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Il fascino discreto dei Sibillini

di Luciano Ferrari

 

Ci sono luoghi che sin dal primo incontro conquistano le singole persone per pregi e qualità che sfuggono alle folle e talvolta anche agli stessi operatori turistici. Quale o quali sono gli ingredienti di questo amore a prima vista? Forse il loro fascino discreto da understatement, fatto di qualità e pregi non appariscenti ma concreti. Una di queste oasi dal fascino discreto è il comprensorio dei Sibillini, tra il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, i Monti della Laga e dell’Ascensione, nelle Marche appenniniche. A farcele conoscere nella loro misteriosa e silenziosa bellezze é stato un marchigiano diremo così marittimo, di Fermo e Porto Sant’Elpidio: Angelo Serri, ideatore e motore di “Tipicità”(il Festival dei prodotti tipici delle Marche, la cui XII edizione si terrà nella primavera del 2004 a Campiglione di Fermo). Dopo averci facilitato negli anni passati una approfondita conoscenza delle Marche litoranee, delle spiagge e porticcioli adriatici, ci ha condotti all’esplorazione del crinale appenninico delle Marche, fino alle falde dei Monti Sibillini, la cui vetta più alta è il Vettore (2478 m.s.m.).
 

La Comunità dei Magnifici Undici

La Comunità dei Sibillini abbraccia undici Comuni: Amandola, Comunanza, Foce, Montedinove, Montefortino, Montefalcone, Montelparo, Montemonaco, Rotella, S. Vittoria in Matenano e Smerillo, situati ad altitudini che vanno dai 395 ai 988 metri.
Sono secolari insediamenti abitativi perlopiù situati in altura e in solitudine, ricchi di storia, vestigia antiche(castelli,rocche, bastioni fortificati,pieve, medievali), e di ben radicate tradizioni enogastronomiche legate ai tipici prodotti locali, sia della terra sia dell’allevamento.
Il loro relativo isolamento dalle vie del gran traffico turistico e la scelta della popolazione autoctona, li hanno difesi dai guasti della cosiddetta civiltà di massa moderna che purtroppo ha snaturato molte belle località della nostra Penisola.
 

Il Paradiso sotto le cime austere

La Comunità dei Sibillini é oggi un fazzoletto d’Italia tra mare e monti dall’habitat in origine non certo facile ma che, nei secoli passati e ancor più in tempi moderni, l’uomo ha saputo sfruttare al meglio. I marchigiani l’hanno fatto senza snaturarne le caratteristiche originali e l’atmosfera bucolica che caratterizza i pendii protetti dalle più alte vette appenniniche. Una dorsale montagnosa che ad est fronteggia il Mar Adriatico, consentendo all’occhio umano di gettare lo sguardo ben oltre il mare, in certe giornate di vento o bora fin alla costa dalmata..
Gli insediamenti abitativi localizzati prevalentemente sui crinali sono circondati da elementi di arredo ambientale naturale di grande richiamo e fascino: sorgenti, piccoli corsi d’acqua, verdi pendii e boschi, che ingentiliscono il paesaggio facendo da contraltare all’incombente austerità delle alte cime.
Alcuni sono piccolissimi centri storici , quasi frazioni, pittoreschi insediamenti antichi: oscillano da una popolazione di 413 abitanti a Smerillo, alla massima di 3.964 cittadini in quel di Amandola. Sono tutti disseminati in un paesaggio bucolico che ospita una propria flora e fauna e che riesce a fare dimenticare in una sola giornata al visitatore i tormenti della grandi e piccole metropoli italiane.
 

