|
|
|
|
La Scalinata dei Larici nel Parco dello
Stelvio
Testo di Rosanna Fontana
|
|
Una spumeggiante cascata precipita nella
forra di un torrente; poco oltre,
candide vette si specchiano nelle algide
acque di un limpido lago, mentre
ghiacciai millenari, come quelli che
popolano l’immaginario degli alpinisti
più provetti, si stagliano superbi
all’orizzonte. Non è il regno delle
favole ma il parco dello Stelvio.
Gli habitués della montagna sono adusi
agli scenari mozzafiato; per chi si reca
per la prima volta da queste parti,
l’impatto con il paesaggio si trasforma
in una sorta di epifania che regala
emozioni indimenticabili. Le cime più
alte e maestose delle Alpi fanno da
corona a questo parco e cingono, come in
un abbraccio, un patrimonio naturale,
storico e culturale di inestimabile
valore. Qui, la munificenza della natura
e la filosofia di vita degli abitanti,
tese a preservare ed a valorizzare
incessantemente un territorio tra i più
interessanti d’Europa, si sono
amalgamate ed hanno creato un binomio
vincente.
L’idea di tutelare questo splendido
paesaggio alpino si fece strada agli
inizi del secolo scorso. Nel panorama
dei parchi nazionali italiani, quello
dello Stelvio è stato uno degli ultimi
ad essere costituito. La legge che lo
definisce tale risale, infatti, al 1935
dopo i parchi del Gran Paradiso,
d’Abruzzo e del Circeo. E’ stato
necessario, però, aspettare il 1977
perché il parco, il più grande d’Italia,
assumesse le dimensioni attuali,
corrispondenti a circa 134.620 ettari.
Per diverso tempo la storia della sua
costituzione è stata oggetto di numerose
controversie, la cui lenta e travagliata
soluzione ha creato una realtà dinamica,
che comprende, anche, paesi e strutture
produttive a cavallo di due regioni, la
Lombardia ed il Trentino Alto Adige. Il
parco, che prende nome da uno dei
valichi stradali più alti delle Alpi
(2758), ingloba l’intero massiccio
montuoso dell’Ortles-Cevedale con le
rispettive vallate laterali. A nord
confina con il Parco Nazionale svizzero
dell’Engandina, a sud con il Parco
Regionale dell’Adamello in Lombardia,
che è direttamente collegato con il
Parco Naturale Adamello- Brenta in
Trentino. A poca distanza, verso est, si
estende, invece, il Parco Naturale di
Tessa e verso ovest il Parco di Livigno
e della Valdidentro che, nel giro di
poco tempo, dovrebbe essere costituito
ufficialmente dalla regione Lombardia.
Dalle plaghe più elevate e dirupate del
Parco dello Stelvio che, in alcuni
periodi invernali, sono avvolte da un
silenzio solenne, rotto soltanto dalle
violente folate di vento o dal sinistro
precipitare delle slavine, si dipartono
a raggiera valli stupende: la val di
Pejo, la val di Rabbi, la valle di
Trafoi, la Valfurva, la val di Solda, la
val di Lasa, solo per citarne alcune.
