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Slovenia 2004, nuova Stella D’Europa

Testo di Anna Maria Arnesano – Foto di Giulio Badini

 

Dal 25 giugno 1991, dopo il dissolvimento della Jugoslavia, per la prima volta nella sua storia, la Slovenia è uno stato autonomo e indipendente e dal 1° maggio di quest’anno, assieme ad altre nove nazioni, fa parte della Comunità Europea. La piccola Repubblica – più minuscola della Lombardia, mentre gli sloveni sono circa due milioni – è un caleidoscopio di culture, abitudini, religioni, tradizioni e stili di vita. E’ considerata da sempre la parte economicamente più ricca e fiorente della penisola balcanica, grazie alla tenacia dei suoi abitanti e ai rapporti commerciali con le confinanti Austria, Italia e Ungheria. Qui, malgrado il periodo storico-politico molto turbolento, non ci sono state battaglie, terrorismo o pulizie etniche, ad eccezione di qualche tensione tra giugno e luglio del 1991 con l’esercito federale.
Si dice che per immaginare il passato si devono chiudere gli occhi. In Slovenia bisogna tenerli aperti. In questa nazione, nonostante le sue ridotte dimensioni, c’è proprio tutto: città storiche, montagna, mare – seppur per un breve tratto - collina, pianura, paesaggi dominati dal verde (possiede oltre il 54 % di superficie verde, un primato nel continente), boschi, grotte carsiche, torrenti e fiumi sotterranei, nonché resti di antiche civiltà (prima romane e poi medievali, rinascimentali e barocche) presenti ancora oggi come allora. Basti pensare alla capitale Lubiana che espone con sicurezza i suoi monumenti e le tracce del passato, anche per non lasciare dubbi sui quarti di nobiltà, ritenuta centro motore di tutte le attività degli sloveni fin da quando entrò a far parte della corona asburgica, divenendo nello stesso tempo il perno amministrativo del paese.

 

Un passato medioevale

Dei romani, che la chiamavano Emona e che vi risiedettero fino al VI secolo, Lubiana esibisce pochi resti ma custoditi con cura presso il Giardino Jacopic, dove resiste anche l’unico tratto delle mura originarie della città, mentre del passato medievale è erede il castello che domina l’abitato: massiccio e mai definitivamente ultimato, distrutto e ricostruito, abbandonato e poi riscattato dal Comune, che ne avviò il sistematico restauro con l’idea di farlo ritornare il simbolo della città. Medioevale è anche l'area della Piazza Nuova, sulla riva sinistra del fiume Ljubljanica, un quadrilatero isolato dove avevano sede i Cavalieri Teutonici, il palazzo della Vicesignoria e il ghetto ebraico. Se medioevale è anche la Piazza Civica, basta percorrere trenta passi per entrare nel barocco più tipico di queste parti che distingue l'altra fonte del potere antico, quello ecclesiastico: il Duomo, il palazzo del Vescovo e il Seminario, stretti assieme alla piazza del mercato, tra le pendici del castello e la riva destra del fiume, tutti sistemati nella versione odierna nei primi quindici anni del Settecento. Ma il carattere della città si deve oggi agli interventi degli ultimi cent'anni, operati dopo il terremoto del 1895 che ne distrusse gran parte, ed è legato in particolare al nome dell'architetto Joze Plecnik (1872/1957), il quale dedicò parecchi decenni della propria vita a sistemare Lubiana strada dopo strada, con l'intento di trasformare in capitale una città di provincia e insegnare attraverso i monumenti l'autocoscienza agli sloveni. Tra i molti interventi legati al suo nome il più riconoscibile è il Triplice ponte, un unicum che introduce al centro storico attraversando il fiume.
Un importante settore economico in Slovenia è rappresentato dal turismo, grazie all’eterogeneità del territorio, che si concentra soprattutto nelle Alpi, a Lubiana e sul mare Adriatico, nonché in altri luoghi turistici come le famose grotte di Postumia e il lago di Bled, dominato dal suggestivo castello, che proprio quest’anno celebra i suoi 1000 anni di storia.

 

Bled 1000 anni di storia

Bled è il cuore della Slovenia, meta dei pellegrini del centro Europa da qualcosa come 900 anni, e si trova ai bordi della prima area di industrializzazione (le ferriere di Jesenice). E’ stata la prima meta turistica del paese nel secolo scorso ed è la patria adottiva del vate nazionale Preseren. Viene considerata la principale porta d’accesso, attraverso il lago Bohinj, al Triglav, l’oasi naturalistica incontaminata, sovrastata dal Tricorno (questo significa Triglav in sloveno), la montagna inserita nello stemma e nel sentimento degli sloveni. E’ collocata a 500 metri d’altezza, sulle sponde di un lago tranquillo, ed è impreziosita da un clima mite che ne allunga la stagione. Il colpo d’occhio è di quelli che non si dimenticano facilmente e ha contribuito non poco a diffondere nel tempo la fama della località: il bacino del lago, da cui emerge su un’isoletta il santuario, come un Excalibur che si offre ai pellegrini, il possente castello medievale che sorveglia muto dall’alto di una rupe precipite alta 139 metri, con sullo sfondo le maggiori cime delle Alpi Giulie e delle Caravanche che vi si specchiano. In ogni stagione Bled si presenta davvero bene; a cambiare sono solo le quinte. Il castello esiste fin dall’inizio del Mille, ma, trovandosi un po’ defilato dalle grandi vie di comunicazione, nel 1004 venne donato, assieme al relativo contado, dall’imperatore germanico Enrico II e dalla consorte Cunegonda ai vescovi di Bressanone, i quali ne mantennero la giurisdizione per 800 anni, fino al subentro degli Asburgo.