Specie alpine e razze rare

La flora dei rilievi montuosi abbraccia la quasi totalità della vegetazione endemica degli Appennini, e anche qualche specie rara in un ambiente dominato da faggete e altre essenze boschive. Inoltre l’escursionista rispettoso della natura può trovarsi ad ammirare le stelle alpine dell’Appennino, altre specie della famiglia artico-alpina, garofanini di monte, ranuncoli, primule, peonie rosse, asfodeli e viole .
La varietà e tipicità della fauna non è da meno delle bellezze e rarità del mondo vegetale che s’incontrano sulle dorsali dei Sibillini. Signori dell’aria e dei picchi rocciosi sono l’aquila reale e i falchi, poi gheppio, poiana, picchio verde, picchio muraiolo, gufo reale, coturnice, fringuello alpino, gracchio corallino, martin pescatore. Tra i selvatici terrestri figurano cinghiali, volpi, istrici, tassi, martore, gatti selvatici.
Nel Parco Naturale sono stati reintrodotti cervi e caprioli, mentre la nutria ha sostituito la lontra, un tempo abitatrice di questi luoghi. Elencati così alla rinfusa, nel parco convivono specie sconosciute ai più, come stupende farfalle, volatili rari come il codirossone o il piviere tortaiolo e, nel Lago Pilato, il chirocefalo Marchesoni, un gamberetto color arancio.
Gli undici centri abitati del comprensorio ospitano complessivamente una popolazione stanziale di 16 mila anime e nell’insieme del paesaggio figurano come altrettanti balconi panoramici a doppia visuale: verso le vallate (tutte ben curate e sfruttate rigorosamente a fini agricoli o d’allevamento) o in alto verso i pendii boschivi e le grigie rocce delle cime più elevate (e, in stagione, fortemente innevate), molte delle quali superano i 2000 metri. come i monti Vettore, Sibilla, Porche e Priora.

 

Menu locali senza rivali

Sono luoghi ideali per un turismo diverso e non affollato, familiare o per piccoli gruppi, intelligente e fuori delle mode effimere. In breve, amante della natura e delle genti semplici più che delle ostentazioni. Soprattutto rispettoso dell’ambiente, della sua flora e delle peculiarità locali. Qui fortunatamente le bibite internazionali di gran nome e larga diffusione altrove non hanno prevalso sui prodotti tipici autoctoni, soprattutto sui vini del territorio: naturali, pregiati di antica nobiltà, in vendita a prezzi abbordabili. Lo sushi e altre amenità gastronomiche esotiche non hanno fortunatamente storia in questa “insula felix” marchigiana.
Basta citare un menu locale per fornirne una pietra di paragone. Antipasti: ovoline dei Sibillini (mozzarelle), caciottine tartufate, coratellina d’agnello; primi piatti: crespelle al forno, tagliatelle ai funghi porcini; pietanze: cinghiale in agrodolce con cicorietta al peperoncino, agnello allo spiedo, vitello e cotoletta fritta con olive, zucchine, cremini all’ascolana, insalata capricciosa. Per chiudere torta di mele rosa e cestini di stagione.
Il tutto accompagnato dai vini tipici dagli antichi dominii dei Piceni, il fiero popolo che tanto filo da torcere diede alle Legioni Romane. Eccone una selezione: Falerio dei Colli Ascolani, Velenosi al Brecciarolo, Rosso-Piceno Superiore, Cocci Grifoni Le Torri, e il tipico Vin Cotto per meglio digerire oppure un Anice Varnelli.
 

Fra Trimalcione e Bacco

Il viaggiatore occasionale, il turista per scelta, il vacanziere estivo o l’amante delle distese nevose che si spinge fino alle propaggini della catena appenninica può rientrare dai Sibillini con un buon bottino di specialità dei luoghi e di tipici prodotti marchigiani, tale da fare invidia a Trimalcione e Bacco. Lo stesso dicasi per certi prodotti e oggetti dell’artigianato antico e raffinato.
La zona vanta ancora botteghe artigianali delle più svariate produzioni, dagli oggetti in rame o legno, di utilizzo casalingo o scopo ornamentale. Comunanza e Force sono note per la lavorazione artistica del rame (cresciuta sulla tradizione dei frati ramaioli di Farfa, nel tardo Medioevo), Amandola eccelle per l’artigianato del legno e soprattutto dell’intarsio artistico.
Nella trasferta del ritorno a casa, dalle colline giù verso il mare il bottino s’arricchisce di specialità gastronomiche introvabili altrove. A fianco della estesa offerta e varietà di insaccati di maiale e cinghiale (molto apprezzato è il ciauscolo) figurano altri salumi abbastanza rari i nel resto della Penisola, come i prodotti a base di carne equina (bresaola, salami, salsicce salamini e bistecche di carne di cavallo e d’asino).
 