Ogni valle ha la sua peculiarità, ma
tutte offrono ai visitatori la
possibilità di pregnanti esperienze a
contatto con una natura sovrana ed
incredibilmente, ancora, allo stato
puro. La Val di Lasa, per esempio, con i
suoi paesaggi selvaggi, induce a
ritempranti passeggiate. La Val Martello
catalizza l’attenzione dei più temerari
perché si presta alle escursioni in alta
quota, oltre i tremila metri, e permette
di ammirare da vicino scenografie di
incomparabile bellezza, come quella del
massiccio del Cevedale, il gigante di
ghiaccio. Le valli di Pejo e di Rabbi,
luoghi tra i più pregevoli del Trentino,
che trovano negli effetti cromatici e
nella cospicua presenza di acque termali
gli elementi unificatori, rappresentano
un mirabile esempio di connubio tra
esigenze ecologiche e necessità di
sviluppo economico. Le proprietà
terapeutiche delle acque di Rabbi, per
esempio, sono note sin dal XVII secolo e
persino personaggi di grande notorietà,
come Maria Teresa d’Austria ed Antonio
Stoppani, insigne uomo di scienza, ne
fecero largamente uso. |
|
Il parco è un bene di tutti, non
soltanto per le bellezze paesaggistiche
ma, anche, per l’eccezionale ricchezza
della flora e della fauna e, poiché
tale, chi lo desidera deve avere la
possibilità di conoscerlo da vicino. Per
questo motivo gli esperti del settore
presentano, ogni anno, un’agenda densa
di appuntamenti, in grado di rispondere
alle differenti esigenze degli
appassionati della natura. Moltissime
sono le escursioni semplici o più
impegnative, quelle naturalistiche con
approfondimenti tematici, i corsi di sci
alpinismo ed altre tipologie,
organizzati durante l’intero arco
dell’anno e diversificati a seconda
della stagione. Il programma estivo si
rivolge, soprattutto, a chi decide di
optare per una vacanza alternativa che
consenta, oltre il relax, di
approfondire la conoscenza dell’area
protetta più vasta delle Alpi. A chi
desidera maggiori ragguagli sulle
attività proposte, si consiglia di
contattare il seguente numero
0463/903046 che corrisponde al Consorzio
Parco Nazionale dello Stelvio – Settore
Trentino.
Una delle occasioni più seducenti per
conoscere i tesori del Parco è
rappresentata da un percorso
didattico-naturalistico, realizzato in
Val di Rabbi, che si prefigge la
scoperta di una ventina, circa, di
larici secolari, cresciuti
eccezionalmente tra i sassi di un
macereto dove, di norma, gli alberi
risultano di dimensioni ridotte. Questi
alberi, così singolari da essere oggetto
di una particolare attenzione da parte
degli studiosi, si concentrano tutti in
luogo raggiungibile attraverso un lungo
sentiero composto da 700 gradini di
pietra. La zona è da annoverare tra le
più avvincenti dell’intero parco ed è
nota, in modo particolare, come regno
incontrastato della marmotta.. Nel corso
dei secoli, i tronchi, i rami e le
chiome di questi alberi hanno assunto
delle forme che esulano dalla norma e
che raccontano eventi vecchi di secoli.
L’approccio scientifico con cui sono
stati studiati è denominato
dendocronologia. Il progetto, ideato e
curato da Marcello Mazzucchi e Sergio
Camin, è stato denominato “Scalinata dei
Larici Monumentali”: L’obiettivo
principale è quello di conferire a
questi alberi un ruolo da protagonisti
nella dinamica vita del parco, un ruolo
accordato fino ad ora, soltanto, agli
animali. I promotori di questo originale
lavoro raccontano ai visitatori le varie
tappe della vita dei larici e le
incredibili strategie di sopravvivenza
da essi adottate. Per fare ciò si
avvalgono di una serie di pannelli
celati tra la roccia ed il verde. La
Scalinata dei Larici Monumentali si
raggiunge tramite un sentiero introdotto
da una tabella che riporta l’intero
itinerario e le varie tappe: quelle che
interessano la visita dei larici ed
altre sei di notevole interesse
ambientale. Le guide parco sono a
disposizione dei visitatori ed
organizzano ogni giorno escursioni sia
per la Scalinata dei Larici sia per
tutta la val Saent. |
|
Informazioni Utili
Ai turisti che scelgono di trascorrere
un periodo di distensione e di benessere
in questi luoghi è vivamente consigliato
un soggiorno al Grand Hotel Rabbi che è
dotato di un attrezzato Centro Termale
(tel. 0463-983050 /fax 0463-985070 /
www.grandhotelrabbi.it). L’elegante
struttura, rinnovata di recente, coniuga
sapientemente tradizione e comfort,
raffinatezza e sobrietà, a prezzi
decisamente interessanti, sempre
all’insegna del buon gusto e
dell’accoglienza che contraddistingue
tutta la zona
|
|
|
|
|
|
|
viaggivacanze.info - autorizzazione Tribunale di Milano n
750/02 - tutti i diritti riservati
Redazione: viale Brianza, 33 - 20127, Milano - 02.6694202 -
redazione@viaggivacanze.info
|
|
|
|