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Acquarelli sulla costiera amalfitana

Testo di Franca Scotti

 

Una diva appassionata e capricciosa e un grande regista. Amori e litigi sulla costiera amalfitana tra rocce a picco su un mare incantato che sembrava abitato dalle Sirene di Ulisse. La storia amalfitana di Anna Magnani e Roberto Rossellini si svolse nell’arco di pochi mesi del 1948, mentre giravano un episodio del film “L’Amore”. Avevano scelto come nido una casetta di pescatori, un “monazzeno” o magazzino, acquistato da Anna per poche migliaia di lire. Un nido in un luogo selvaggio indimenticabile: il fiordo di Furore dove il mare batte impetuoso tutto l’anno, invadendolo con la sua corrente schiumosa. Tanto da sollevarsi in qualche momento di tempesta fino ai 14 metri del ponte sulla costiera. Al termine del fiordo poche case, i magazzini, rosse, gialle, verdi, dove i pescatori ripongono i loro attrezzi e oggi c’è un piccolo eco-museo dedicato all’utilizzo dell’acqua per macine da mulini e piccole fabbriche di carta. L’”uomo del fiordo”, al quale è affidato il compito di introdurre all’atmosfera della zona, vi racconterà che ricorda ancora gli amori tempestosi dei due divi nella casetta rosa.
E “Costa Diva” si chiama, con un bel motto che rimane impresso nella memoria dei nuovi visitatori, tutta questa costiera amalfitana che si sviluppa da Positano a Vietri sul mare. Non solo Anna Magnani e Roberto Rossellini, ma altri famosi personaggi hanno animato la costa e le pagine dei rotocalchi negli anni della “dolce vita”: Loren e Ponti, la Bergman, Mastroianni, Jacqueline Kennedy poco prima che arrivasse la tragedia. E altri artisti hanno scelto la costiera come buen retiro: tra gli ultimi Gore Vidal, Nureyev, Franco Zeffirelli.
Furore, famoso per il suo fiordo inaccessibile, è in realtà il “paese che non c’è”, dislocato lungo tutto il costone di montagna. Un frammento di presepe che di notte si illumina nei campanili delle chiesette disposte sui tornanti e di giorno si illumina dei limoni risplendenti tra vigne ed ulivi. In mezzo a questo paesaggio, che non è possibile immaginare più pittoresco, ecco la lunga sequenza degli affreschi composti dagli artisti ospiti che fanno di Furore un “paese dipinto”. Ognuno ha lasciato una traccia di sé nei muri pubblici con scene che ricordano la vita del borgo: pescatori, sirene, barche, sole, mare. (Informazioni: Comune di Furore, Salerno - Tel.089.874100 - www.comune.furore.sa.it)

 

Una costellazione di perle

La costiera è una costellazione di perle infilate una dopo l’altra: Amalfi, Atrani, Positano, Vietri, Praiano, Conca dei Marini. Perle che bisogna conquistare faticosamente con guida attenta e occhio vigile, per non rischiare brutti incidenti nei tornanti difficili tutti a picco sul mare, scavati sotto la roccia viva, sospesi a terrazzini aerei. E’ quella strada borbonica costruita, nel 1850 circa, per collegare finalmente le cittadine che prima si raggiungevano via mare o via mulattiera o via scalini.
Quando i nervi saltano e la costiera diventa invivibile per il traffico estivo, ci si rifugia nell’interno, dove all’improvviso non esistono più né rumore, né cortei di macchine né mondanità. Ma solo silenzio, piazzette assolate, boschi fitti e terrazzati. La stessa Ravello, di fama mondiale, è un’oasi di pace rispetto alla riviera, soprattutto se si evita il centro e si percorrono i sentieri coperti dai pergolati che portano all’interno. (Informazioni: Azienda autonoma Soggiorno - Tel. 089.857096 - www.ravellotime.it - www.ravellofestival.com). Sembra incredibile ricordare che qui a Ravello vivevano le famiglie più ricche della Repubblica Marinara di Amalfi, tra cui i famosi Rufolo che costruirono la villa enorme di 300 stanze in stile moresco, adorna di fontane, aranceti e ulivi. Un vero giardino delle Esperidi o il giardino di Klingsor come lo definì Wagner, arrivato fin qui a dorso di mulo e incantato di avere scoperto l’ambientazione ideale per il suo Parsifal. Echi letterari, musicali, artistici che cominciano già con il Landolfo Rufolo, di origine boccaccesca, protagonista di una novella del Decameron dedicata all’epopea dei mercanti. Si intrecciano miti antichi, leggende di mostri marini, sirenuse, grifoni e memorie moderne. Fino alle note del Ravello Festival che per tutta l’estate, con un eccellente programma di richiamo internazionale, coprono questo orizzonte incantato, quando viene innalzato e proteso sul mare il palco dell’orchestra.