 

Benefiche risorse naturali

Che nel lago di origine glaciale ci fossero sorgenti di acque calde termali, le quali ne elevano la temperatura rendendo possibile la balneazione anche in stagione inoltrata, lo si sapeva fin dal medioevo. Ma per registrare una svolta nella vita sonnacchiosa di questo piccolo borgo alpestre bisogna attendere fino al 1855, quando il medico salutista svizzero Arnold Rikli cominciò ad attirarvi infermi, convalescenti e villeggianti, mettendo in risalto le benefiche risorse naturali del luogo: l’acqua, l’aria, la luce. Il transito, poco dopo, della ferrovia Transalpina da Vienna a Trieste completò il miracolo, cosicché, alla fine dell’Ottocento, Bled era diventata una meta turistica internazionale e il luogo preferito per le vacanze della nobiltà e della borghesia mitteleuropea, tanto che tra le due guerre fu scelta come residenza estiva anche dalla famiglia reale jugoslava, poi dal maresciallo Tito e dai suoi ospiti stranieri.
Oggi Bled si presenta come una moderna località di villeggiatura attiva tutto l’anno, con 4 mila posti letto sparsi in appartamenti privati ed in una quindicina di alberghi da 3 a 5 stelle, i migliori dotati di piscine termali, saune e palestre. L’ospite non rischia affatto di annoiarsi, in quanto vi sono strutture per la pratica di ogni tipo di sport, dal cannottaggio al pattinaggio su ghiaccio. Da non perdere una visita al castello, che ospita un interessante museo sulla storia locale e dal quale si gode un suggestivo panorama; all’isola lacustre, da raggiungere in pletna, caratteristica barca a remi; e al museo del parco nazionale del Triglav. Nelle immediate vicinanze si trovano un aeroporto sportivo e uno dei più attrezzati golf europei. D’inverno si può sciare sulle celebri piste di Kranjska Gora e del Pokljuka, d’estate fare escursioni, arrampicarsi o praticare sport d’acqua nel territorio del parco; raccomandabile invece in ogni stagione la passeggiata di 6 km attorno al lago. Per la serata, a disposizione diversi bar, pub e un attrezzato casinò. Non distante si trovano numerose attrattive, mete di possibili escursioni: dai canyon attrezzati lungo i torrenti Radovljica e Ribscica, al selvaggio lago alpino di Bohinj, con la pregevole chiesa quattrocentesca affrescata di San Giovanni; dal singolare museo dell’apicultura di Radovljca, una delle più belle cittadine rinascimentali della Slovenia, a quello della siderurgia e alle botteghe artigianali del ferro di Kropa; dai suggestivi resti del castello di Kamen ai fienili rustici di Studor. E nelle domeniche estive a Bled si può anche arrivare da Gorizia, a bordo di uno sbuffante treno a vapore. A disposizione dei turisti anche un ricco calendario di manifestazioni culturali, folcloristiche e sportive: quest’anno spiccano in particolare le celebrazioni per i mille anni di storia.

 

 

Informazioni Utili

Dove dormire - A Lubiana, Grand Hotel Union: si tratta di uno dei migliori alberghi della città, situato in posizione centrale, in un palazzo d’epoca e con un prestigioso caffè in stile viennese all’interno. Per informazioni: Tel. 00386.1.3081270 – www.gh-union.si - hotel.union@gh-union.si. Prezzi a partire da 180 euro.
A Bled, Vila Bled: l’ex residenza di Tito, oggi considerato il più raffinato hotel di charme. Per informazioni: www.vila-bled.com - hotel@vila-bled.com .
Hotel Park, 4 stelle. Per in formazioni: www.gp-hoteli-bled.si - recpark@gp-hoteli-bled.si

Dove mangiare: A Lubiana, PRI VITESU: è un ristorante storico in un palazzo medievale che si affaccia sulla Ljubljanica. La cucina è eccellente e i prezzi variano molto dai piatti del giorno a quelli alla carta.

Informazioni - A Lubiana: Ljubljana Tourist Information Centre (CIT), Stritarjeva -Tel.00386.1.3061215 - www.ljubljana-tourism.si
Informazioni e materiale illustrativo su Bled, anche in italiano, possono essere richiesti al locale ufficio del turismo: Tel. 00386.4.57 80 500 - Fax 57 80 501 - info@dzt.bled.si  - www.bled.si ; oppure all’Ufficio del Turismo Sloveno in Italia: Tel. 02 29 51 11 87 -slovenia@tin.it.

 

 

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