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Parma capitale dell’Euro-food

di Luciano Ferrari

 

Una volta tanto l’Italia l’ha spuntata in seno alla Unione Europea sconfiggendo l’ultimo temibile concorrente, la Finlandia. Pertanto Parma è diventata la capitale dell’euro-food con l’assegnazione, nonostante le vicende Parmalat , della Authority agro-alimentare dell’Unione Europea.
Il capoluogo emiliano ne ha tutti i numeri: tradizione agricola e gastronomica di fama mondiale, prodotti la cui eccellenza é universalmente riconosciuta (grana parmigiano-reggiano, la pasta, i salumi tra i quali l’inimitabile culatello) e un’offerta turistica a 360 gradi mare escluso. Oltre ai suggestivi luoghi verdiani, offre al turista d’ogni ceto e provenienza decine di antichi castelli, città d’arte, pinacoteche, teatri storici, centri termali, itinerari fluviali, abbazie, suggestive mete appenniniche, e una enogastronomia eccezionale.
Parma eccelle anche nel settore della didattica e produzione alimentare. Nella vicina Colorno hanno sede Alma (l’Istituto che sforna chef di cucina con rettore Gualtiero Marchesi e presidente Albino Ivardi Canapini) e la neonata Università di Scienze Gastronomiche, che fa capo all’analogo ateneo di Pollenzo Bra (Cuneo) di Slow Food. Non lungi da Parma, a San Pedrignano, domina il paesaggio uno dei più grandi e moderni pastifici della holding mondiale Barilla, all’avanguardia per tecnica produttiva e controlli di qualità.
Siamo in piena Food Valley italiana, quindi, come testimoniano anche le strutture del “Cibus” (la grande fiera dell’alimentazione), ben visibili dall’autostrada del Sole.
A dir di Parma altre virtù: chi, fra tante famose città europee, può offrire per grandi eventi o istituzioni di livello internazionale (come la già citata Authority UE) ben due superbe e immense regge secolari con grandi parchi, distanti tra loro una manciata di chilometri?
La neo-capitale agroalimentare europea ha infatti messo a disposizione di ambiziosi progetti due gioielli di architettura regale: per la UE, in centro città, il Palazzo Ducale, ex reggia dei Farnese (una specie di galleria d’arte ricca di inestimabili affreschi e arredi). Per l’ateneo internazionale del gusto, la Reggia di Colorno, residenza preferita di Maria Luigia d’Austria (a soli 12 km da Parma), un fastoso complesso con uno dei più bei giardini principeschi d’Europa.
L’assegnazione a Parma dell’Agenzia Europea della Authority alimentare e la nascita dell’Università del Gusto hanno suscitato l’interesse della Stampa Estera Alta Italia. Per la stampa internazionale, la Mager-Maack & Partner di Milano, in collaborazione con le istituzioni del Parmense (Presidenza della Provincia, Comune, Confcommercio, APT e operatori turistici) ha disegnato un ricco itinerario di visite di lavoro e aggiornamentl stimolanti anche per il turismo artistico, storico ed enogastronomico.
Su questa falsariga, vale la pena di suggerire alla generalità dei turisti una analoga incursione nel Parmense in luoghi che possono ampliare il bagaglio conoscitivo e culturale di ognuno e nel contempo fargli gustare, l dulcis in fundo, i piaceri della ricca tavola parmense.

Il Palazzo Ducale
Prima tappa della visita il Palazzo Ducale, già reggia dei Farnese, dinastia insediatasi in Emilia nel 1545 con Pier Luigi Farnese, figlio prediletto di Papa Paolo III, casata estintasi quasi due secoli più tardi con la morte di Antonio Farnese. La famiglia papale ha arricchito il capoluogo emiliano di altre sedi insigni, tra le quali il Teatro Farnese, all’interno del Palazzo della Pilotta, altra meta d’obbligo nella capitale del formaggio grana.
Il Palazzo Ducale, sede designata della Authority alimentare, è circondato da un parco di 20 ettari (uno dei più grandi spazi a verde in Italia inseriti nel tessuto urbano). Oltre al corpo centrale della gigantesca reggia e al Palazzetto Sanvitale, l’area a verde ospita altri edifici, attualmente adibiti a sede del Comando dei Carabinieri. Imponente la facciata della reggia, splendido il parco principesco con giardino all’italiana e peschiera ovale con isoletta artificiale e fontana.
All’interno del palazzo, un grande scalone conduce di sorpresa in sorpresa ai piani superiori, dove si possono ammirare una ricchissima dotazione di arredi d’epoca, dipinti e affreschi esposti quasi in ogni sala. Citiamo fra tutte la Sala degli Uccelli, con le immagini di 224 diversi volatili, poi le stanze di Alcina, del Bacio, la sala alcova di Erminia e quella dell’Amore, in parte affrescata da Agostino Carracci. Attualmente è ’visitabile nei giorni feriali, dalle 9 alle 12. Resta da sapere quando, come, in quale misura e locali il pubblico dei turisti sarà ammesso dopo l’insediamento dei 700 funzionari UE provenienti da ogni parte d’Europa.

