Viaggiare sarebbe meraviglioso, se non si
dovesse poi tornare.
Johann Peter Eckermann |
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Oman, nel regno del sultano
di Anna M. Arnesano foto di Giulio
Badini
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Aveva trent’anni quando depose dal trono
il padre, ereditandone un paese tra i
più poveri e arretrati del mondo. Fino a
quel momento l’Oman viveva nel più
profondo Medioevo: non aveva luce
elettrica, acquedotti e fognature, non
conosceva i giornali, né la radio e la
televisione, aveva in tutto 9 km di
strade asfaltate e un solo ospedale,
dove non potevano entrare gli stranieri;
per spostarsi da una città all’altra
occorreva un permesso di polizia e di
notte vigeva il coprifuoco; tutti i
poteri erano concentrati nelle mani del
vecchio sultano che aveva sui suoi
sudditi poteri di vita e di morte e che
fece chiudere le poche scuole esistenti,
già peraltro precluse alle femmine,
perché possibili fonti di corruzione.
Era il 1970. Lui è il sultano Qabus bin
Said, sovrano assoluto dell’Oman.
Attratto dai modelli di sviluppo
occidentali – negli anni ’60 la famiglia
lo mandò in Inghilterra a studiare - si
convince della necessità di portare la
sua nazione ad una svolta radicale e
farla uscire dall’immobilismo del
privilegio feudale del passato.
Colleziona un successo dopo l’altro,
grazie alla sua lungimiranza, al buon
senso, all’utilizzo delle risorse
petrolifere strumento per l’effettiva
crescita del paese e al consenso della
popolazione. Il nuovo impulso dato
dall’economia gli consente di
indirizzare stabilmente il regno sulla
via del progresso. Fa costruire strade,
lussuosi alberghi per accogliere uomini
d’affari, moschee, ma soprattutto
scuole, ospedali e un’università con 6
mila studenti, frequentata per lo più da
donne. Riporta agli antichi splendori
palazzi, città, villaggi e forti, crea
musei e parchi naturali, porta luce,
acqua e strade anche nei villaggi più
remoti, facendo della sua nazione una
delle più progredite ed equilibrate del
Medio Oriente.
E’ bene tuttavia ricordare che l’Oman
deve gran parte della sua prosperità non
al petrolio, di cui ha riserve limitate
a cui attinge con parsimonia, bensì al
mare su cui si affaccia, l’oceano
Indiano, ricco di pesci tropicali,
delfini, tartarughe, balene e barriere
coralline dove fare immersioni e
snorkeling, alle centinaia di chilometri
di splendide spiagge e ai porti
modernamente attrezzati come quello di
Mina Qabus, nella capitale Muscat, dove
ai moderni pescherecci si affiancano gli
antichi dhow ancora oggi costruiti in
legno senza chiodi. Non a caso questa è
la patria di Sindbad, l’intraprendente
marinaio delle Mille e una notte. Basti
dire che, già ai tempi di Marco Polo,
dai porti omaniti salpavano mercantili
carichi dell’incenso più pregiato,
quello prodotto dalla resina della
Boswellia sacra che ancora oggi cresce
sulle alture del Dhofar, la regione
desertica meridionale al confine con lo
Yemen, e attraccavano navi ripiene di
spezie rare, avorio e schiavi
provenienti dalle coste africane e
dall’India, dove per secoli si è
esercitata l’influenza politica e
commerciale omanita. L’isola di
Zanzibar, ad esempio, è rimasta una
colonia omanita fino all’inizio del
1900. |
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La via dell’incenso della Regina di Saba
Per parecchi secoli, a cavallo dell’era
cristiana, proprio l’incenso aveva fatto
la fortuna di questa terra che, ai tempi
della regina di Saba, era una delle più
ricche del mondo, terminale di partenza
della famosa via dell’incenso, che, con
un percorso di 2000 chilometri,
conduceva i preziosi carichi di oro,
incenso e mirra, nonché di altre spezie
orientali, attraverso l’intera penisola
arabica, fino a Petra, da dove si
irradiavano poi in tutto il
Mediterraneo. I tre Re Magi del Vangelo
venivano certamente dall’Oman, guidati
anche loro da una stella come gli
antichi carovanieri.
