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L’altro Egitto: il grande mare di sabbia

di A.M.Arnesano – foto G.Badini

 

La stragrande maggioranza di quanti visitano l’Egitto limitano il proprio itinerario alla capitale e alla valle del Nilo, dove per altro si concentrano i maggiori tesori della civiltà egizia. Ma in Egitto, grande tre volte l’Italia, il 90 per cento del territorio inizia invece proprio oltre le sponde coltivate del grande fiume; peccato si tratti di un terreno arido e inospitale, estremo lembo orientale del Sahara, ripartito nel montuoso deserto arabico ad est, fino alle sponde del Mar Rosso, e in un’enorme distesa di dune ad occidente, fino ai confini con la Libia, punteggiata da qualche isolata oasi, non a caso chiamata il Grande Mare di Sabbia. Quest’ultimo costituisce uno dei deserti più estesi e meno frequentato di tutto il Sahara, battuto dal violento vento khamasin e dalle sue micidiali tempeste di sabbia, evitato anche dalle carovane per la penuria d’acqua. Parliamo dello stesso deserto che nel 524 a.C. inghiottì misteriosamente l’armata di 50 mila soldati dell’imperatore persiano Cambise diretta all’oasi di Siwa. Fino al 1920-30, all’avvento dei mezzi meccanici, diversi tratti risultavano ancora inesplorati: solo durante l’ultima guerra mondiale italiani e tedeschi da una parte, inglesi ed egiziani dall’altra, lo attraversarono più volte per infiltrarsi dietro le linee nemiche, come descritto nel romanzo e nel film Il paziente inglese. Soltanto di recente il turismo ha scoperto il fascino e le attrattive di questa regione, lunga 600 chilometri e larga poco meno: enormi distese di dune policrome alte fino a 150 metri, una fitta rete di corridoi interdunali, vaste depressioni che scendono sotto il livello del mare, strumenti litici, incisioni e pitture preistoriche risalenti all’epoca in cui il Sahara era verde e popolato da uomini ed animali, templi, fortezze e tombe dipinte di epoca egizia, tolemaica, romana e copta, resti fossili, enormi laghi salati, le incredibili formazioni gessose di un bianco accecante curiosamente erose nel Deserto Bianco, e poi l’inimmaginabile prosperità di una serie di oasi con esuberanti palmeti, case di fango, innumerevoli sorgenti minerali calde e fredde e consistenti laghi.

 

Viaggio in fuoristrada

L’itinerario di 9 giorni in fuoristrada dedicato alla scoperta di alcune oasi del deserto occidentale egiziano e all’attraversamento del Grande Mare di Sabbia, parte da Il Cairo e tocca l’oasi di Baharia, famosa fin dall’antichità per il suo vino e per le sorgenti di acqua solforosa. Si prosegue per il lago di Sitra, un enorme bacino salino ricco di fossili come nummoliti, denti di squalo e coralli; i due laghi di El-Baharein, con una necropoli di età tolemaica, e la depressione di El-Areg, con pinnacoli rocciosi erosi che affiorano da formazioni saline bianche. Si raggiunge così Siwa, la più bella e famosa delle oasi egiziane, sede nell’antichità di uno degli oracoli più gettonati, lo stesso che proclamò Alessandro Magno figlio di Zeus e faraone d’Egitto, visitando il tempio dell’oracolo e quello di Amon, le tombe rupestri dipinte della necropoli tolemaica, la fortezza di Shali del XII° sec. costruita con blocchi di sale, le numerose sorgenti e gli estesi laghi. Si attraversa infine per tre giorni il grande deserto, privo di ogni traccia umana, fino a ritornare alle oasi di Farafra e di Baharia dopo essersi inoltrati nello spettacolare Deserto Bianco.

 

 

Informazioni Utili

Viaggi organizzati - Il tour operator milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel. 02 34 93 45 28 - www.deserti-viaggilevi.it ), sempre alla perenne ricerca di viaggi originali e significativi nei deserti di tutto il mondo, nel proprio catalogo specializzato “Deserti”, propone: partenze mensili di gruppo con voli di linea Lufthansa da Milano e Roma da novembre 2003 ad aprile 2004, con pernottamenti in alberghi e tenda, accompagnatore italiano; quote a partire da 1.985 euro in pensione completa.

 

 

 

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