E’ soprattutto un itinerario di
sensazioni quest’isola che si protende
nel Mar dei Carabi sulla soglia del
Golfo del Messico. Perché Cuba è un
insieme di emozioni: è allegria e
calore, è luce e colore, è musica e
danze. Ed è soprattutto l’isola più
grande delle Antille che, con la
vicinissima Isola della Gioventù e i
4.195 tra cayos e isolotti sparsi tutto
attorno, costituisce un vero arcipelago
le cui spiagge e il cui mare sono famosi
in tutto il mondo, come è certamente
famosa la sua capitale, l’Avana, la
seconda patria del grande scrittore
americano Ernest Hemingway, che qui
visse gli ultimi 22 anni della sua vita,
lasciando ricordi che il tempo non è
ancora riuscito a cancellare. E che è
facile ritrovare nei luoghi dove fu di
casa e tra le cose che davano un senso
alla sua quotidianità: la sua macchina
per scrivere Royal, la sua barca Pilar,
i trofei da caccia, gli stivali da
fanteria, i poster delle corride
spagnole. Ma il fascino antico
dell’Avana dei tempi di Hemingway lo si
coglie ancora vagabondando per le viuzze
della città, tra gli antichi palazzi del
‘600 e del ‘700, nei bari e tra la
bancarelle dei mercati, tra la gente
allegra e piena di vitalità che indugia
piacevolmente tra musica e un bicchiere
di rum. Forse come faceva lo stesso
scrittore, le cui tracce, qui all’Avana,
segnano quasi un itinerario ideale che
aiuta a scoprire la città più vera e
autentica. Così nella casa-museo della
tenuta di Finca Vigia, a S. Francisco de
Paula, nelle vicinanze della città, dove
lo scrittore visse e lavorò dal 1939 al
1961 e dove tutto è rimasto così com’era
quando il “Papa” partì per il suo ultimo
viaggio senza ritorno. Nella rimessa
della villa è ben visibile il “Pilar”,
la barca che lo scrittore teneva
ormeggiata nel porticciolo di Cojimar,
da dove partiva per la battute di pesca
al marlin o per inseguire i sottomarini
tedeschi. Poco distante sorge
un’abitazione di amici che lo scrittore
era solito frequentare e ai quali era
legato da grande affetto: Nilda
Villareal e i suoi quattro fratelli, uno
dei quali divenne assistente di
Hemingway. Proprio nel borgo di Cojimar
si trova la casa di Gregorio Fuentes,
passato alla leggenda come Santiago, il
pescatore de “Il vecchio e il mare”. E
la scritta “El Viejo y el Mar”, che
contrassegna l’esclusivo club nautico
Marina Hemingway, ricorda le
frequentazioni dello scrittore, così
come l’Hotel Ambos Mundos, nelle
vicinanze del trafficato calle Obispo,
dove lo scrittore andò ad abitare appena
arrivato nell’isola, il I° aprile del
1928, e dove, nella stanza 511, concepì
il romanzo “Per chi suona la campana” .
Un piccolo museo presenta, oltre alle
sue cose, la macchina per scrivere e un
modello in legno del “Pilar”. Poco
distante si trovano i due locali che
devono al “Papa” la loro fama: la “Bodeguita”,
dove lo scrittore andava a sorbire il
suo “mojito”, e la “Floridita”, dove
invece gustava il “daiquiri”.
Un gioiello
dell’architettura coloniale
Ma non bisogna dimenticare che l’Avana,
così come Trinidad, sono gioielli
dell’architettura coloniale che, bene a
ragione, sono state dichiarate dall’Unesco
Patrimonio dell’Umanità.
