about us

contact us

archives

online press agency

 

 

 

 

 

 

 

 

Il castello matildico pagina storica del Medioevo

di Luciano Ferrari

 

Sanguigni al tramonto, perché arrossati dal Sole calante, o quasi galleggianti sulle prime nebbie d’autunno, quando si stagliano solitari a forma di cuneo sopra il panorama dell’ Appennino reggiano, quei millenari ruderi incutono ancora paura a chi ne conosce le vicissitudini. Sono i resti della rocca matildica di Canossa, una pagina di storia che il per mondo germanico é una ferita nell'orgoglio che soltanto i secoli possono lenire. Uno sguardo dalla cima regala un’impressionante visione a 360 gradi su taglienti, giganteschi calanchi bianchi; più sotto boschetti, secolari pievi, casette coloniche, verdi campi coltivati.
Quel nevoso inverno del 1077 segnò una pagina cruciale nella lotta tra l’Impero e il Papato per la supremazia sull’Italia. L’ambizioso Enrico IV, imperatore del Sacro Romano Impero, scomunicato dal non meno temibile papa Gregorio VII, dopo tre giorni penitenziali nel freddo trascorsi all’aperto sotto le mura del castello, venne ammesso all’interno del maniero e ivi ottenne il perdono dal Pontefice.
Mediatrice autorevole in quell’ennesimo episodio della Guerra per le Investiture fu la marchesa Matilde di Canossa, figlia dell’italico Bonifacio Atto di Canossa e della teutonica contessa Beatrice di Lotaringia (l’odierna Lorena francese, che nel Medioevo era invece territorio dei Longobardi).
Da quel giorno il mondo germanico, come sinonimo di cocente umiliazione, usa l’espressione “Der Gang nach Canossa (la via per Canossa). Se non andiamo errati, Otto von Bismack, Cancelliere di Ferro di Prussia, respinse un ultimatum francese con la frase :” Wir werden nicht nach Canossa gehen!” (Noi non andremo a Canossa!).
Di quello storico schiaffo in fondo i tedeschi moderni non dovrebbero dolersene molto perché Matilde era italica per padre e germanica per madre ed aveva vissuto anni di studio Oltralpe, nella patria materna, apprendendone bene la lingua, prima di prendere possesso definitivo dei suoi immensi feudi in Italia.

A festa nei castelli medioevali
Che cos’era prima dell’avvento dell’uomo lo sperone roccioso di Canossa, il cui toponimo in latino medievale era “Canusia”? (nome suggerito dal candore dei bianchi calanchi che circondano la cima). Qualche milione d’anni fa giaceva in fondo al mare che copriva l’attuale Pianura Padana. Ne emerse scagliato fuori dalle acque dai sommovimenti tellurici e tettonici che hanno creato la dorsale Appenninica da nord a sud della nostra Penisola. Lo sperone roccioso si distingue per contrasto dalle bianche arenarie e argille marine dei calanchi circostanti, disposti tutt’intorno a raggiera come un baluardo difensivo naturale.
Al grande richiamo storico di Canossa, delle altre decine di castelli del circondario e delle corti patrizie rinascimentali si abbinano il singolare valore paesaggistico di questo spicchio di territorio reggiano d’alta collina e le ricche e genuine offerte enogastronomiche dell’intera provincia di Reggio Emilia. Storia medievale, paesaggio e genuina cucina tipica del territorio sono i cardini sui quali sono imperniate decine di iniziative storiche, culturali e ludiche che si svolgono praticamente nell’intero arco dell’anno. I cortei e le feste matildiche in costume sono eventi assolutamente da non perdere, così come l’itinerario che conduce il turista nelle più splendide corti comitali dei secoli scorsi..
Moltissime manifestazioni hanno come sede i castelli e altri luoghi legati alla marchesa Matilde che, in passato, fu chiamata la “prima regina d’Italia” e che invece, oggi, giusto il detto latino “nemo propheta in patria sua acceptus est”, è pressoché ignorata dalla carente storiografia scolastica ufficiale italiana. Invece la nobildonna italo-germanica è stata, alla pari con i papi e gli altri regnanti, uno dei sovrani più potenti e determinati del Medioevo.
Donna colta e raffinata ma adusa al comando, essa incassò dignitosamente la vendetta
dell’imperatore umiliatosi a Canossa. Pochi anni dopo, Enrico IV la privò dapprima delle sue regali prerogative, poi di gran parte dei suo feudi. Per tutta risposta Matilde donò le restanti terre alla Chiesa e chiuse la sua avventura terrena ritirandosi in convento.
All’apice del suo potere, Matilde governava mezza Italia d’allora: le sue terre andavano dalla Lombardia al Veneto, dalla Toscana al Lazio, a nord e sud del Po. Sua residenza preferita era il Reggiano, soprattutto i suoi castelli a ridosso del massimo fiume italiano. Ad imitazione dei suoi avi, aveva fatto costruire un capillare sistema difensivo costituito da decine di presidi militari (castelli anche residenziali, soprattutto fortezze, rocche, manieri)..
Oggi ne rimangono 18 in buono stato, inclusi nel “Circuito Matildico”, tutti sede o centri di iniziative turistiche, culturali ed enogastronomiche di grandissimo richiamo e crescente partecipazione. Da non perdere assolutamente, per chi ama le feste in costume d’epoca, l’annuale corteo matildico.

