrario vedono lunghe processioni
in cui l’ornamento d’oro delle donne
deve simboleggiare l’abbondanza del
raccolto e il colore del sole. Le
“verginelle”, adorne di gioielli d’oro
da capo a piedi, seguono in processione
la Madonna del Carpineto a Rapino, in
provincia di Chieti, la prima domenica
di maggio, e un angioletto impreziosito
da ornamenti d’oro cavalca il bue sacro
a San Zopito a Loreto Aprutino, in
provincia di Pescara, il lunedì di
Pentecoste. Ricchissime d’oro votivo
sono poi le statue della Madonna, come
la Madonna “Scappaticcia”, che scappa di
corsa a Sulmona la domenica di Pasqua.
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NOTIZIE UTILI
Per gli acquisti - A
Pescocostanzo: Antonio Domenicano,
via Diomede Faltonio 41, tel.0864.641527;
Felice Tollis, via della Fontana 10, tel.0864.641433;
Vito Sciullo, via Roma 90, tel.0864.642191;
Carlo Rainaldi, via Fontenuova 5, tel.
0864.642180. A Scanno: Armando Di
Rienzo, via Tanturri 84, tel.0864.747085.
A Guardiagrele: Maurizio D’Ottavio, Via
Roma. A Sulmona: Davide di Ruscio,
via Circonvallazione Occidentale 88, tel.0864.55451.
Dove fermarsi: Per il giro dei
gioielli d’Abruzzo, conviene far capo
nei centri maggiori. A Pescara:
Hotel Esplanade (4 stelle), Viale
Riviera 35, tel. 085.373125; Hotel
Ambra, via Quarto dei Mille 28, tel.085/378247;
Osteria La Tartana, via Silvio Pellico
11, tel.085.4211905, cucina tipica
marinara; Lu Scaricarelle, Viale Bovio
116, tel. 085.27876, cucina casereccia.
A L’Aquila: Hotel Del Parco
(quattro stelle), Corso Federico II, 74;
Hotel Castello (tre stelle), P.zza
Battaglione Alpini, tel. 0862.419147;
ristorante Le tre Marie, locale storico,
cucina tipica, tel 0862.410109;
l’Osteria del Grifo, via Goriano Valle
16, nella città vecchia, cucina tipica,
tel.0862.24189.
Per saperne di più: L’Aquila,
Museo Nazionale d’Abruzzo, Forte
Cinquecentesco, tel.0862.64043.
Pescara, Museo delle Genti
d’Abruzzo, Via delle Caserme 22, tel.
085.4283517; Museo capitolare, Piazza
Duomo, tel.085.87744. Sulmona, Museo
civico, Palazzo dell’Annunziata, tel.0864.210216.
Chieti, Museo Archeologico
Nazionale, viale IV Novembre, tel.0871.65704.
Consultare il volume “Ori e Argenti
d’Abruzzo” dal medioevo al XX
secolo, Carsa Edizioni.
Per informazioni:
www.abruzzoturismo.it
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