Maccheroncini per il Giappone

Tipicità uniche della regione sono poi i maccheroncini di Vincenzo Spinosi, da Campofilone (che in realtà hanno forma di spaghetti o tagliatelle, in cui ci sono più uova che farina, e nella preparazione non è usata acqua, quindi non scuociono mai e sono molto nutrienti). Sono presenti in tutta la ristorazione mondiale d’alto livello, soprattutto in Giappone). Si possono acquistare i tartufi bianchi e neri del Montefeltro e dei Monti Sibillini. La mozzarella “Sibilla” della Cooperlat (Gruppo Fattorie Italia), che drena il latte fresco anche delle Marche appenniniche, è distribuita e apprezzata in tutta l’Italia.
L’olio marchigiano ha fama d’eccellenza e rivaleggia con quello umbro di Trevi. Si torna anche con vini di grande qualità e corpo, ed è pure consigliabile fare scorta in loco del famosa liquore all’anice delle sorelle Varnelli, in tutte le sue varietà, digestivo anch’esso di notorietà internazionale, da molti bevuto con il caffè.
Attualmente sono sette gli itinerari ufficiali per visitare la Comunità dei Sibillini e altri se ne aggiungeranno allorché sarà stato completato dal GAL ”Stella dei Sibillini” (Gruppo di Azione Locale) il programma Leader 2 sotto l’egida e contributi finanziari dell’Unione Europea, iniziativa internazionale per la promozione dello sviluppo sostenibile e integrato delle aree rurali.
 

La Terra delle Armonie

Sin d’ora però le porte del comprensorio, ribattezzato “Terra delle Armonie”, e protetto dalla massiccio dei Sibillini, sono aperte e facilmente accessibili a chi desidera bellezze naturali, scampoli di storia, silenzio e tranquillità, aria non inquinata. Per giunta gustandosi prodotti tipici, cibi e bevande genuini della tradizione locale.

 

 

Informazioni Utili

Come si arriva – Dal versante orientale, ossia quello dell’Adriatico, le strade di accesso alla Comunità Montana dei Sibillini sono quelle che attraversano le valli dei fiumi Tenna, Aso e Tronto. Dal versante occidentale si utilizza invece la Salaria da Rieti e Roma e alternativamente da Terni attraverso la Val Nerina fino al bivio per Norcia .Altri itinerari d’ingresso : più a Nord da Porto Civitanova e da Foligno attraverso l’altipiano di Colfiorito.

Feste e storia – Undici Comuni, altrettante manifestazioni varie: Eccone qualcuna. Amendola: Festival del Teatro; Comunanza: Mostra Ornitologica; Force: Sagra delle Pennette ai funghi porcini e tartufo; Montefortino:Festival del Tartufo Vero; Montefalcone: I Sapori d’Autunno; Montemonaco: Mostra della Castagna; Rotella: Sagra del Maialino e del Castrato.

Informazioni – Comunità Montana dei Sibillini, piazza IV Novembre 2, 63044 Comunanza (Ascoli Piceno); tel. 0736 844379 / 0736 844526, fax 0736 843182; e-mail: cmsibillini@provincia.ap.it
GAL Stella dei Sibillini, via Le Mosse 19, 62032 Camerino (MC); tel. 0737 630424, fax 0737 637427, e-mail: com.montana@concamerino.sinp.net

 

 

 

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