Non sono in molti a conoscere l’Oman
come destinazione turistica, in quanto
questa nazione, grande poco meno
dell’Italia e situata nell’estremo
sud-est della penisola arabica, ha
aperto solo di recente le frontiere dopo
quasi mezzo secolo di rigida chiusura al
mondo esterno. E’ bene precisare subito
che si tratta di una meta di indubbio
interesse, destinata in futuro ad un
notevole incremento, anche se il sultano
è poco incline al turismo di massa. Come
destinazione, può offrire molto al
viaggiatore attento e curioso,
innanzitutto una notevole varietà
ambientale: un susseguirsi di costiere
affacciate sull’oceano Indiano con
golfi, penisole, baie e isolette di
estremo fascino; un retrocosta con
montagne piuttosto brulle ma anche molto
fertili, alte fino a 3.000 metri, dove
nelle vallate si concentrano villaggi
con le case di fango e oasi rigogliose
ricche di palme; infine un enorme
deserto (nulla a che vedere con quello
del Sahara) dall’insolita vegetazione e
con una fauna selvatica autoctona,
abitato ancora da beduini nomadi con le
loro mandrie di capre e di cammelli,
attaccati alle loro antiche tradizioni,
con le donne che calzano una
caratteristica maschera facciale nera.
Le dune bianche, giallo e rosse che
scendono fino all’oceano offrono una
scenografia davvero spettacolare. E poi
un artigianato di qualità, dall’incenso
alle stoffe e agli argenti lavorati,
gioia di tutti i turisti. Un paese
quindi benestante, pulito, ordinato,
efficiente e sicuro, alleato
dell’Occidente, che stupisce i
visitatori per la sua atmosfera di
rilassato benessere, e che non ha nulla
da spartire con l’ostentata opulenza dei
vicini emirati arabi. Tutto merito di un
sultano colto e illuminato, che non fa
certo rimpiangere le nostre litigiose
democrazie e che invoglia a visitare
questo moderno regno dei miracoli. |
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Informazioni Utili
Documenti: Passaporto con almeno tre
mesi di validità e visto, da richiedere
all’Ambasciata dell’Oman a Roma. Viene
rilasciato in una settimana ed è valido
per un mese dal rilascio e tre settimane
dall’entrata nel Sultanato.
Clima: Ideale da ottobre ad aprile,
mentre in estate il caldo viene mitigato
dalle alte montagne e dall’oceano.
Vaccinazioni: Nessun obbligo
Lingua: L’arabo è la lingua ufficiale,
ma è anche abbastanza diffuso l’inglese.
Moneta: il ryal, che vale circa un terzo
del dollaro e dell’Euro.
Biografia: Oman - Emirati Arabi di Lou
Callan e Gordon Robison – EDT/Lonely
Planet; Oman il paese dei sultani di
Giancarlo Iliprandi, ed. Polaris.
Viaggi organizzati
L’operatore milanese “I Viaggi di
Maurizio Levi” (tel. 02.34934528 -
www.deserti-viaggilevi.it) è uno dei
pochi ad organizzare viaggi all’interno
dell’Oman. Nel proprio catalogo
“Deserti” propone un itinerario di 10
giorni in fuoristrada che consente di
esplorare i tre diversi habitat di
questo paese. Partenze mensili di gruppo
per tutto l’anno, pernottamenti in
alberghi e tenda, guida italiana, quote
da 2.370 euro con pensione completa. Un
secondo percorso di 16 giorni si spinge
invece fino all’estremo sud; in questo
caso si spendono 3.360 euro. Lungo la
Via dell’Incenso lo stesso operatore
propone anche, per primo, un viaggio di
11 giorni nel deserto dell’Arabia
Saudita che tocca, tra l’altro, anche le
città carovaniere di Hegra e di Dedan,
quest’ultima citata più volte
nell’Antico Testamento; il costo di
questo viaggio, con partenze mensili
fino ad aprile, è di 2.190 euro.
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