E’
stata il paradiso della mondanità fin
dagli anni ’60. In principio furono gli
amori “diversi” a lanciarla
nell’orizzonte delle classi alte e degli
intellettuali. E se Luchino Visconti
veniva qui con Helmut Berger per
iniziarlo all’amore greco, non furono da
meno Jean Cocteau e qualche nostro
famoso stilista. Così Mykonos ha
conquistato un’aura snob ed elegante che
la rende unica nel Mediterraneo, anche
rispetto a tutte le altre isole greche.
Che in verità si erano conquistate la
fama di isole “povere”, facilmente
accessibili a studenti e globetrotter,
soprattutto negli anni ’70. Eppure
Mykonos é un’isola non classificabile e
omologabile in facili etichette. La
mondanità vive la sua dimensione più
spiccata nella città che é il centro
dell’isola. Tra i vicoli bianchi,
splendenti di bouganvilles e oleandri
viola e rossi si aprono vetrine di
boutique prestigiose, degne di via
Montenapoleone e del Faubourg Saint
Honorè. E alle boutique si affiancano
negozi di alto artigianato isolano, che
propongono oggetti di grande gusto in
ceramica, vetro, cuoio e capi di
abbigliamento in stile Mykonos in cotone
raffinato, rafia, garza sottile. La
mondanità vive anche nella “Piccola
Venezia”, il quartiere affacciato a
occidente sul mare: pochi locali, pub e
taverne direttamente sull’acqua arredati
con grandissimo senso del colore, che si
animano al tramonto, quando è un must
bere all’aperto l’aperitivo guardando il
mare e i famosi cinque mulini che sono
l’icona simbolo dell’isola. Qui si
raccolgono coppie celebri e turisti con
la macchina fotografica, gruppi gay e
famiglie per il rito della sera, al
profumo di splendide grigliate dei
ristorantini vicini. Tra tutti
Alexandra e Nico’s Tavern, mentre
più tardi si animerà lo Scandinavian,
pub e discoteca. Mondanità e
trasgressione brillano anche nelle
spiagge del sud, soprattutto le famose
Paradise e Superparadise,
affollate anche di colonie nudiste, dove
ci si scatena dal pomeriggio in poi in
balli movimentati ed è un obbligo
sociale ballare sui tavoli della
discoteca più in vista. Ma Mykonos è
anche semplicità e nitidezza. Stradine
assolate nella stessa città, il porto
con il mercato del pesce, il famoso
pellicano Pedro che zampetta ogni giorno
fotografatissimo davanti alle barche
rosse e gialle e poi placidamente si
inoltra tra i vicoli e i negozi, con un
codazzo di turisti curiosi al seguito.
All’interno della città le scale portano
in alto al vecchio mulino trasformato in
museo, ora affidato alla generosità dei
visitatori, come il museo folkloristico
vicino al mare. Che affastella quadri,
mobili, merletti, oggetti di uso
quotidiano e ricordi della vita dei
pescatori dell’800. Il porto è
animatissimo di locali, botteghe,
battelli che partono in continuazione
per tutte le isole del Mediterraneo.
Moltissimi gli angoli silenziosi che
sfuggono all’immagine rumorosa e
trasgressiva della Mykonos più patinata.
Piazzette silenziose e ombreggiate dagli
eucaliptus, mille chiesette dipinte in
bianco e azzurro accecanti di luce e
fresche all’interno, dalla tipica sagoma
arrotondata, immagini di devozione
religiosa intense ed ingenue, icone
preziose, offerte votive, nastri bianchi
e blu che adornano tutti gli oggetti
accanto all’altare e incredibili tesori
di legno intarsiato e in argento
sbalzato. Ancora più autentica l’isola
lontano dal centro cittadino. E’
necessario affittare una macchina o
ancora meglio un motorino per girovagare
qua e là senza meta, scoprendo
facilmente le spiagge più belle e
piccoli villaggi isolati. Come Ano
Mera e la chiesa Panagia
Tourliani, uno dei più bei monasteri
ortodossi dell’area mediterranea,
insieme con quello molto più prestigioso
della vicina Tinos. Se le spiagge del
sud sono affollate, rumorose e mondane,
quelle del nord sono dei paradisi di
solitudine e tranquillità. Si
raggiungono con la macchina, ma poi
spesso occorre una buona passeggiata tra
sentieri e rocce per raggiungere la
spiaggia libera, dove si alza qualche
tenda colorata per distribuire bibite,
dolcetti, e pesce fresco arrostito al
momento. Le spiagge più belle del nord
sono Panormos e Agios Sostis,
mentre a Fanari si può arrivare
con una strada sterrata, per contemplare
lo splendido panorama dal faro battuto
dai venti.
L’isola
sacra
Non si può rinunciare, in trenta minuti
di barca, a trascorrere un giorno a
Delos, l’isola sacra dei Greci,
legata alla nascita di Apollo, una vera
isola-museo, disabitata, dove era
vietato sia nascere che morire. Il
santuario ebbe una lunga vita, dall’età
micenea (circa 1400 a.C.) fino all’epoca
romana. E un inno omerico racconta che
Delos era un famoso centro religioso
degli Ioni. L’area è molto ampia,
assolata e suggestiva. Tra le pietre
nude spicca solo la famosa palma sotto
la quale la leggenda colloca la nascita
di Apollo. I punti di maggiore interesse
sono senz’altro la terrazza dei leoni,
offerti dai Nassi in omaggio al dio e
collocati in alto sui basamenti, potenti
nella loro sagoma arcaica, e i mosaici
nella casa delle maschere. Per spostarsi
da Mykonos nelle isole vicine sono molte
le compagnie di traghetti che hanno
l’ufficio sulla banchina del porto. I
passaggi sono frequentissimi ad ogni ora
del giorno. Tra tutte ben attrezzata la
compagnia Blue Star Ferries.
www.bluestarferries.com |