A furor di popolo
In tempi tranquilli, nel Reggiano Matilde prediligeva il castello di Bianello, l’unico rimasto intatto e oggi visitabile dei quattro manieri che spiccavano in cima ad altrettanti “mammelloni” (cioè colline a cima rotonda). Erano situati ad una decina di chilometri dal capoluogo reggiano, in una frazione chiamata appunto "Quattro Castella". Da questa località, nella marcia d’avvicinamento da Reggio Emilia alla celeberrima rocca, lungo il corso del fiume Enza, si raggiungono gli abitati di Polo d’Enza e quindi Ciano d’Enza, Quest’ultimo Comune, in seguito ad un plebiscito popolare svoltosi nel 1990, è stato ribattezzato, a furor di popolo, "Ciano d’Enza-Canossa".
Da qui inizia la vera salita verso la famosa rocca, lungo un percorso di 8 chilometri che un tempo era poco più di una carrareccia e oggi è servito da strada asfaltata. A metà itinerario si erge, anch’esso in splendido isolamento, il castello di Rossena (intatto e visitabile su richiesta), che faceva parte del secondo schieramento difensivo.
Anche Rossena è appollaiato sopra un rilievo in posizione elevata, tale da dominare a 360 gradi i sentieri circostanti e la strada sottostante che, sempre più ripida e fiancheggiata da impressionanti calanchi di arenaria a schiena di dinosauro, porta infine allo storico rudere matildico (576m.s.m.). Nel Medioevo, la rocca era ritenuta, oltre che irraggiungibile, assolutamente inattaccabile. Il maniero era stato ricostruito una prima volta sotto il regno di Matilde come castello residenziale, con l’aggiunta di una chiesetta gentilizia, un tempio votivo, dedicata alla propria famiglia, la dinastia marchionale degli Attoni.
Causa il suo alto valore strategico, il castello fu poi teatro, specie dopo la fine della signoria degli Attoni, di furibondi assalti, nonché distrutto e ricostruito più volte nei secoli.
Odierno nume tutelare del feudo matildico reggiano, un efficiente organismo cui si consiglia il lettore di rivolgersi per ogni esigenza di informazione, viaggio e alloggio, è la “IAT Terre Matildiche” (dove IAT sta per Informazione e Accoglienza Turistica) che, per definizione, è “lo strumento di comunicazione del territorio e di interazione con tutti gli altri soggetti operativi del turismo e del territorio.

 

 

Informazioni Utili

Per informazioni: IAT Terre Matildiche, via Val d’Enza Nord 167/ A - 42026 Ciano d’Enza-Canossa - Tel/Fax + 39 0522-872 225 - iat.terrematildiche@libero.it 
Amplissima è la gamma dei suoi servizi: informazioni su territorio, storia e arte, natura e monumenti, itinerari, ricettività (alberghi, agriturismi, ostelli, bed&breakfast), prodotti tipici e oggettistica dell’artigianato locale, tempo libero e cultura, eventi vari, mezzi di trasporto.
Altre fonti d’informazione e iconografia su Canossa nei seguenti link: www.comune.canossa.re.it - www.matildedicanossa.it/ita/infoturismo.htm - www.castellireggiani.it/canossa.html
 

 

Clicca sulle immagini per ingrandirle

 

torna alla homepage

 
viaggivacanze.info - autorizzazione Tribunale di Milano n 750/02 - tutti i diritti riservati
Redazione: viale Brianza, 33 - 20127, Milano - 02.6694202 - redazione@viaggivacanze.info