“La strada dell’Abetone attraversa il
Frignano, regione un po’ indeterminata,
che si estende dal confine tra le
province di Modena e Bologna a quello
tra le province di Modena e Reggio e tra
la pianura emiliana e il crinale
appenninico, ossia dal Panaro al
Secchia” (Luigi Bertarelli, 1916). Il
Frignano è una tra le piccole realtà
dell’Appennino, poco noto alla grande
maggioranza del pubblico, ma sicuramente
molto distintivo e caratteristico della
nostra Penisola. È un territorio che si
estende dall’Appennino emiliano fino al
crinale toscano, comprendente il bacino
del fiume Scotenna-Panaro, la valle del
torrente Dragone e la sponda destra del
Secchia. Il Frignano è caratterizzato da
un paesaggio collinare e montano e
raggiunge la sua cima massima con il
monte Cimone (2165 metri), che
rappresenta anche la massima vetta
dell’Appennino Settentrionale. Il nome
Frignano deriva dai Liguri Friniati.
Il territorio della Comunità Montana del
Frignano, che comprende 10 comuni
(Pavullo nel Frignano, Fanano, Fiumalbo,
Lama Mocogno, Montecreto, Pievepelago,
Polinago, Riolunato, Serramazzoni e
Sestola) è lo scrigno che custodisce e
conserva le peculiarità frignanesi, dal
dialetto, alle abitudini,
all’architettura. Il territorio si
distingue per la sua vastità e varietà
territoriale: ogni paese che lo compone
è ricco di storia e di tradizione. Le
attività prevalenti sono agricoltura,
artigianato, allevamento zootecnico,
trasformazione alimentare di carni e
produzione del Parmigiano Reggiano (uno
dei prodotti tipici della zona). Anche
il turismo costituisce un’attività
importante. Infatti, non mancano le
ricchezze storiche,
paesaggistico-ambientali e
climatico-sportive, che permettono alla
zona di svilupparsi dal punto di vista
turistico nel rispetto delle proprie
tradizioni. Il paesaggio e la
gastronomia costituiscono, senza dubbio,
le risorse più interessanti e attrattive
per i visitatori.
Una gastronomia tipica
Il Frignano è interessante anche dal
punto di vista della gastronomia. La
cucina tradizionale è essenzialmente una
cucina povera, tipica dell’agricoltura e
della montagna, cereali e castagne
rappresentano gli ingredienti essenziali
dell’arte culinaria del Frignano. Le
“crescentine” (l’antico pane montanaro
preparato in dischetti e cotto
all’interno delle tigelle, l’altro nome
dato alle crescentine), i sottilissimi
“borlenghi” e i “ciacci” sono vere e
proprie prelibatezze che conquistano
ogni tipo di palato. Per non smentire la
tradizione montanara, con le castagne
vengono preparati dolci, quali i
“castagnacci e manni”, cioè degli
antichi dolci di farina di castagne da
consumare con la ricotta o con la panna.
Specialità a base di funghi e frutti di
bosco vanno ad arricchire la gastronomia
di questa ricca zona. La tradizione
modenese non può certo mancare e,
quindi, tortellini, tortelli, e chi più
ne ha più ne metta, compaiono copiosi
sulle tavole del Frignano. Ovviamente il
tutto senza dimenticare il formaggio,
che non ha bisogno di presentazioni:
l’illustre Parmigiano Reggiano.
La montagna di inverno
La montagna modenese ha poco da
invidiare a quella delle più celebri
località alpine. Il paesaggio invernale,
infatti, si presenta con chilometri e
chilometri di piste, anelli e percorsi
di sci. Si può praticare con
tranquillità ogni genere di sport
invernale, poiché non mancano certo le
attrezzature. Da dicembre ad aprile
frequentare queste piste è veramente
imperdibile: Cimone, Piandelagotti,
Piane di Mocogno e S. Anna Pelago sono
le stazioni invernali più interessanti
del Frignano. Il Monte Cimone, in
particolare, formato dai comuni di
Fanano, Sestola, Montecreto e Riolunato,
è sede di famosi impianti di risalita ed
ospita una serie di servizi turistici
efficienti, insomma tutto quanto può
servire per una vacanza come si deve,
dai servizi di prima necessità ad ogni
genere di divertimento e luogo per il
tempo libero. A conti fatti, il circuito
di piste del Monte Cimone raggiunge i 50
chilometri e 25 impianti di risalita.
Sci alpino, sci di fondo, sled-dog, sci
escursionismo e il nuovo half-pipe e
molto altro: queste le possibilità che
offre il Cimone, la stazione principale
dell’intero Appennino emiliano.
I centri maggiori del Frignano
La cittadina di Pavullo è il capoluogo
del Frignano: riveste grande importanza
per la quantità di bellezze ambientali e
artistiche. L’ambiente naturale presenta
una vegetazione ricca e molto varia. Il
Parco Ducale, con i boschi annessi,
costituisce una risorsa di notevole
importanza: contiene tesori arborei come
il rinomato "Pinone", un plurisecolare
cedro del Libano alto 30 metri. Il
Palazzo Ducale, risalente al 1832, è
oggi sede di servizi culturali e della
Galleria d’Arte Contemporanea. Estremo
interesse architettonico rivestono il
castello di Montecuccolo, complesso del
XII secolo, posto sul cinghio che domina
Pavullo, la Pieve romanica di Renno, del
IX secolo, e il Borgo di Monzone con il
suo palazzo comunale trecentesco con
architravi e stemmi in arenaria.
Sestola, chiamata "la perla verde
dell’Appennino”, è la località del
Frignano a maggiore vocazione turistica
della montagna modenese ed è diventata
famosa anche per l’associazione al nome
di Alberto Tomba (cresciuto
“sciisticamente” sulle piste di Sestola).
È una cittadina ricca di storia;
l’antichissima rocca è nominata, già,
nel diploma di Astolfo del 749. Questo
dimostra l’antica origine della città.
Il centro storico del paese sorge a
ridosso dello sperone roccioso sul quale
fu edificata la fortezza, ricostruita
nel Cinquecento. Il Castello di Sestola
è fra i più belli della zona; in esso si
organizzano manifestazioni culturali e
ospita i Musei degli strumenti musicali
meccanici e della civiltà montanara.
Ma si devono anche ricordare i centri
minori: Serramazzoni, Lama Mocogno,
Pievepelago, Fiumalbo, Fanano,
Montecreto, Riolunato, Polinago,
Palagano, Montefiorino, Zocca e
Frassinoro, con le loro meravigliose
tradizioni, specificità, storie, luoghi
e risorse, vanno a comporre il
territorio del Frignano, le cui risorse
culturali, storiche e paesaggistiche
sono numerose ed eccezionali. |