 

Le botteghe artigianali

Non si può lasciare la costiera amalfitana senza visitare botteghe artigianali di antica tradizione e acquistare almeno un piccolo oggetto che ricordi questa abilità colorata e pittoresca. A Vietri, la fornace Solimene è una struttura imponente, costruita negli anni ’50 dall’architetto Paolo Soleri con il suo gusto eclettico: masse rotondeggianti e rivestite di piastrelle colorate quasi in riva al mare e dentro un variopinto ammassarsi di piatti, ciotole, vassoi, vasi, mascheroni, realizzati e dipinti a mano con i simboli e i colori della costiera, soprattutto limoni, galletti, pesciolini, tralci di uva. (Informazioni: Solimene Ceramica - Tel. 089.10188 - www.solimeneceramiche.com - Museo Provinciale della ceramica, Villa Guariglia in Roito - Tel.089.211835)
Ad Amalfi, invece, la lavorazione è più sofisticata, il prodotto finale è una vera opera d’arte. La carta fatta a mano è una tradizione celebre che risale al XIII° secolo, quando la Valle dei Mulini lungo il fiume Canneto viveva dell’attività intensa di mulini e cartiere. Oggi la cartiera di Amalfi più famosa è Amatruda, attiva dal XV secolo, che produce una carta mobilissima, scelta da artisti internazionali per i loro acquerelli e da editori famosi per stampe in edizioni limitate. La lavorazione si svolge secondo le regole di una volta, con fibre di pura cellulosa macerata nell’acqua, filtrata, distesa, pressata e poi messa ad asciugare negli stenditoi, fino ad ottenere fogli delicati e soffici come velluto, con sfrangiatura naturale su tutti i lati e filigranati. (Informazioni: Cartiera F.Amatruda,via delle Cartiere 100, Amalfi - www.amatruda.it - Museo della Carta, www.museodellacarta.it)

 

Sapori della costiera
Da dove cominciare per passare in rassegna, sia pure sinteticamente, i sapori della costiera? Difficile scelta. I limoni di Amalfi, dalla buccia spessa e soffice e dal sapore quasi dolce, sono già famosi dovunque, come il limoncello e la crema di limone che si offrono a tutte le ore della giornata. Piatti a base di pesce freschissimo, conditi con pomodorini rossi ed erbe tipiche, menta, alloro, finocchietto selvatico, non richiedono approfondimenti. Ma c’è un prodotto tipico che davvero pochi conoscono: è la “colatura di alici” di Cetara, già riconosciuta come presidio Slowfood e in attesa del riconoscimento di DOP. Discendente dal garum romano, la colatura di alici è un liquido ambrato, ottenuto da un particolare processo di maturazione delle alici sotto sale, che si usa come condimento deciso e corposo. (Informazioni: www.amicidellealici.org)

 

 

Informazioni Utili

Per dormire e mangiare - Per visitare la costiera amalfitana si hanno a disposizione strutture di ogni livello. Invece di alloggiare sulla costa, che è sempre molto trafficata, si può alloggiare nell’interno, in zone molto più tranquille, ma in questo caso è meglio disporre di mezzo proprio.
A Furore: Hostaria di Bacco, hotel e ristorante con ottima cucina tipica (Tel. 089.830360 - www.baccofurore.it); Villamena, accogliente bed & breakfast con bella terrazza sul mare e giardino (Tel. 089.830519): Alfonso a mare, ristorante di pesce (Tel.089.874091); La Volpe Pescatrice, ristorante di gusto raffinato inserito nella struttura a cinque stelle Furore Inn Resort (Tel.089.8304785 - www.furoreinn.it); Ristorante San Pietro a Cetara, per assaggiare la vera “colatura di alici” (Tel.089.261091).
A Vietri sul mare: Lloyd's Baia di Soglia Hotel Group, affacciato sull'incanto di una piccola valle e sul mare, alla base della penisola sorrentina, cucina mediterranea (Tel. 089.7633111 - www.sogliahotels.com)

 

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