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Avventure nel Borneo malese

di Franca Dell’Arciprete Scotti

 

Il gusto autentico di una terra ancora quasi inesplorata? Dove assaporarlo, in un mondo ormai globalizzato, se non nel Borneo malese? Contrasti fittissimi segnano i due stati in cui è diviso, il Sabah e il Sarawak, come se si passasse in pochi chilometri attraverso secoli lontanissimi. Tribù primitive nell’interno, ancora legate a tradizioni millenarie; città avveniristiche sulla costa, dotate di aeroporti internazionali, dove fanno scalo ogni giorno compagnie aeree fornite di ogni comfort. Nel Sabah, la “Terra Sottovento”, circondato da tre mari, il mare di Sulu, il mare di Celebes e il mare della Cina Meridionale, si trovano una serie di parchi sottomarini, costituiti da isole, veri paradisi per i subacquei, mentre nell’interno i parchi sono il paradiso delle ecoavventure. Atterrando a Kota Kinabalu si viene accolti da hotel e grattacieli, come nelle più avanzate metropoli malesi, proiettate tutte verso un futuro ruggente e aggressivo. Ma la modernità introduce ad un mondo che per fortuna è ancora intatto e in parte inesplorato. Secondo il tempo a disposizione, si può scegliere la soluzione più adatta: spedizioni guidate nella foresta, brevi visite di introduzione alle zone più facili, rafting lungo i fiumi ricchi di rapide, itinerari specializzati alla scoperta della flora e della fauna o dell’antropologia culturale. I record non mancano: la Malesia è il paese che possiede il fiore più grande del mondo, la rafflesia, che raggiunge il metro e mezzo di diametro, (ma si concede solo a pochi fortunati, dato che il periodo della fioritura è limitato e casuale); alberi alti più di 200 metri, la terribile nepenthea velenosa, che cattura e divora gli insetti attratti dalle sue riserve d’acqua (7000 specie differenti di insetti); foreste primordiali tra le più antiche del mondo, di 130 milioni di anni; 281 specie di farfalle. Le orchidee splendono in una varietà incredibile nel mare verde della foresta, splendide farfalle svolazzano variopinte, mentre le famose scimmie dalla proboscide si possono visitare nelle spedizioni che percorrono i fiumi in barca. Tutta particolare è poi l’avventura di assistere al ciclo di rieducazione degli oranghi a Sepilok, vicino a Sandakan, sulla costa orientale del Sabah. E a pochi chilometri da questo regno inestricabile si aprono spiagge coralline che fanno sognare coppie romantiche e appassionati di diving.

Vasto ecosistema da scoprire
Le isole, immerse nelle acque scintillanti e nella barriera di corallo, costituiscono un vasto ecosistema da scoprire pazientemente sotto l’acqua. Ma è la foresta la vera protagonista del territorio: un paradiso misterioso, che ricopre due terzi della Malesia e ha cominciato a conoscere le prime esplorazioni sistematiche solo verso il 1975/1980, e che ancora oggi, in alcune parti del Borneo centrale, si raggiunge solo per via fluviale. Pure essendo fonte di enorme ricchezza, con i suoi legni pregiati da esportazione, viene protetta con i Permanent Forest Estates, parchi nazionali che diventano veri santuari naturali da rispettare. Certo è difficile sperimentare a fondo le emozioni della foresta, sia perché occorre possedere resistenza e allenamento, sia perché bisognerebbe disporre di una settimana solo per la visita del Borneo malese. Un’emozione cui non si può rinunciare, anche in un solo giorno a disposizione, é quella di passare sopra i ponti sospesi all’interno dei parchi. A Kinabalu Park, nell’area di Poring Hot Springs, si sviluppa il Canopy Trail, una incredibile passerella lunga 150 metri, alta 41 metri da terra, costruita nel 1986 per spedizioni scientifiche e poi aperta al turismo dal 1995. L’effetto è quello di camminare sulla vetta della giungla, abbracciando con lo sguardo le chiome verdi degli alberi, le foglie gigantesche fittissime fino a formare colline di vegetazione, mentre sotto i piedi si sente il rumore impetuoso dell’acqua scrosciante. Da qui, il monte Kinabalu sembra più vicino, con la cima avvolta nella nebbia e le balze coperte da felci bagnate dalla rugiada della mattina.
L’ecoturismo nella foresta pluviale del Borneo riserva sorprese che hanno del miracoloso, come le piante medicinali contro i disturbi dell’intestino, del cuore, della pelle, che poi si trovano nei mercati locali all’aperto, chiuse in misteriosi sacchettini difficili da decifrare. Solo un occhio e una mano esperti possono guidare nella scelta e nell’utilizzo di polveri, semi, foglie e radici.

