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Treviso, il giardino della Serenissima
Testo di Luciano Ferrari
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La
città di Treviso , nata 2000 anni fa
come robusto insediamento latino
all’ombra delle Alpi (della originaria
pianta cittadina romana è ancora
riconoscibile il decumano, che tuttora è
la via principale della “capitale” della
Marca), ha vissuto il suo momento di
maggior fulgore e di prestigio 15 secoli
dopo, per ben altri 4 secoli, all’acme
della potenza della Serenissima. Alla
Repubblica Veneta ha fatto da baluardo a
nord, ma soprattutto da dispensa
agro-alimentare grazie alle sue ubertose
campagne e alla laboriosità delle sue
genti, tanto da guadagnarsi
l’appellativo di “giardino di Venezia”.
In cambio Venezia ne ha fatto una città
modello, richiamando a Treviso i più
grandi artisti e dotandola di un potente
assetto difensivo. Gli architetti
militari veneziani (maestri indiscussi
nell’edilizia marziale di cui hanno
seminato esempi un po’ dappertutto nel
Dodecanneso) hanno saputo sfruttare ad
arte i numerosi corsi d’acqua che
tuttora attraversano Treviso. Ne hanno
fatto una roccaforte imprendibile
all’epoca dei Dogi, dotandola di una
munitissima cerchia di alti bastioni
fortificati, sui quali tuttora spicca il
Leone di San Marco, e che tuttora
incutono rispetto.
Il capoluogo della Marca Trevigiana
comprende altre sei noti centri:
Mogliano Veneto, Castelfranco Veneto,
Conegliano, Vittorio Veneto e Oderzo,
che sono stati anch’essi la culla di
grandi artisti e che altri ne ha
richiamati dal resto d’Italia. Anche se
i trevigiani hanno di che vantarsi in
tutto il mondo, la industriosa
cittadina, che tra l’altro ospita
industrie di notorietà internazionale, è
meglio conosciuta per il suo famoso
radicchio rosso, la cui tipicità è stata
riconosciuta anche dall’Unione Europea. |
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Trevisana
e tiramisù
ITreviso va orgogliosa anche per un
altro suo prodotto tipico. Se si ha
l’occasione di pranzare nella Marca
Trevigiana e di gustare le decine di
variazioni culinarie sul tema del
radicchio trevigiano, alla fine del
convivio vi inviteranno con serena
fermezza a gustare un “tiramisù”.
Soltanto dopo vi spiegheranno che la
dolce bomba calorica appena gustata e il
cui nome ha ormai conquistato mezzo
mondo, è una invenzione di Treviso, che
ne vanta l’indiscussa primogenitura. E
sempre soltanto dopo, anche se non certo
in sott’ordine, vi parleranno dei tesori
artistici e delle bellezze
architettoniche delle sette città della
Marca trevigiana, in primis Treviso.
E’ un patrimonio non soltanto di prim’ordine,
ma anche vastissimo: soltanto per un
primo approccio occorrerebbero più
giorni, per poter passare in rassegna
gli stupendi edifici d’epoca che si
susseguono quasi ininterrottamente
nell’ordito cittadino. Treviso è
maestosa nelle sue possenti mura venete,
massicce e alte sui fossati o sui corsi
d’acqua, che costituiscono una
ininterrotta cinta a difesa dell’intero
abitato. Lo è anche nei suoi grandi
luoghi di culto (cattedrale, chiese e
Capitolo Dominicano, per citarne solo
qualcuno), e nei secolari palazzi dalle
facciate dipinte ad affresco. Per
contro, è leggiadra, familiare,
accogliente nel suo disegno urbano
globale, caratterizzato da corsi
d’acqua, ponti, vecchi mulini ad acqua e
viuzze o piccole piazze che nascondono
quasi sempre una piacevole sorprese. Va
visitata assolutamente a piedi, metro
per metro, anche nell’unica via dritta,
l’ex decumano dei Romani antichi, che è
diventato l’arteria più moderna e
brulicante di negozi e luoghi di
ritrovo. Nell’insieme il capoluogo della
Marca è, come s’usa dire oggi, molto
friendly, alla mano e tuttora a misura
d’uomo.