La reggia di Colorno
Non meno impressionante per bellezza e fastosità è la reggia di Colorno, prediletta da Maria Luigia d’Austria, sorta sull’area di una rocca matildica del 1337 e del successivo castello dei Sanseverino, ingrandita e trasformata nuovamente in reggia dai Farnese.
Al pari di Palazzo Ducale a Parma, è abbellita da uno dei più intatti giardini principeschi, forse il più singolare d’Italia per le metamorfosi subite nei secoli. Infatti esso ha “cambiato pelle”, ossia disegno e tipo di vegetazione, più volte a seconda dei capricci dei successivi potentati: per i Farnese il famoso architetto Bibiena l’aveva realizzato alla italo-francese; l’arciduchessa Maria Luigia d’Austria lo volle modificato alla inglese. Danneggiato nell’ultima guerra, è stato ricostruito in stile francese dalla Provincia di Parma, ripristinando l’originale parterre centrale, compresi i giochi d’acqua e i berceaux laterali.
Per vastità e bellezza, la Reggia di Colorno è impressionante: le quattro torri spiccano sul piatto paesaggio padano, alla confluenza del Canale Lorno con il torrente Parma.Per visite singole o di gruppo è meglio informarsi in anticipo e prenotarsi (colorno@tin.it - Tel.052.1313545 - Fax 052.1312546). Altre mete in Colorno sono la Chiesa di San Liborio, il Duomo di S.Margherita, la Venaria (ex casino di caccia), la Torre delle Acque (che alimentava le fontane dei giardini reali) e l’Aranciaia (era la serra della vicina reggia).

I santuari del gusto
L’area della reggia di Colorno, come accennato, ospita già due istituzioni di livello internazionale. Nota e apprezzata anche all’estero é ALMA, Scuola Internazionale di Cucina Italiana, pilotata dal duo Marchesi-Ganapini. Dotazione d’avanguardia, agguerriti docenti, ricca specializzazione. Sforna da anni cuochi professionali e maestri pasticcieri. Merita senz’altro una visita.
L’altra é l’ Università di Scienze Gastronomiche, in fase d’avvio. Titolo d’ammissione licenza superiore o precedente laurea. Non crea cuochi, bensì dottori in Food&Beverage, cioè i futuri manager per tutto il settore alimentare anche alberghiero.
Su 380 domande, previa severa scrematura, ammessi soltanto 138 allievi. Nazionalità? Moltissimi stranieri:dal Brasile, Messico, Stati Uniti, Canada, Costarica. Europei a gruppi:Germania 6, Gran Bretagna 5, Austria 4, Ukraina, Svizzera, Austria. Anche alcuni asiatici. Massicce lezioni in loco e educational nei santuari esteri dell’agroalimentare.

Il Fort Knox del culatello
L’ultima visita suggerisce il titolo ”Dalle stelle alle stalle”, perché ci porta dalle regge di Parma e Colorno ai grandi allevamenti di maiali neri, anatre e oche dell’Antica Corte Pallavicina, in località Polesine Parmense (i Pallavicino sono stati una secolare dinastia feudale con domini dal fiume Po fino al Mar Ligure).
I proprietari, Massimo e Luciano Spigaroli, hanno redento terreni alluvionali creandovi un attrezzato recinto per migliaia di scrofe e i loro piccoli, tutti dell’antica “razza mora”, che vi sono nutriti a maggengo e erba medica. Poi hanno riattato turrita ”Corte dei Pallavicino”, nelle cui cantine hanno creato il Fort Knox del culatello di Zibello, il più nobile dei salumi.
L’aurea riserva di migliaia di culatelli, appesi a stagionare nelle cantine, costituisce uno spettacolo unico. Coadiuvati da una ventina tra familiari e dipendenti, i fratelli Spigaroli gestiscono anche il Ristorante "Al Cavallino Bianco" della Catena del Buon Ricordo, dove domina la cucina locale: in primis culatello, portate d’anatra e d’oca e vino Lambrusco.

 

 

NOTIZIE UTILI

Dove mangiare: Ristorante “Il Cortile”, Borgo Paglia 3, Parma - Tel 0521.28579 - Fax 0521.507192.
Ristorante ”Al Cavallino Bianco”, via Sbrisis 2, Polesine Parmense - Tel. 0524.96136 -
Fax 0524.96416.
Per informazioni: A Parma, turismo@comune.parma.it - www.turismo.comune.parma.it
A Colorno, urp@comune.colorno.pr.it - www.comune.colorno.pr.it
ALMA: infoalma@scuolacucina.it - www.scuolacucina.it
Mager-Maack & Partner Srl : info@mager-maack.it
 

 

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