Per chi ama il barocco, Lecce
costituisce una meta imprescindibile. Se
non ci siete ancora stati, fatelo in
fretta. Lo splendido capoluogo del
Salento, situato nell’estrema parte
meridionale della Puglia, richiede una
sosta attenta e senza fretta. Qui, ogni
volta che si arriva, le emozioni si
rinnovano, i sensi si appagano per
l’intensità dei profumi, dei colori
esaltati dalla solarità e per la
magnificenza dei monumenti. La parte
vecchia della città, dal fascino
inconfondibile con le sue stradine
strette e tortuose e le tranquille
piazze racchiuse dentro il perimetro di
quello che è rimasto delle antiche mura,
va scoperta ed assaporata attimo dopo
attimo: magari al tramonto, quando le
tinte si fanno molto calde, o di notte,
nel silenzio delle viuzze fiancheggiate
da chiese e palazzi preziosi, quando la
luce soffusa rende più suggestivo
l’insieme. Tutti i monumenti e i più
importanti ed eleganti edifici del
centro storico, che rivelano quanto sia
stata grande l’ambizione del clero e
dell’aristocrazia dell’epoca, sono in
stile barocco, tipica architettura e
scultura fiorita a Lecce tra la fine del
Cinquecento e quella del Settecento,
realizzati tutti con la cosiddetta
‘pietra leccese’: una pietra dal caldo
colore dorato, tenera come l’argilla,
docile nelle mani degli artisti che la
scolpirono, la modellarono e la
disegnarono dandole le forme più
complesse e svariate, tipiche appunto di
questo stile.
Lecce, dunque, è un’irripetibile
scenografia barocca. L’espressione più
elevata ed ardita si ritrova nella
basilica di Santa Croce, con la sua
stupenda facciata composita e il grande
rosone, dove - non sembri esagerato - si
corre il rischio di essere colpiti dalla
sindrome di Stendhal. Putti dalle facce
rotonde animano la balaustra, mentre
leoni, draghi e grifi sostengono la
balconata, posta nella parte superiore
(che è poi quella più ricca di decori e
ornamenti) della facciata, la quale ha
visto all’opera dall’inizio della sua
costruzione (1549) e fino al suo
completamento (1646) tre grandi ed
illustri architetti barocchi: Gabriele
Riccardi, Francesco Antonio Zimbalo e
Cesare Penna. Altrettanto interessante
si presenta l’interno, con il suo
seicentesco soffitto ligneo a cassettoni
dorati, che ricopre tutta la navata
maggiore, e le colonne con capitelli
superbamente lavorati. Accanto, in
perfetto equilibrio ed armonia con
l’architettura della basilica, sorge
l’ex convento dei Celestini, della metà
del Seicento, oggi Palazzo del Governo.
Tutta la città si presenta come un
teatro di pietra dai toni caldi: lo si
nota principalmente nella piazza del
Duomo, detta anche ‘cortile del
Vescovado’, in cui spiccano il Duomo con
le sue inusuali duplici facciate, il
campanile, altro gioiello
dell’architettura barocca del 1682, alto
settanta metri e formato da cinque
piani, il Palazzo Vescovile ed infine il
Seminario, nel cui cortile si può
ammirare un bellissimo pozzo, anch’esso
famoso per l’esuberante decorazione.
Lecce non cattura solo per il Barocco,
annoverato comunque tra i più pregevoli
d’Italia, ma anche per il fatto di
essere una città a misura d’uomo: qui i
ritmi sono diversi, più lenti, meno
frenetici e oltretutto il mare - anzi
due, considerando i versanti adriatico e
ionico - è vicinissimo e l’entroterra
dal fascino misterioso riserva tante
gradevoli sorprese ai viaggiatori
attenti e curiosi. Insomma le ragioni
sono tante per visitare questo ultimo
lembo della Puglia. |
Un Calendario annuale ricco di
manifestazioni.
Ogni ultima domenica del mese si tiene
in piazza Libertini la Mostra-mercato di
Antiquariato e Modernariato; in
febbraio-marzo la Stagione lirica; a
fine maggio ‘Cortili aperti’ a cura
dell’Associazione Dimore Storiche; a
giugno il Rally del Salento; in
luglio-settembre la Rassegna estiva di
spettacoli all’aperto; in
settembre-ottobre la Stagione
concertistica internazionale d’Organo; a
dicembre, il 5, 6 e 7, la Mostra
nazionale filatelica; infine, dal 13
(giorno di S.Lucia) al 24, la città
ospita la Mostra-mercato del Presepe e
dei Pastori: si chiama ‘Fiera dei
Presepi di Cartapesta’ ed è considerata
uno dei mercatini di Natale più vivaci
d’Italia. Protagonisti sono i
‘cartapestai’ che, con i loro ‘pupi’,
pastori e figure sacre, adornano le
strade a ridosso delle vecchie Mura del
Castello in un’esplosione di colori.
Tuttavia, l’angolo più suggestivo in
questo particolare periodo è
l’Anfiteatro Romano, sulle cui scalinate
viene allestito il più grande presepe di
cartapesta, con figure a grandezza
naturale. |