Che cosa visitare assolutamente, avendo
a disposizione tempo limitato, soltanto
uno o due giorni? C’è l’imbarazzo della
scelta, fra tanti antichi e nobili
edifici civili e i numerosi, imponenti
luoghi di culto. Anche il cronista più
scrupoloso deve pertanto finire per fare
delle scelte prioritarie e
preferenziali.
Il Capitolo dei Domenicani
Cominceremo perciò dalla Sala del
Capitolo (annessa al Seminario dei
Domenicani e al chiostro della chiesa di
San Nicola), la cui particolarità e
forse unicità ci sono state illustrate
da due guide fuori del comune: la
professoressa Natalina Botter e la
dottoressa Roberta Balocco. La prima é
figlia del grande architetto Mario
Botter, che spese un’esistenza a
restaurare, oltre al Capitolo
domenicano, altre storiche vestigia di
Treviso. La seconda è responsabile
stampa della Osram, l’azienda che,
proprio alle porte di Treviso, ha uno
dei suoi maggiori centri ricerca e
produzione d’Europa.
Quale nesso tra il Capitolo e la
multinazionale delle lampadine? Da
sempre la grande società è impegnata
negli ardui problemi d’illuminazione di
siti storici e grandi opere d’arte, per
le quali studia scientificamente il
problema e fornisce sofisticati
strumenti e impianti che assicurano e
alle sale e alle opere il massimo
livello di visibilità sia di giorno sia
di sera .
Opportunamente, la dottoressa Balocco ci
ha guidato nel Capitolo di Treviso, le
cui pareti il maestro Tomaso da Modena
(Tomaso dei Parisini:1326-1379), ha
trasformato in una ineguagliabile
galleria di ritratti a figura intera dei
più illustri domenicani della storia
della Chiesa, tutte di dimensioni e
scenario identico, come in una sequenza
cinematografica. Tutti sono raffigurati
serenamente intenti a scrivere al tavolo
di lavoro, o a leggere e meditare su
libri o documenti. In totale si trattava
di 40 lesene, danneggiate dal tremendo
bombardamento del Venerdì Santo del
1944. I personaggi raffigurati sono: due
papi (Innocenzo V e Benedetto X), 18
cardinali con galero e 17 frati
domenicani; totale 37 immagini a figura
intera.Tre lesene sono rimaste vuote
perché totalmente cancellate dalle
bombe. I tre grandi oggi assenti dal
Capitolo sono anche i tre più
importanti: Domenico di Guzman,
fondatore dell’ordine dei Domenicani,
Pietro Martire e Tomaso d’Aquino.
Per rimanere nel percorso degli edifici
di culto ecco altre tappe: il complesso
di S. Nicolò (che incorpora anche il
Capitolo); la Chiesa di Santa Caterina
(oggi museo, con le storie di Santa
Caterina); la chiesa di S. Lucia e di
Santa Maria Maggiore; il Duomo,
arricchito da opere di Tiziano Vecellio,
del Pordenone e di P. Bordon. Adiacente
al Duomo è un battistero dell’XI secolo
con affreschi di scuola bizantina .
Anche per una visita breve a Treviso, è
d’obbligo suggerire di puntare pure
sulle seguenti mete e strutture
cittadine: Piazza dei Signori (con Torre
Campanaria merlata), il singolare
Palazzo dei Trecento (luogo di incontro
della nobiltà e dei potenti dei tempi
medievali); la vicina Calmaggiore,
strada di bei palazzi e porticati,
negozi eleganti e gran passeggio; non
lungi, Piazzetta del Monte dei Pegni.
Tra gli angoli più suggestivi, l’Isola
della Pescheria, il Canale dei Buranelli
al Ponte Dante, le maestose porte
d’ingresso nelle Mura veneziane, il
Ponte Fra’ Giacomo, la massiccia Porta
di San Tomaso con l’immancabile Leone di
San Marco sulla facciata. E ancora: le
case a portici di via Sant’Agostino, con
gli alti archi dei portici della
facciata ed i balconi a loro volta
abbelliti da archi a tutto tondo; la
casa Boccaliero sul Cagnan Grande (ossia
il Canal Grande) al Ponte di Sant’Agata
e le dimore con barbacani di via Tolpada;
la Casa dei Carraresi, in via Palestro
(con archi e trifore alla veneziana),
nota anche all’estero perché sede di
grandi mostre d’arte antica e
contemporanea di richiamo
internazionale; i sottoportici sul
Canale delle Scorzerie; il Torrione
dell’Altinia sul Canale della
Polveriera.
