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Birmania, il Paese delle mille Pagode
d’oro
di A. M. Badini – foto di G.Badini
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Racchiusa
in se stessa, quasi volesse custodire
con gelosia i propri tesori, la Birmania
è un paese che soltanto negli ultimi
tempi ha cominciato ad aprirsi al mondo
esterno. Un luogo ricco di bellezze
naturali, artistiche e culturali, dove
non si va solo per vedere monasteri,
pagode e templi, ma anche per cogliere
qualcosa a livello emotivo ed interiore
che rimane anche dopo la fine del
viaggio. D’altronde appare inevitabile
non rimanere colpiti spiritualmente da
un popolo che antepone a tutto la
religione, il buddismo di tradizione
theravada considerato il più puro e
rigoroso, dove la preghiera e la
meditazione occupano la maggior parte
del tempo, dove le strade pullulano
delle tonache rosso porpora dei monaci
alla questua, dove ogni individuo
trascorrerà almeno una parte della
propria vita in un monastero a studiare
i testi sacri e dove questo senso di
religiosità diffusa si percepisce
ovunque, nelle città e nelle campagne.
Come a Mandalay, l’antica capitale
ritenuta ancora oggi il centro
spirituale della Birmania.
La scenografia che offre il Myanmar
(dall’88 si chiama così la Birmania) è
di una suggestione indescrivibile: laghi
azzurri, paesaggi incontaminati ed un
fiume, l’Ayeyarwady, il più lungo dell’Indocina,
che, lento e maestoso, scende dalle
pendici dell’Himalaya fino al mare delle
Andamane, nel golfo del Bengala. Qui la
vita si svolge sul fiume e lungo il
fiume e, come una volta, continua a
rappresentare l’unica possibilità di
trasporto ( a parte l’aereo troppo
costoso) per uomini e merci e a nutrire
popolazioni di pescatori e agricoltori.
Inoltre, sulle basse e boscose rive
dell’Ayeyarwady sono disseminate le
capitali che si sono susseguite nel
tempo, Mandalay, Bagan, Amarapura,
Mingun, Ava, Sagaing, e sono state
erette migliaia di pagode, tutte di
straordinaria bellezza. Il fascino più
autentico dei templi lo si coglie in
particolare al tramonto, quando la luce
del giorno morente trasforma l’intero
scenario in qualcosa che va al di là
della pura espressione artistica. |
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Tuttavia,
fascino e architettura preziosa non si
trovano soltanto nei templi delle città
più importanti, ma anche in quelli di
località meno conosciute che sembrano
riemergere da un libro di favole. A
Yangon, la capitale attuale che fino al
1988 si chiamava Rangoon, si trova la
pagoda Shwedagon, la più famosa e
venerata del paese e tra le più
imponenti al mondo, definita, non solo
dai turisti, il “paese delle
meraviglie”; i suoi cinque ettari di
marmi, statue, cappelle e padiglioni
sono sovrastati dall’enorme stupa – il
reliquiario che custodisce otto capelli
del Buddha – alto 91 metri, il cui tetto
è ricoperto da ben 50 tonnellate d’oro
che deve essere rimesso in loco ogni
anno per il dilavamento provocato dalle
piogge monsoniche e sulla cui cima
spicca un diamante di 76 carati. La
visione d’insieme risulta davvero
mozzafiato! Indipendentemente dal suo
aspetto architettonico, essendo stata
rimaneggiata più volte nel corso dei
secoli, quello che attrae maggiormente è
l’atmosfera che vi regna: è un continuo
andirivieni di pellegrini, solitari o in
gruppo, che pregano, meditano, oppure si
dedicano alla manutenzione della stessa
per meritarsi un giorno, nell’aldilà, il
paradiso.
Straordinario e nello stesso tempo
contraddittorio questo paese: tanta
ricchezza architettonica e spirituale,
ma anche tanta diffusa e atavica
miseria, senza la minima libertà
politica e una parvenza di assistenza
statale. La gente in Birmania vive
questa situazione con estrema dignità,
sorretta da una serenità d’animo e da
una invidiabile forza interiore che
affondano le loro radici in una radicata
religiosità. |
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Documenti: Passaporto con visto.
Valuta: La moneta nazionale è il kyat.
Vaccinazioni: Non ci sono obblighi, ma è
consigliabile la profilassi
antimalarica.
Lingua: Birmano. Abbastanza parlato
l’inglese, specialmente da coloro che si
occupano di turismo.
Clima: Monsonico, con forti differenze
secondo le zone. Il periodo migliore per
un viaggio è la stagione secca invernale
(da novembre a febbraio), le temperature
medie diurne oscillano tra 24 e 32
gradi. In marzo e aprile fa molto caldo,
fino a 40 gradi, ma non piove. Nei mesi
da maggio a ottobre la stagione
monsonica porta a piogge interne,
specialmente nella zona di Yangon e
sulla costa. |
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Informazioni utili
Viaggi organizzati: L’operatore milanese
“Drive Out Viaggi” (tel. 02-48519445 -
http://www.driveout.it), specialista
sulla destinazione, propone in Birmania
quattro itinerari con partenze libere
individuali, minimo 2 persone, per tutto
l’anno. Si può scegliere tra tour di 11,
13 e 15 giorni che toccano diverse
regioni e diversi aspetti del paese, con
quote comprese tra 2.050 e 2.550 euro,
comprensive di voli di linea da Roma e
voli interni, pernottamenti e prima
colazione in hotel di prima categoria,
trasporti lungo tutto l’itinerario in
auto privata con autista, guida di
lingua inglese, ingressi, visite ed
escursioni come da programma.
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