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Chiavenna: mulini e pietra ollare

di Franca Dell’Arciprete Scotti

 

Non è così famosa come la Valtellina, non è così mondana come l’Engadina. Ma la Valchiavenna è una valle da scoprire pazientemente con lunghe passeggiate, escursioni a mezza costa, soste nei crotti e nei palazzi nobiliari della cittadina che dà nome al territorio. Chiavenna si trova all’imbocco delle due valli, che salgono al Passo dello Spluga e l’altra al Passo del Maloja, ed è coronata dalle Alpi Lepontine e dalle Alpi Retiche. Neve e monti intorno, ma un posizione riparata dai venti freddi del Nord e influenzata piacevolmente dal clima mite del lago. Chiavenna è collocata sui depositi di frana che diedero luogo in tempi remotissimi alla formazione dei crotti, caverne così tipiche della Valchiavenna da essere simbolo delle festività e della gastronomia locale.
Da quella frana derivano anche le famose Marmitte dei Giganti, mentre in basso scorre il torrente Mera, in centro città, tra i palazzi solenni del centro storico, ponti romantici e ruote di mulini. L’origine del centro storico di Chiavenna risale agli inizi del ‘500 e ricalca l’impianto medievale, presentando strette vie caratteristiche che costituiscono la sua tipica fisionomia pittoresca. Il XVII sec. vide il transito delle truppe dei lanzichenecchi, che distrussero e saccheggiarono tutto quanto incontrato sul loro cammino e seminarono il morbo della peste. Successivamente si raggiunse una stabilità in campo religioso e la valle riprese a prosperare grazie ai commerci e ai trasporti. Questo luogo era il punto di partenza di numerosi sentieri storici, come la via Spluga, la strada della Forcola, la via Bregaglia, la strada che da Savogno porta in Valle di Lei, tracciati alpini attraverso i quali passarono greggi, commerci, uomini in armi, contrabbando ed idee. Mentre l’economia della valle era in passato basata essenzialmente sui trasporti e sui traffici commerciali, dopo l’apertura del traforo del Gottardo, Chiavenna è riuscita a mantenere una certa agiatezza grazie all’industria cotoniera e alla produzione della birra. E i palazzi del centro, che testimoniano la ricchezza del passato, sono ancora pieni di vita. Non solo i palazzi testimoniano la ricchezza, ma anche la Collegiata di San Lorenzo, dove è conservata una preziosa coperta di Evangelario detta “Pace di Chiavenna”. La coperta è costi¬tuita da una tavola in legno di noce su cui sono montate 25 lamine d’oro di va¬rie dimensioni, alcune lavorate a sbal¬zo, altre con inserti di gemme, perle, smalti e filigrana d’oro. Domina al cen¬tro una croce greca ornata da gemme e perle disposte a croce entro castoni dentellati, su un fondo di racemi in fili¬grana di lavorazione molto raffinata. Le scritte intorno alla base centrale fanno pensare all’intervento di un artefice illetterato, mentre la mano dell’artista creatore è decisamente eccellente.

Il mulino dell'ex pastificio Moro
Da un tesoro all’altro. Bottonera è il mulino dell’ex pastificio Mo¬ro, che sorge nel quar¬tiere artigiano di Chiavenna, edificato nell’8OO nella parte alta del borgo. Qui le varie attività utilizzavano l’acqua del fiume Mera attra¬verso una rete di canali che fornivano la forza motrice a mulini, ad una cartiera, un maglio, due fabbriche di ovat¬ta, concerie, falegnamerie, birrifici e un pastificio. I canali ebbero la loro impor¬tanza sino alla fine degli anni ‘40 quando furono soppiantati dall’energia idroelettrica, pe¬raltro già presente in valle dal 1894. Trenta anni prima, nel Mulino Bottonera della famiglia Moro erano state in¬stallate quattro macine delle Officine meccaniche ita¬liane di Monza, mentre nel 1930 fu dato l’incarico alle Officine Reggiane di realizzare una nuova struttura, portando a sei le macine e introducendo un sistema di elevatori e la setacciatura dello sfarinato. Il complesso è giunto pressoché intatto fino a noi, vero gioiello di archeologia industriale, e ci sorprende per la tecnologia avanzata che offriva fino agli ultimi anni del ‘900. Il mulino era in azione giorno e notte ed il lavoro, distribuito su tre turni, era coordinato da un capo mugnaio che, con una squadra di operai. sovrin¬tendeva al funzionamento delle macchine e al caricamento nei sacchi dei prodotti della lavo¬razione: farina, crusca, farinet¬te e mezzi grani. Il mulino ed il pastifìcio furono una presenza importante nella vita economica della Valchia¬venna, grazie al consistente apporto di manodopera.
Se il Mulino ci porta in un ambiente di lavoro artigianale, ancora più autentica appare la lavorazione tradizionale della pietra ollare, che si pratica qui come in Valtellina. Roberto Lucchinetti invita turisti e visitatori a scoprire il suo laboratorio di lavorazione della pietra ollare e tessitura tipica di Piuro, a Prosto di Piuro (Informazioni: Tel 0343/35905 - www.pietraollare.com - Pietraollare@libero.it).


La lavorazione della pietra ollare
Un tempo, tra le antiche attività tradizionali della bassa Brega¬glia, un posto di rilievo era occupato dall’escavazio¬ne e dalla lavorazione della pietra ollare con cui si produ¬cevano soprattutto laveggi. “Alcuni ritengono che questi hanno la proprietà di non tollerare veleno di sorta nella vivanda che dentro vi si cuo¬ce, perchè ogni veleno eventualmente propinatovi verrebbe neutralizzato durante la bollìtura”. Lo Scheuchzer scrive nel 1746: “... in queste pen¬tole di pietra i cibi cuociono più in fretta e meglio che in altre fatte in ottone, rame o altro metallo; inoltre i cibi mantengono la loro naturale fragranza e non vengono inquinati da sapori estranei». Roberto Lucchinettì ha ripreso la tradizione dei piuraschi di cavare e lavo¬rare la pietra ollare. Realizza, oltre ai classici laveg¬gi, calici che riproducono la forma di uno antico trovato nella rovina di Piuro, “Furagn”, che sono reci¬pienti muniti di coperchio usati per conservare burro, grasso animale, carni e formaggio. All’inven¬tiva di questo artigiano sono dovuti servizi per caffè, recipienti per conservare la fragranza del caffè macinato e “pigne» (stufe in pietra) dalle linee eleganti.

 

 

Informazioni Utili

Per informazioni: Consorzio per la Promozione turistica della Valchiavenna -Tel.0343/37485 - www.valchiavenna.com 
Per mangiare e dormire: HOTEL AURORA, Via Rezia 73 - Chiavenna - Tel. +39. 0343 32708 - info@albergoaurora.it.
CROTTO BELVEDERE, Strada della Chiesa - Prosto di Piuro - Tel. +39 0343 33589 - info@crottobelvedere.com.
AGRITURISMO AQUA FRACTA, Pian della Giustizia, 7 - Borgonuovo di Piuro - Tel.+39.0343 37336 - aquafracta@libero.it
RISTORANTE LANTERNA VERDE, Via S. Barnaba, 7 - Villa di Chiavenna - Tel. +39. 0343 38588 - ristorante@lanternaverde.com

 

 

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