Il Sile e i suoi giardini
Il fiume Sile, il Siletto e gli altri
corsi d’acqua dominano, caratterizzano e
abbelliscono Treviso, come a Venezia i
canali interni, e soprattutto alimentano
una serie di spazi verdi all’interno del
nucleo cittadino, conferendo al
capoluogo della Marca, perlomeno in
alcuni quartieri periferici, l’aspetto
di una città-giardino.
A proposito di giardini, appena fuori
dalle mura veneziane (in via Cal di
Breda, 2 km dall’abitato cittadino),
meritano una visita il giardino e il
roseto di Villa Margherita (della
nobildonna Margherita Manfrin). La villa
è una grande residenza patrizia in stile
rinascimentale, abbellita da un lungo
porticato, una teoria di decine di
colonne ed archi a tutto tondo che si
specchiano nel prospiciente corso
d’acqua. Questi superbi giardini - una
vera attrazione - sono visitabili
gratuitamente da aprile a settembre (ore
8-20) e da ottobre a marzo (ore 8-18). |
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Informazioni Utili
Come arrivare - Per strada:
Treviso è situata sull’autostrada A-27
Venezia-Vittorio Veneto e dista dalla
città della Laguna una trentina di
chilometri. Un anello stradale di
circonvallazione facilita il raccordo
con tutte le strade che confluiscono nel
capoluogo.
Autolinee: Servizi regolari di autobus
collegano anche con città lontane
(Milano, Udine, Trieste) e,
stagionalmente, altri servizi di autobus
fanno la spola con i centri più vicini.
Ferrovia: Treviso è situata a mezz’ora
di treno da Mestre e Venezia, nodi
ferroviari che servono tutta la Penisola
e anche l’estero.
Aereo: a 3 km dalle mura veneziane, in
via Novalese 63, è l’aeroporto “San
Giuseppe”, che gestisce frequenti voli
charter A/R con destinazione Londra,
Parigi, le Canarie e Amsterdam, con
frequenza due o tre volte la settimana.
Cosa mangiare - La dovizia di
prodotti tipici dell’agricoltura e
dell’allevamento della Marca e
l’inventiva dei trevigiani, hanno
generato un paniere di pietanze
difficilmente superabile per numero e
originalità delle soluzioni, il cui
elenco, (disponibile nel sito ufficiale
di promozione turistica “Marca Treviso”
(vedere coordinate più sotto), occupa
varie pagine per totali 120 ricette e
loro varianti). Dove mangiare?
Soprattutto il centro storico ospita
trattorie e osterie di cucina tipica con
varianti che sorprendono sempre il
forestiero. La sopa coada, ad esempio, è
il classico di Treviso; infinite poi le
variazioni sul tema radicchio rosso;
superbo il tiramisù.
I locali talvolta sono anche luoghi di
cultura, come L’”Osteria al bronsèr
Enoteca”.
Dove dormire - Treviso ha una
buona dotazione alberghiera: alcuni
hotel occupano Largo Porta Altinia, dove
le “grande muraglia” veneziana fa un
angolo e con il Leone di San Marco, che
in bella vista incombe dall’alto sul
sottostante corso d’acqua. Issato sul
piazzale campeggia il 4 stelle “Carlton”,
visibile anche a grande distanza. Altri
alberghi di varia capienza sono sparsi
un po’ dovunque nel tessuto urbano.
Enti turistici - “Marca Treviso”,
Consorzio di Promozione Turistica
(direttore Alessandro Martini), c/o
Ascon Confcommercio, via Turazza 7A –
Tel 0422.541052 - Fax 0422.541052 -
info@marcatreviso.it - “Ufficio
Turistico”, piazza Monte di Pietà 8 -
Tel 0422.547632.
Altre fonti: Sito di Arianna o Google,
alla voce Treviso” – Guida ”TREVISO
Guida Turistica Canova”, un recente
volume edito dalla Azienda di Promozione
Turistica di Treviso, organo della
Camera di Commercio Industria
Artigianato Agricoltura di Treviso - Il
TCI (Touring Club Italiano) ha riservato
a Treviso varie pubblicazioni.
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