La prima è la città coloniale più bella
e meglio conservata di Cuba. Intorno
alla Plaza Mayor, nel centro storico,
sorgono Palazzi e Musei di sicuro
pregio. Da vedere, certamente, la Torre
Iznagas e quella dell’Orologio e il
Palazzo Brunet, che ospita il Museo
Romantico. L’Avana, la città più antica
dell’intero Continente Americano, merita
una sosta più attenta. Prima tappa
naturalmente Habana Vieja, l’antica
città coloniale che si estende intorno
alla zona del porto. Qui si possono
ammirare costruzioni del periodo
coloniale come il Castello de la Real
Fuerza, il Palacio de los Capitanes
Generales, il Templete o il Palacio del
Segundo Cabo; magnifici palazzotti
appartenuti all’antica nobiltà, che
prospettano su belle piazze come quella
della Cattedrale o di S. Francesco; e
una lunga serie di Musei, che meritano
certamente una visita. Passando per il
Malecon, il lungomare caraibico, e
attraversando il Quartiere Miramar, la
Rampa e il Campidoglio, si raggiunge la
Piazza della Rivoluzione con i moderni
edifici del Governo e il grande ritratto
del Che. Da non perdere una visita al
Parco Storico che si impone con il suo
Castello del Morro, simbolo della città,
e la fortezza di S. Carlos de la Cabaña.
Ma Cuba è anche e soprattutto mare, che
si avvale di una paesaggio che alterna
spettacolari scogli a tranquille
insenature con spiagge di arena bianca,
grigia, nera e dorata che contrastano
con i colori del mare dalle sfumature di
blu e di verde-acqua. Meta balneare per
eccellenza è certamente Varadero, nella
penisola di Hicacos, a 130 km
dall’Avana: oltre 20 km di spiaggia
dove, a differenza di altri centri al
mondo, non esiste la folla dei bagnanti.
Varadero è una città balneare dotata di
ogni infrastruttura per soddisfare il
più ampio spettro di necessità e
interessi. Una Rimini caraibica dove si
possono praticare tutti gli sport
possibili: escursioni in elicottero, in
aerei ultraleggeri, in yacht, in lancia
o in catamarano; paracadutismo e
parasailing, sci acquatico, surf,
pallavolo da spiaggia e golf, tennis ed
equitazione, snorkeling e pesca
subacquea, bagni con delfini e
passeggiate in acqua ray.
Il nuovo Eden dei
turisti
Ma Cuba è un Arcipelago che conta ben
4.195 tra cayos e isolotti, molti dei
quali accessibili ai turisti. Merita
certamente una visita Cayo Santa Maria,
nota come la “Rosa Blanca” dei “Giardini
del Re”. E’ il più grande di quel gruppo
di isolotti che compongono l’Arcipelago
di Jardines del Rey, un paradiso di
oltre 17 km di spiagge e natura vergine
che si estende a nord della provincia di
Villa Clara, ad est di Varadero. Ed ha
anche un pregio, che condivide con Cayo
Las Brujas: è collegato alla terra ferma
da una strada ecologica sul mare con 45
ponti intercalati. E’ questo il nuovo
Eden dei turisti del Caribe, per i quali
rappresenta il punto di partenza alla
scoperta dell’Isla Grande delle Antille.
Basti pensare che Cayo Santa Maria, con
una superficie di appena 13 kmq, ricca
di fauna e flora, ha ben 11 km di
spiagge di straordinaria bellezza che si
affacciano su un mare dai fondali
trasparenti, popolati da una grande
varietà di coralli e pesci. Per il
comfort dei turisti, un accogliente
albergo, con la formula tutto compreso,
mette a disposizione, oltre a 300
camere, ristoranti, bar, piscine, 2 club
con Jacuzzi, saloni per le feste, aree
sportive, discoteca e un punto nautico
con scuola sub.
Vicinissima e collegata con la strada
ecologica, la piccolissima isola di Las
Brujas è raccomandata ai moderni
Robinson Crusoe, che qui trovano una
natura intatta e due chilometri di
spiaggia vergine. Spartani qui anche gli
alloggi: 24 capanne di legno
perfettamente inserite nell’ambiente
naturale, collegate con ponti di legno
al complesso turistico. Un hotel sui
generis di 10 camere è stato ricavato
nell’antica imbarcazione San Pascual,
ritirata in secco perché inadatta alla
navigazione per il peso eccessivo.
Da non mancare, durante il soggiorno a
Cayo Santa Maria, una visita alla vicina
cittadina di Santa Clara, capoluogo
della provincia, che conserva retaggi di
valore storico, architettonico e
culturale. Da vedere: il Memoriale,
dedicato al Che e ai suoi compagni di
lotta; il Teatro La Caridad, il Parco
Vidal e i diversi Musei. Interessante la
cittadina di Remedios, con
un’architettura coloniale ben
conservata, dove merita una visita la
Chiesa Parrocchiale Maggiore, del XVI
secolo. |