Leggende tra sogno e realtà
La storia qui assume dimensioni contratte o dilatate. Sono definiti antichi edifici del 1911 e del 1930, ma sono ancora attuali i villaggi che vivono come 1000 anni fa. Le leggende poi assumono i toni sfumati tra sogno e realtà. E’ mai esistito Sandokan, la Tigre della Malesia, che ha fatto sognare tutti per intere generazioni, prima sulle pagine dei romanzi e poi sullo schermo? Forse no, creato dalla fervida fantasia di Salgari. Ma Labuan è davvero un’isola al largo del Borneo e sir Brooke fu davvero il rajah del Sarawak. Un rajah che proveniva da una carriera molto prosaica: ufficiale britannico, James Brooke aveva abbandonato l’esercito in India all’inizio del XIX secolo e si era proposto al Sultano del Brunei per riportare la pace nella provincia in preda a disordini. Il compenso fu il controllo di tutta la regione e il titolo di rajah che la famiglia Brooke conservò per un secolo. Ed è veramente esistito il guerriero Manopiah, al quale è dedicato un villaggio vicino a Kota Kinabalu? Qui gli spiriti degli antenati regnano ancora tra le capanne in bambù e vicino alla pietra monolitica del giuramento che si faceva prima della battaglia. Le capanne sono ricostruite identiche a quelle originali, gli strumenti per pulire e macinare il riso sono ancora lì e quando si entra nella capanna centrale, dove si conservano le collane e le pesanti cinture d’argento delle donne, bisogna ancora pronunciare la formula di scongiuro rivolta agli spiriti: “Siou Do Mohoing”: “perdonaci di entrare”. Altre capanne assumono la forma delle longhouses che ospitavano tradizionalmente fino a 50 famiglie. Si possono vedere con una spedizione fluviale nella foresta, oppure più comodamente nell’area all’aperto del Museo Antropologico di Kota Kinabalu.

 

 

NOTIZIE UTILI

L’arrivo in Malesia di solito avviene attraverso l’atterraggio nell’avveniristico KLIA, l’aeroporto a 50 chilometri da Kuala Lumpur, dove la compagnia di bandiera Malaysian Airlines rappresenta un volume di traffico enorme, anche perché serve dall’Europa tutto l’Estremo Oriente con tariffe molto interessanti e un ottimo comfort a bordo. Il volo diretto da Roma dura circa 12 ore con sette fusi orari di differenza. Per il Borneo malese il volo Malaysian Airlines parte da Kuala Lumpur e in circa tre ore porta a Kota Kinabalu.
Per immersioni, il centro più adatto nel Sabah è www.jaring.my/bdivers  - bdivers@po.jaring.my. Per ecoturismo ed escursioni nella foresta pluviale: www.jaring.my/panborn - panborneo@po.jaring.my. Per escursioni nelle grotte: www.mns.org.my - natsoc@po.jaring.my. Sempre interessanti i pacchetti completi in loco proposti da Malaysian Association of Tour and Travel Agents - admin@matta.org.my. Per soggiornare a Kota Kinabalu, splendido il resort Shangri-La’s Tanjung Aru Resort - www.shangri-la.com.
In Italia il primo approccio per l’informazione sul paese è l’Ente Nazionale del Turismo della Malesia, via Privata della Passarella, n. 4 - 20122 Milano - tel. 0039.02.796702 - Fax 0039.02.796806 - www.turismomalesia.it
 

 

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